Le osservazioni che ho fatto sino ad oggi continuano a
confermare i sintomi evidenti nelle zone della Provincia di Lecce che si
affacciano sul Mar Ionio.
Al contrario nelle zone a Nord est e a Sud Est non ho
osservato disseccamenti.
Le pubblicazioni scientifiche riferiscono che dai
monitoraggi effettuati sulla flora spontanea degli oliveti interessati
dall’epidemia, nessuna specie delle oltre 100 analizzate è risultata infetta di
Xylella fastidiosa subspecie Pauca ceppo CoDiRo, tranne pochi esemplari di Vinca
minor. Tra le specie arboree, oltre all’olivo, sono risultati sintomatici ed
infetti, il mandorlo ed il ciliegio, pur se in percentuale non elevata, e su
alcuni ospiti arbustivi (oleandro, Polygala myrtifolia, Westringia fruticosa,
Spartium junceum, Acacia saligna) che potrebbero rivelarsi importanti ospiti
alternativi. (Il punto sull’epidemia di Xylella fastidiosa nel Salento M.
Saponari, D. Boscia, D. Cornara, G. Loconsole, O. Potere, F. Palmisano, P. La
Notte, F. Porcelli, V. Savino e G.P. Martelli in Acta Italus Hortus 14)
Perché, in natura, la malattia delle piante è un evento
raro?
In natura la malattia è un evento raro, che colpisce di solito
gli individui dal sistema immunitario più debole. La naturale diversità genetica
opera inoltre in modo da creare individui più o meno predisposti, più o meno
forti per affrontare il contatto con un agente patogeno. Diversità genetica e
ambientale sono i fattori che determinano il buono stato di salute di una
popolazione o di un gruppo di individui la domanda è:
Solo nell’Arco Ionico della Provincia di Lecce questi
fattori sono irrimediabilmente compromessi?
L’affermazione che ho fatto deriva dalla consapevolezza che la
maggior parte delle piante è in grado di resistere all’attacco dei patogeni in
quanto ha sviluppato un sofisticato sistema di difesa basato sulla combinazione
di risposte costitutive ed inducibili che possono agire in maniera localizzata
o sistemica, diffondendosi in tutti i tessuti ed organi della pianta (Dangl e
Jones, 2001).
Ricordo a me stesso che una delle più potenti risposte delle
piante all’attacco di patogeni è la cosiddetta “risposta ipersensibile” (HR) caratterizzata
dalla morte rapida e localizzata delle cellule adiacenti il sito di infezione per
evitare l’accesso ai nutrienti e limitare la proliferazione del patogeno.
Evidenze sperimentali hanno dimostrato l’intervento di molecole segnale
prodotte dalle cellule morte nell’induzione di geni correlati alla difesa
(Hammond-Kosack e Jones, 1996; Danyl et al., 1996).
Ma è noto a tutti che è stato anche a lungo ipotizzato che
la capacità di provocare una malattia da parte di un patogeno dipenda, almeno
in parte, dalla sua capacità di eludere o inibire le difese della pianta
(Heath, 1981).
Quindi la domanda è:
Il verificarsi di questo evento patologico è legato anche all’intervento
di fattori di patogenicità che inducono la suscettibilità in una pianta ospite (l’olivo)
altrimenti resistente o tollerante?
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