Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
giovedì 17 aprile 2014
Associazione Amici Olivo Secolare del Salento: per l’abbandono dell’olivicoltura a causa degli aiuti comunitari (premio unico) concessi senza controlli in campo ognuno è legittimato ad incassare gli aiuti senza dimostrare alcun tipo di attività agronomica.
Gli “Amici dell’olivo secolare del Salento” assistono amareggiati allo sradicamento delle piante di olivo secolare affette, si suppone, dal batterio della xylella fastidiosa.
E' l'unico modo, hanno detto gli esperti nelle ultime ore, per scongiurare che il batterio della xylella, fino a pochi mesi fa totalmente sconosciuto, possa svilupparsi a macchia d'olio e coinvolgere gli uliveti dell'intero Salento. Sarebbe la fine dell'economia! Un colpo non solo alle tasche, ma al cuore di questa terra!
Si assiste all’assurdo! Zone definite "nuovo focolaio", dove xylella sarebbe presente, ma senza manifestare sintomi. E così, i numeri progressivi segnati di rosso sulla corteccia decennale, centenaria, se non secolare annunciano la triste ineluttabilità.
La verità è che il colore secco che si vede sugli alberi è l’effetto della mancata rimonda oltre che del largo uso dei diserbanti!
I dubbi restano però e le domande sono tante! Estirpare le piante serve forse a debellare il batterio? Come mai si è proceduto ad abbattere alberi verdissimi e rigogliosi salvando invece quelli successivi leggermente malandati? Come hanno fatto ad individuare la malattia in quell'area se non mostrava segni? Hanno campionato tutto il Salento e non ce ne siamo accorti"?
È lecito che i diretti interessati non siano mai stati informati neanche del campionamento effettuato nel mese di ottobre e che lo apprendano solo ora? E le Associazioni di categoria che devono difendere gli interessi degli olivicoltori dove sono???
Ed ora che stiamo assistendo alle estirpazioni…. che cosa ne sarà della nostra economia olivicola? Non sarebbe forse il caso di chiederci piuttosto qual è l’obiettivo a medio-lungo termine, che tiri fuori la nostra olivicoltura dall’abbandono di oggi per condurla al reddito di domani?
E poi, magari, studiare quali potrebbero essere le strategie più opportune per permettere alle nuove generazioni di avvicinarsi al comparto, con la certezza di un reddito e di un lavoro in questo periodo di crisi?
Consapevoli dell’importanza del contributo dell’Unione Europea, crediamo che bisognerebbe rielaborare l’aiuto comunitario. La “xylella”, come la “lebbra dell’olivo”, sono figlie dell’abbandono dell’olivicoltura a causa degli aiuti comunitari (premio unico) concessi senza controlli in campo. Ognuno è legittimato ad incassare gli aiuti senza dimostrare alcun tipo di attività agronomica.
Questa è la vera causa!
Anziché tagliare le teste ai nostri alberi di ulivo, non sarebbe forse più giusto un riconoscimento da riservare agli agricoltori veri ed incentivare cooperative di giovani che possano specializzarsi in attività di potatura, trinciatura, raccolta e generare lavoro tutto l’anno?
Sarebbe un modo per ridurre i problemi legati alla disoccupazione giovanile, ma anche per debellare qualunque tipo di batterio o fungo che hanno sempre convissuto con l’olivo.
Cosi facendo la xylella diventerebbe un lontano ricordo ed i giovani proprietari tornerebbero a vedere produttivi i propri uliveti!
Raffaele Cazzetta
Presidente Associazione A.O.S.S.
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