L’agricoltura e l'alimentazione nel Salento con gli Angioini
La stabilità e la sedentarietà delle popolazioni agricole salentine venne meno nel periodo della dominazione Angioina a causa delle continue attività belliche e dell’incremento di epidemie, dovute a zone paludose e malsane, che decimavano le popolazioni, senza trascurare la tante ordinanze di emigrazione per intere famiglie al fine di far ripopolare ed organizzare attività agricole e commerciali in zone interessate ai traffici marittimi, ma tutto ciò ha accentuato carattere di instabilità e di precariato che giustifica lo sviluppo di povertà, di vagabondaggio, del movimento di pellegrini, incentivato dalle continue ed elevate tasse che colpivano categorie produttive assillate da dazi.
Basti ricordare i documenti del 1327 del “Libro Rosso di Gallipoli” e quello del 1395, approntato dall’Università di Lecce, per l’approvazione della regina Giovanna I.
Dei documenti citati va annotato l’elenco dei generi alimentari colpiti da dazi e tassazione: miele, pollame, diversi animali, erbe commestibili, carne di pecora, di capra, di vacca, di giumenta di scrofa, sale, pesce, legumi, ed altri prodotti alimentari che testimoniano il regime alimentare delle popolazioni del Salento, accentuatamente mediterraneo, agricolo, immutato nel corso dei secoli.
Dei documenti citati va annotato l’elenco dei generi alimentari colpiti da dazi e tassazione: miele, pollame, diversi animali, erbe commestibili, carne di pecora, di capra, di vacca, di giumenta di scrofa, sale, pesce, legumi, ed altri prodotti alimentari che testimoniano il regime alimentare delle popolazioni del Salento, accentuatamente mediterraneo, agricolo, immutato nel corso dei secoli.
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