Xylella: verità scientifica contro fake news. Chi difende ancora l'indifendibile?
Il testo
riportato dalla stampa locale riguarda il convegno "Check-up
Xylella", che sembra rilanciare posizioni critiche o negazioniste circa la
gestione dell'emergenza Xylella fastidiosa in Puglia, e la successiva
presa di distanza da parte delle istituzioni locali. In quest'analisi, metto a
confronto affermazioni e posizioni contenute nello scritto con la
letteratura scientifica aggiornata, oltre che con le principali conclusioni
degli organismi competenti come EFSA (European Food Safety Authority), Corte
di Giustizia dell'UE, e istituti di ricerca italiani (CNR, CREA,
Università del Salento, etc.).
1. "Tesi negazioniste e complottiste" sulla
Xylella
Confronto
scientifico:
La presenza di tesi negazioniste (che negano la patogenicità o la presenza di
Xylella fastidiosa come causa del disseccamento rapido degli ulivi) è in netto
contrasto con evidenze scientifiche consolidate.
- La EFSA ha condotto
approfonditi studi che confermano il ruolo causale del ceppo Xylella
fastidiosa pauca ST53 nell’epidemia che ha colpito gli ulivi in
Salento.
- Studi peer-reviewed (Saponari
et al., 2013; Martelli et al., 2016) mostrano correlazione causale
tra infezione da Xylella e sindrome del disseccamento rapido dell’olivo
(CoDiRO).
- Il patogeno è incluso nella
lista degli organismi da quarantena prioritari dell’UE.
Conclusione: Le tesi negazioniste non trovano
riscontro nella letteratura scientifica. Esporle in convegni pubblici senza
contraddittorio può generare disinformazione.
2. "Ombre sugli espianti" e sulle misure
della Regione Puglia
Confronto
scientifico:
- Gli espianti di piante
infette (entro 100 m) erano una misura prevista dalla normativa europea
(Decisione UE 2015/789) e ritenuta necessaria per contenere la
diffusione.
- La Corte di Giustizia UE
(sentenza del 9 giugno 2016) ha confermato la legittimità e
scientificità delle misure adottate, respingendo ricorsi contro
l’obbligo di eradicazione.
- Le misure sono state oggetto di
monitoraggi e aggiornamenti, con modifiche basate su avanzamenti
nella conoscenza scientifica.
Conclusione: Le misure come gli espianti non
sono arbitrarie, ma supportate da evidenze e validate a livello europeo.
Criticarle come "devastanti" senza contesto tecnico è fuorviante.
3. "Omissioni e responsabilità penali"
evocate dagli atti della Polizia giudiziaria
Confronto
giuridico e scientifico:
- L’inchiesta giudiziaria contro
i ricercatori, avviata nel 2015, è stata archiviata nel 2019. Il
tribunale ha escluso responsabilità penali e confermato la correttezza
dell’operato scientifico.
- Non sono emerse prove di
manipolazione o dolo nella diffusione del batterio o nella sua
gestione.
Conclusione: Gli atti giudiziari non mettono
in dubbio la base scientifica della crisi, né supportano teorie
complottiste. La riproposizione di queste accuse è priva di fondamento alla
luce degli esiti giudiziari.
4. "Ulivi in
rivegetazione"
Confronto
agronomico:
- Esistono alcune strategie di
convivenza con la Xylella, tra cui:
- impianto di cultivar tolleranti/resistenti
(come Leccino e FS17).
- approcci agroecologici e
trattamenti microbiologici sperimentali.
- Tuttavia, la rivegetazione
degli ulivi infetti con tecniche miracolose non è supportata da
dati verificati. Nessun trattamento noto oggi guarisce piante
sintomatiche.
Conclusione: Parlare di “rivegetazione” come
alternativa reale e diffusa senza chiarire che si tratta di approcci
sperimentali o marginali rischia di falsare la percezione del problema.
5. "La Xylella continua ad avanzare nel
territorio pugliese"
Confronto
scientifico:
- Le aree infette sono ormai
estese fino alla provincia di Bari. Le mappe di monitoraggio
(Regione Puglia, Osservatorio Fitosanitario) mostrano l’avanzamento.
