Il fitoiatra Davide De Lentinis intervistato dalla Gazzetta
del Mezzogiorno ha fatto un’affermazione che condivido: “È una buona pratica
agronomica quella di effettuare irrorazioni con sali di rame dopo le potare di
branche e rami. ma lo stesso ha però specificato che i sali non hanno alcun effetto per
curare o contenere il batterio che è all'interno di vasi xilematici e che lo zolfo
ha si proprietà insettifughe, ma è fortemente dilavabile quindi non ha alcun
effetto abbattente sui parassiti.”
Martedì 21 aprile ho osservato degli olivi che nel 2013 stavano disseccando e che oggi, a distanza di due anni, sono vivi e nella fase di mignolatura.
Nello stesso giorno a 6 metri di distanza ho osservato un oliveto secco.
Ho chiesto al proprietario dell’oliveto in fioritura che
cosa avesse fatto e mi ha sciorinato le pratiche di cui riferisco in un mio
precedente post ( http://centrostudiagronomi.blogspot.it/2015/04/tre-ipotesi-per-spiegare-come-mai-ad.html ) a base di Poltiglia Bordolese, calce e zolfo oltre a tutta una
serie di preparati nutrienti.
L’oliveto a sei metri non ha ricevuto nessuna cura.
Concordo con il Fitoiatra Davide De Lentinis che l’azione
disinfettante del rame è scientificamente provata (sia nei riguardi dei funghi che dei batteri) , così come concordo che non c’è
spiegazione né giustificazione alcuna, in base alle conoscenze in mio possesso
sino ad oggi, per i trattamenti a base
di poltiglia bordolese e di zolfo e rame che si riferisce siano stati
effettuati negli olivi infetti, vivi e in fioritura.
Allora la domanda è:
Perché in un filare di olivi da utilizzare come testimone non
si effettua una sperimentazione empirica effettuando solo i tagli di rami e
branche secche per poi procedere ad effettuare irrorazioni disinfettanti con
sali di rame?
Gli olivi che ho osservato è stato accertato che sono
infettati dal batterio Xylella fastidiosa subspecie Pauca ceppo CoDiRo, forse non
sono morti come quelli che stanno a 6 metri perché a questi sono state disinfettate
le ferite di potatura? Quindi perchè in tal modo è stata fermata l'infezione fungina?
Ma si potrebbero formulare altre infinite ipotesi che lascio
alla fantasia di voi che mi leggete.
Io penso che queste domande
meritino una ricerca empirica che tenti di dare delle risposte.
Che cos’è la poltiglia bordolese? Ci incappò per caso il
botanico Pierre Millardet, che nel 1874 si aggirava sconsolato tra le vigne di
Bordeaux, contemplando la propria impotenza di fronte a un fungo che stava
uccidendo un intero settore economico. A un certo punto fu sorpreso dal vedere
alcune piante che sembravano immuni dal parassita, e andò di corsa dal
proprietario a chiedere lumi: saltò fuori che il viticoltore, stanco dei
passanti che gli rubavano l'uva, aveva cosparso le piante con un misto sostanze
prese dal magazzino, per renderle brutte e poco appetibili.
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