C’ è una
sperimentazione fatta sul campo e con tanto di validazione scientifica del
Centro ricerche in agricoltura. Fa ben sperare per il salvataggio degli ulivi
con sintomi di disseccamento perché in cinque mesi sta dando frutti considerati
positivi.
è su quelli che la sperimentazione in corso sta dando
risultati ritenuti “molto incoraggianti”, grazie all’impiego di prodotti
consentito in agricoltura biologica e a base di idracidi, già usati nella
batteriosi del kiwi e per la rogna dell’olivo. Sono sostanze che hanno due
scopi: ridurre la carica del batterio all’interno della pianta e rinvigorire
gli ulivi. La somministrazione avviene mediante nebulizzazione del prodotto al
tronco (inverno) ed alla chioma (primavera-estate). A sperimentare sono gli
agricoltori locali, assieme ad un’azienda che importa il prodotto e al
Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria
(C.R.A.) .
Tra gli esperti sul campo, Marco Scortichini che è un
batteriologo specialista, con 30 anni di attività e direttore del Cra-Centro di
ricerca per la Frutticoltura di Caserta. Ha redatto il protocollo ufficiale di
diagnosi di Xylella fastidiosa per l’Organizzazione Europea per la Protezione
delle Piante. Il suo curriculum dice che nel 1990, in Georgia (Stati Uniti), ha
lavorato direttamente sul batterio mettendo in pratica sia tecniche di
isolamento del patogeno che relative tecniche diagnostiche. Ha le idee chiare
anche sul fronte eradicazione: inutile.
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