Oggi ho avuto una lunga discussione con un utente
dell’impianto irriguo Brile che domina molti terreni in agro di Alezio. Mi ha
detto che non vuole più andare nel suo terreno dove oltre agli olivi cultivar
cellina c’erano quelli della cultivar ogliarola e poi la bella di Melfi e
leccino. In tutto 120 alberi che stanno lentamente morendo.
E poi mi comunica tutto dispiaciuto: “Me l’ha detto l’uomo
della scienza che non c’è nulla da fare, lui prevede che in una decina d’anni
tutti gli olivi del Salento saranno morti.”
Mi ha fatto il nome di quest’uomo di scienza.
Ritengo quest’uomo di scienza una persona seria e
scrupolosa, ma anche se è una persona rispettabilissima io ritengo che abbia
solo fatto una supposizione, cioè un'ipotesi fatta sulla base di indizi o di
probabilità , una legittima supposizione di una persona che di lavoro fa l’uomo
di scienza.
Ma anche se ad esprimerla è un uomo di scienza la
supposizione che tutti gli olivi del Salento scompariranno tra dieci anni e
che, noi e i nostri figli, vedremo solo fantasmi secchi, rimane solo una semplice
supposizione e non un risultato scientifico.
Ed ecco che, dopo aver ascoltato tutto quanto ho scritto
sopra, a questa persona che è venuta a trovarmi mi sono sentito libero di fare una
mia supposizione che deriva dalle informazioni in mio possesso su una malattia
che ha colpito gli olivi del Salento molti anni fa, nel 1783, ovvero la Brusca
degli Olivi.
Moschettini, il medico di Martano propose l’innesto degli
olivi di cultivar Oliarola, che morivano, con gli Olivi di razza Scorranese che
risultavano invece resistenti alla malattia.
Quindi più di 200 anni fa già c’è stato un attacco mortale
all’olivicoltura del Salento e degli alberi di olivo di cultivar Ogliarola sono
morti, mentre altri, sempre della stessa cultivar, sono arrivati sino a noi e
quindi rimasero vivi.
E’ sotto gli occhi di tutti l’esistenza di olivi di cultivar
Ogliarola che hanno più di 200 anni. E’ la prova che non tutti gli alberi di
cultivar Ogliarola sono stati innestati con la Scorranese ma che alcuni sono
rimasti vivi e sono giunti sino a noi.
Mi sono chiesto come mai ciò sia potuto accadere e, nel mio
microscopico, mi sono dato l’unica spiegazione possibile, ovvero che olivi
della stessa cultivar hanno avuto più di 200 anni fa reazioni diverse nei
confronti della malattia cioè alcuni sono morti e altri sono rimasti sani e
vivi.
Ma c’è un altro passo di bimbo da fare, ovvero il prendere
atto che le Coltivazioni Arboree sono fatte da pezzi di uno stesso albero. E’
noto che gli alberi si moltiplicano perché dai semi di uno stesso albero non si
ottengono alberi uguali alla pianta madre.
Per ottenere tutti gli alberi uguali bisogna prendere dei
rami e con varie tecniche ottenere alberi IDENTICI a quello da cui è stato
preso il ramo.
Allora uno stesso albero può essere in migliaia di cloni
identici? Si! E’ così!
Quindi la cultivar ogliarola è il frutto di un unico albero
da cui sono venuti tutti e 5milioni di olivi cultivar Ogliarola del Salento?
No, saranno più di uno.
Da cosa lo deduco? Dal fatto che più di 200 anni fa non
tutti gli olivi di cultivar Ogliarola sono stati innestati con la Scorranese.
Quindi ci sono stati cloni di cultivar ogliarola resistenti?
Secondo me si, e da questi si sono ottenute le talee da cui
abbiamo avuto gli olivi di cultivar ogliarola giunti sino a noi.
Allora, per tornare all’amico di stamane, è sicuro che tutti
gli olivi di cultivar Ogliarola del Salento saranno uccisi dalla malattia dei
giorni nostri?
La mia supposizione paventa uno scenario possibile
con Olivi resistenti e, da questi ultimi, l'ottenimento di talee da cui si otterranno gli
olivi che rimpiazzeranno quelli che moriranno.
E’ solo la supposizione di un agronomo piccolo, piccolo. La
mia supposizione.
Nessun commento:
Posta un commento