mercoledì 23 aprile 2014

La gerarchia dei mestieri


La gerarchia dei mestieri

(Cicerone, De officiis, 1,150)

Infine intorno alle professioni e ai mezzi di guadagno, ad un dipresso sappiamo questo circa quelli che sono da considerare liberali, e quelli invece degradanti. Si criticano in primo luogo quei guadagni che suscitano l’odiosità fra gli uomini, come quelli degli esattori o degli usurai. […]

Il commercio poi, se esercitato alla spicciola, è da considerarsi indecoroso; se poi lo è in grande, importando le merci da ogni dove e distribuendole a molti senza ricorrere a frode, non è affatto da biasimare […] Ma di tutte le occupazioni rivolte al guadagno nessuna è meglio dell’agricoltura, nessuna più redditizia e piacevole, nessuna più degna di un uomo e di un

libero cittadino.

(trad. L. Ferrero-N. Zorzetti)

Iam de artificiis et quaestibus, qui liberales habendi, qui sordidi sint, haec fere accepimus. Primum improbantur ii quaestus qui in odia hominum incurrunt, ut potitorum, ut feneratorum. […] Mercatura autem, si tenuis est, sordida putanda est; sin magna et copiosa, multa undique apportans multisque sine vanitate impertiens, non est admodum vituperanda […] Omnium autem rerum, ex quibus aliquid adquiritur, nihil est agri cultura melius, nihil uberius, nihil dulcius, nihil homine, nihil

libero dignius.

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