- La presenza di nuovi focolai
conferma che la malattia non è contenuta e progredisce in
assenza di barriere efficaci.
Conclusione: L’affermazione è scientificamente
corretta. La Xylella si espande in assenza di contenimento rigoroso.
6. "Scoperte cultivar resistenti"
Confronto
scientifico:
- I risultati della ricerca
confermano che Leccino e FS17 sono tolleranti, non
immuni. Possono essere infettati ma mostrano sintomi lievi e miglior
produttività.
- Gli studi su antagonisti
biologici (es. endofiti o batteri benefici) sono promettenti ma in fase
sperimentale.
Conclusione: La dichiarazione è parzialmente
corretta, ma deve essere presentata con il giusto grado di cautela
scientifica.
Conclusioni
generali
Affermazione |
Riscontro scientifico |
Valutazione |
Tesi
negazioniste |
Contraddette
da evidenze solide (EFSA, CNR, UE) |
NEGATIVA |
Critica
agli espianti |
Misure
validate scientificamente e giuridicamente |
NEGATIVA |
Sospetti
penali su gestione |
Archiviazione
conferma correttezza degli scienziati |
NEGATIVA |
Rivegetazione |
Esperienze
marginali, non scientificamente verificate |
FUORVIANTE |
Avanzamento
Xylella |
Confermato
da mappe e dati |
POSITIVA |
Scoperta
cultivar resistenti |
Confermato
ma da non enfatizzare come soluzione definitiva |
POSITIVA MA NON DEFINITIVA |
Xylella fastidiosa: Verità scientifica contro retorica negazionista
Introduzione
La diffusione di Xylella fastidiosa, batterio da quarantena originario del continente americano, ha rappresentato per la Puglia – e in particolare per il Salento – una delle più gravi emergenze fitosanitarie degli ultimi decenni. Dalla sua identificazione nel 2013 ad oggi, le istituzioni italiane ed europee hanno messo in campo strategie di contenimento fondate su evidenze scientifiche condivise a livello internazionale. Tuttavia, a fianco della scienza si è sviluppata una contro-narrazione negazionista e complottista, che ha rallentato l’attuazione delle misure previste, generando confusione nell’opinione pubblica e nei territori colpiti.
Il recente convegno “Check-Up Xylella”, che si terrà a Lecce in questo maggio 2025, ha riproposto queste posizioni, generando un acceso dibattito culminato nel ritiro del patrocinio da parte della Provincia di Lecce. Questo episodio riporta in primo piano una questione cruciale: fino a che punto si può legittimare, in nome della pluralità di opinioni, la diffusione di narrazioni che contrastano con dati scientifici consolidati? Questo saggio analizza nel dettaglio le principali tesi sostenute dai negazionisti e le confronta con le risultanze della comunità scientifica e delle istituzioni competenti.
1. Xylella fastidiosa è davvero la causa del disseccamento rapido degli ulivi?
Sì. La comunità scientifica internazionale ha ampiamente documentato il nesso causale tra la Xylella fastidiosa pauca ST53 e la sindrome del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO). La prima identificazione avvenne nel 2013 da parte di un team del CNR e dell’Università di Bari (Saponari et al.), con successive conferme da numerose pubblicazioni peer-reviewed.
La European Food Safety Authority (EFSA), nel suo parere scientifico del 2015, ha riconosciuto il batterio come agente patogeno da quarantena e responsabile della malattia che ha colpito milioni di ulivi pugliesi. Le sue conclusioni sono state ribadite anche negli aggiornamenti del 2019 e 2023, confermando la trasmissibilità tramite insetti vettori (in primis Philaenus spumarius) e l’inesistenza di cure efficaci una volta avvenuta l’infezione.
2. Le misure di eradicazione e contenimento sono state eccessive o arbitrarie?
No. Le misure di eradicazione, incluse l’abbattimento degli alberi infetti e il blocco delle movimentazioni vegetali, sono state adottate in linea con la Decisione di Esecuzione UE 2015/789, successivamente aggiornata. Tali misure sono state confermate dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella sentenza del 9 giugno 2016, che ha ribadito la necessità e proporzionalità degli interventi per contenere un patogeno privo di cura.
