E se questi olivi vivi, sani e in fioritura di Otranto e
zone limitrofe avessero nei loro vasi i funghi Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium
inflatipes e Lecythophora lignicola e il batterio Xylella
fastidiosa subspecie pauca ceppo CoDiRo?
I funghi Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium inflatipes
e Lecythophora lignicola sono i funghi ai quali è attribuito il mal
dell’esca i quali sono presenti frequentemente e in abbondanza sia sulle piante di vite
sane, sia su quelle ammalate.
Questi stessi funghi hanno causato
sintomi sulla chioma degli olivi, in
particolare clorosi delle foglie, filloptosi e seccume dei rametti.
Uno studio del 2012 ha dimostrato che nella vite le
comunità fungine delle piante ammalate e sane sono identiche.
Sempre in questo stesso studio si formula un’ipotesi che
permette di meglio spiegare questi risultati che si può sintetizzare nel
riconoscere che i funghi associati al mal dell’esca sono molto probabilmente
dei gruppi specializzati nel degrado del legno già senescente o morto e non sono
quindi dei patogeni.
Ora se facciamo nostra tale ipotesi, possiamo per analogia
affermare che, i funghi riscontrati negli olivi con disseccamento, se si riscontrasse che sono presenti
anche su olivi sani, altro non sarebbero che gruppi specializzati nel degrado
del legno già senescente o morto e non sono, quindi, dei patogeni.
Ma allora di cosa stanno morendo gli olivi che presentano
disseccamento nel Salento?
Come già osservato in un mio precedente post in contrada
la Castellana in più oliveti ricadenti nel dominio dell’Impianto di irrigazione
Brile si possono osservare olivi vivi e in fioritura a 6 metri di distanza da olivi secchi.
Se quindi assumiamo che:
1. A
far disseccare gli olivi non sono i funghi Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium inflatipes
e Lecythophora lignicola e invece, facendo nostra l'ipotesi degli scienziati, assumiamo che gli stessi sono gruppi specializzati nel degrado del
legno già senescente o morto e non sono quindi dei patogeni;
2. A
far dissecare gli olivi che ho osservato a Gallipoli non è il Batterio: è evidente dall'osservazione che seppure le analisi effettuate sugli olividi Gallipoli hanno rilevato
la presenza del Batterio Xylella fastidiosa
subspecie pauca ceppo CoDiRo questi si presentano all'osservazione vivi e in fioritura;
Mi chiedo e vi chiedo:
Possibile che nel Nord Est (Lecce) e nel Sud Est (Otranto)
dopo 7 anni non ci siano i funghi Phaeoacremonium aleophilum, Phaeoacremonium inflatipes
e Lecythophora lignicola e il batterio Xylella fastidiosa subspecie
pauca ceppo CoDiRo?
E se gli alberi di olivo del Nord Est e del Sud Est
fossero sani nonostante queste presenza di microorganismi?
E se questi olivi sani avessero nei loro vasi i funghi Phaeoacremonium
aleophilum, Phaeoacremonium inflatipes e Lecythophora lignicola e il batterio Xylella
fastidiosa subspecie pauca ceppo CoDiRo?
Allora la domanda è:
Di cosa sono malati gli olivi che presentano disseccamenti nel Salento?
Allora la domanda è:
Di cosa sono malati gli olivi che presentano disseccamenti nel Salento?
Petria18 (1), 15-25 (2008) - Articolo scientifico/Scientific paper 15
COMPORTAMENTO PATOGENETICO DI ALCUNI ISOLATI
FUNGINI ASSOCIATI A STRIATURE BRUNE
DEL LEGNO DI OLIVO
Antonia Carlucci, Francesco Lops, Maria Luisa Raimondo,
Valentina Gentile, Luigi Colatruglio, Massimo Mucci, Salvatore Frisullo
Dipartimento di Scienze Agro-ambientali, Chimica e Difesa Vegetale,
Università degli Studi, Via Napoli 25,
I-71100 (FG)
E-mail: s.frisullo@unifg.it
Riassunto
Sono riassunti i
risultati di una prova pluriennale
intesa ad accertare
il comportamento di
dieci specie di funghi isolati dal
legno imbrunito di olivi
in parecchie località della Puglia nei confronti
di piante di olivo cvv. Carolea, Coratina
e Leccino. Le piante di olivo di 4 anni
utilizzate per i saggi di patogenicità sono
state inoculate nel febbraio del 2000 con tre
modalità. I rilievi
dei sintomi effettuati un anno (2001) e sei anni
(2006) dopo l’inoculazione hanno
indicato che cinque specie di Phaeoacremonium e un isolato
identificato come Lecythophora
lignicola (ma, probabilmente, una
specie di Phaeomoniella) avevano
causato, con vari gradi
d’estensione e di
gravità, striature brune
del legno in
alcuni casi lunghe
oltre un metro.
Inoltre, P. aleophilum, P.
inflatipes e L. lignicola hanno causato sintomi
sulla chioma, in particolare
clorosi delle foglie, filloptosi e
seccume dei rametti.
Le inoculazioni di un isolato
di Fomitiporia sp. eseguite nel 2004 hanno portato a stadi iniziali di
carie bianca nei successivi quattro
anni. Viene discussa la possibilità che Olea europaea sia un ospite arboreo dei
medesimi funghi che sono associati
all’esca della vite.
Parole chiave: Striature brune del legno, Olivo, Funghi lignicoli, Carie
del legno
Ruolo dei funghi nel mal dell’esca della vite
Hofstetter V., Buyck
B., Bart D., Viret O., Couloux A., Gindro K.
Revue suisse de viticulture arboriculture horticulture
44(6), 386-392, 2012
Il mal dell’esca è una malattia del legno della vite, in
forte aumento negli ultimi tre decenni, che minaccia tutte le regioni viticole
del mondo. Ella è generalmente attribuita ad un gruppo di funghi, considerati
come patogeni latenti, ma il cui meccanismo d’azione è ancora poco conosciuto.
Questo studio mette a confronto le comunità fungine associate a delle piante di
vite sane o colpite dal mal dell’esca di una parcella adulta di Chasselas in
modo da determinare quale specie di funghi diventerà invasiva all’apparizione
dei sintomi fogliari della malattia.
I risultati mostrano che i funghi ai quali è attribuito
il mal dell’esca sono presenti frequentemente e in abbondanza sia sulle piante
sane, sia su quelle ammalate.
Inoltre, le comunità fungine delle piante ammalate e sane
sono identiche. L’ipotesi che permette di meglio spiegare questi risultati è
che i funghi associati al mal dell’esca sono molto probabilmente dei gruppi
specializzati nel degrado del legno già senescente o morto e non dei patogeni.
In conclusione, il confronto tra le comunità fungine
delle piante adulte e delle piante da vivaio ottenute da materiale vegetale
della stessa parcella indica che i funghi associati al mal dell’esca non sono
trasmessi durante l’innesto.
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