Così come c’era da aspettarsi anche gli olivi che sono stati
curati e che vegetano nella zona di Gallipoli hanno nello Xilema il batterio
Xylella Fastidiosa. Le analisi effettuate hanno dato questo risultato.
Ricordo a me stesso che gli olivi hanno la necessità di
trasportare i liquidi dalle radici, dove vengono assorbiti, al fusto e alle
foglie, dove avviene la fotosintesi; viceversa devono ridistribuire gli
zuccheri prodotti nelle foglie a tutte le cellule dell’organismo vegetale.
Gli alberi di olivo insieme a erbe, arbusti e agli altri
alberi hanno un sistema vascolare specializzato nel trasporto dell’acqua e
delle sostanze in essa disciolte.
Le radici assorbono la cosiddetta linfa grezza, una
soluzione di sali inorganici disciolti in acqua. Con la fotosintesi, la linfa
si trasforma in una soluzione ricca di zuccheri e proteine da distribuire a
tutte le cellule.
Questi fluidi hanno caratteristiche diverse e vengono
trasportati da due sistemi separati:
– xilema, trasporta la linfa grezza dalle radici alle foglie (ed è qui che è stata trovato negli olivi curati il batterio Xylella fastidiosa ma nulla si è detto se ci siano anche i funghi );
– il floema, trasporta i prodotti della fotosintesi dalle
foglie agli organi della pianta.
La circolazione dei liquidi negli olivi è assicurata dal meccanismo
della traspirazione e dalla forza di gravità.
Ma a quali cure sono stati sottoposti questi olivi?
Intanto si è messa in atto una tecnica colturale che non ha
utilizzato i metodi dell’agricoltura semplificata e che quindi non di è fatto
ricorso alla concimazione chimico minerale, agli insetticidi e agli erbicidi.
Poi si sono asportati i rami secchi evitando però i tagli
drastici e le capitozzature. Prima di eliminare i rami si è fatta molto
attenzione accertandosi che fossero effettivamente secchi. Subito dopo si è
provveduto a disinfettare le ferite da taglio con grassello di calce e solfato
di rame.
Fatto questo si è provveduto a mettere in atto il primo
intervento di irrorazione a tutti gli olivi, sia quelli che presentavano dei
sintomi di disseccamento che quelli che non li presentavano.
Tale intervento consiste nell’irrorazione di tutto l’albero
d’olivo con poltiglia bordolese.
Le dosi della Poltiglia Bordolese che si sono adottate per
100 LT di acqua sono kg 1 di solfato di rame e 1 kg di grassello calce. Con
questo rimedio si è irrorato tutto l’olivo ovvero sia la chioma che i tronchi
Per gli alberi di olivo che presentavano i sintomi del disseccamento
si è provveduto a ripetere l'intervento di irrorazione con Poltiglia Bordolese dopo
15-20 giorni.
Successivamente si è provveduto a disinfettare i soli
tronchi degli olivi con una soluzione di solfato di ferro e grassello di calce.
Il trattamento con tale rimedio si è fatto una sola volta
l'anno nel periodo primaverile.
Le dosi adottate per 100 litri di acqua sono state 2-3 kg di
solfato di Ferro e 2-3 kg di grassello calce
Il terzo ed ultimo intervento effettuato è stato quello di disinfettare
il terreno sottostante la chioma degli olivi con zolfo e calce in polvere con
le dosi di 2/3 di zolfo + 1/3 di calce in polvere (2 sacchi di zolfo +1 sacco
di calce in polvere) si sono miscelati i due minerali e si è spolverato sotto
la chioma degli olivi, successivamente si è interrato con una lavorazione
leggera.
Questo rimedio è stato diffuso attraverso ogni mezzo ed ha dato dei risultati in quanto gli alberi di olivo che hanno avuto questi trattamenti sono vivi e vegeti mentre quelli a qualche metro di distanza che non sono stati trattati sono oramai secchi. Oggi gli olivi trattati nel modo che ho suesposto sono vivi e vegeti ed è stato accertato attraverso le analisi che hanno nel loro Xilema il batterio Xylella fastidiosa subspecie Pauca ceppo CoDiRo.
Non ci sono analisi effettuate sugli olivi trattati che
attestino la presenza o assenza dei funghi delle cinque specie di
Phaeoacremonium e un isolato identificato come Lecythophora lignicola (ma,
probabilmente, una specie di Phaeomoniella).
La domanda è: i funghi sono stati combattuti attraverso le
pratiche suesposte e quindi non ci sono più?
Ed ecco allora che giunge il momento delle ipotesi ovvero il
tempo di supposizioni di fatti (o situazioni, sviluppi di un’azione ecc.)
ancora non realizzati ma che si prevedono come possibili o si ammettono come
eventuali, oppure spiegazione, fondata su indizi e intuizioni, che in via di
tentativo si dà di un fatto o di una serie di fatti, noti o comunque che si ritengono
accertabili.
La prima ipotesi che si può fare è che gli olivi trattati
moriranno comunque in linea con quanto dimostrato dai ricercatori baresi in
tema di Xylella che si afferma di aver provato scientificamente essere l’agente
primario del disseccamento degli olivi.
La seconda ipotesi è che gli olivi trattati, anche se hanno
nei vasi il batterio, abbiano una certa resistenza riducendo la patogenicità
del Batterio.
Si ricorda che proprio sulla patogenicità della Xylella, R.
Krugner dell'Università della California nel 2010 ha pubblicato uno studio in
cui si afferma come l'inoculazione della Xylella fastidiosa in piante di olivo
sane non ha portato a riscontrare gli stessi sintomi del disseccamento.
La terza ipotesi è che i trattamenti abbiano determinato una
lotta ai funghi e che l’assenza di questi ultimi rende il batterio non
patogenetico e quindi in questo determinato clone di olivo, combattendo i
funghi si combatta anche il disseccamento degli olivi.
Penso che tutto ciò meriti di essere approfondito dagli
scienziati.
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