Anche la magistratura italiana, che pure aveva aperto un’inchiesta nel 2015 a seguito delle pressioni di comitati locali, ha archiviato il procedimento nel 2019, escludendo responsabilità penali e riconoscendo la correttezza dell’approccio scientifico e istituzionale.
3. Esistono alternative efficaci agli espianti, come la "rivegetazione"?
Ad oggi, non esistono prove scientifiche che supportino la possibilità di curare alberi sintomatici infettati da Xylella fastidiosa. Le strategie sperimentali basate su endofiti, rame, zolfo, microrganismi antagonisti o “rinegoziazione” ecologica dell’ecosistema sono oggetto di studio ma non hanno validazione sufficiente per essere proposte come alternative praticabili su larga scala.
L’unica risposta concreta emersa dalla ricerca è l’utilizzo di cultivar tolleranti come Leccino e FS17 (Favolosa), che mostrano sintomi meno gravi e una minore carica batterica anche se non sono immuni. Ciò ha permesso una parziale riconversione colturale in alcune zone, ma non rappresenta ancora una soluzione definitiva.
4. I focolai continuano ad avanzare: la Xylella è ancora un’emergenza?
Sì. Secondo i più recenti dati dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, nel 2024 la zona infetta ha raggiunto l’area metropolitana di Bari, e la superficie colpita supera il 40% del territorio agricolo pugliese. L’inerzia iniziale, aggravata da opposizioni locali e ricorsi infondati, ha favorito la diffusione del batterio. EFSA stima che l’area ideale per la proliferazione della Xylella fastidiosa in Europa si estenda anche ad altre regioni del Mediterraneo.
5. Cosa si rischia col negazionismo scientifico?
Il caso pugliese è diventato emblematico del danno provocato dalla diffusione di tesi antiscientifiche. L’iniziale sospensione delle misure di eradicazione e il dilagare della disinformazione nei media e nei convegni “alternativi” hanno contribuito alla perdita di oltre 15 milioni di ulivi, con danni economici stimati in oltre un miliardo di euro. L’OMS e la FAO parlano sempre più spesso di “infodemia” per indicare la pericolosa diffusione di notizie false in campo scientifico, che rallenta le risposte istituzionali e confonde cittadini e agricoltori.
Conclusione
Il convegno “Check-Up Xylella”, pur presentandosi come spazio di confronto, ha finito per rilanciare posizioni già smentite dalla scienza e dalla giustizia. La legittima libertà di espressione non può mai coincidere con la libertà di disinformare, soprattutto quando in gioco c’è la salute di un intero ecosistema agricolo. Occorre ribadire con forza il valore della ricerca, della trasparenza e dell’etica nella comunicazione scientifica. Solo così sarà possibile costruire un futuro sostenibile per l’olivicoltura pugliese.
Bibliografia
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Saponari, M. et al. (2013). Isolation and pathogenicity of Xylella fastidiosa associated with olive decline in Southern Italy. Journal of Plant Pathology.
-
EFSA (2015, 2019, 2023). Scientific Opinion on the risks to plant health posed by Xylella fastidiosa in the EU territory. EFSA Journal.
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Martelli, G. P. (2016). The current status of Xylella fastidiosa and its pathosystem in southern Italy: an overview. Phytopathologia Mediterranea.
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Corte di Giustizia UE, C-78/16 (9 giugno 2016). Sentenza relativa alla validità delle misure di eradicazione di Xylella fastidiosa.
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Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF). Piano di azione nazionale per il contenimento della Xylella fastidiosa, 2018.
-
Regione Puglia, Osservatorio Fitosanitario. Mappe di avanzamento del focolaio Xylella, 2014–2024.
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CNR–IPSP. Dossier tecnico su Xylella fastidiosa, aggiornamento 2023.
-
FAO. (2021). Addressing misinformation in plant health emergencies.
-
World Health Organization (WHO). Managing the COVID-19 infodemic: Promoting healthy behaviours and mitigating the harm from misinformation and disinformation, 2020.