La minaccia arriva
dalla Tunisia, e potrebbe riguardare gli agrumeti dell’Italia così come di
tutti gli altri Paesi europei che affacciano sul Mediterraneo. È da marzo,
infatti, che le autorità fitosanitarie europee hanno intercettato arance
tunisine contaminate dal fungo della “macchia nera”, che danneggia la buccia
degli agrumi rendendoli invendibili.
La macchia nera degli agrumi (Citrus Black Spot) Guignardia
citricarpa
Kiely S. Vanarelli1 , D. Rizzo1 , L. Stefani1 , M. Paoli1 ,
L. Marianelli2
1 . Regione Toscana, laboratorio di diagnostica
fitopatologica e di biologia molecolare del Servizio Fitosanitario Regionale.
2 . Regione Toscana, Servizio Fitosanitario Regionale.
Fase asessuata: Phyllosticta citricarpa (McAlpine) La
macchia nera degli agrumi, causata dal fungo patogeno Guignardia citricarpa
Kiely, è una delle più devastanti malattie degli agrumi che provoca la
maculatura dei frutti e delle foglie di specie appartenenti ai generi Citrus,
Poncirus, Fortunella e loro ibridi. Quasi tutte le specie e varietà di agrumi
coltivate sono soggette alla malattia, fanno eccezione l’arancio amaro e la
limetta di Tahiti. Il limone risulta essere molto suscettibile alla malattia,
che infatti tende a manifestarsi per prima su tale specie. I sintomi
caratterizzanti la macchia nera sono appunto le macchie scure e le lesioni a
chiazze sulla buccia del frutto: per questo motivo, i frutti di agrumi colpiti
non sono commercializzabili sul mercato del fresco. Inoltre, le infezioni più
gravi possono causare la caduta prematura dei frutti soprattutto nelle annate
favorevoli allo sviluppo della malattia, riducendo le rese. Anche i frutti
asintomatici al momento della raccolta possono ancora sviluppare la malattia
durante il trasporto o la conservazione. Per questi motivi, il fungo Guignardia
citricarpa è stato classificato dalla Comunità europea come organismo nocivo
nell’allegato II della direttiva 2000/29/CE del Consiglio. Distribuzione
geografica La malattia è stato rinvenuta per la prima volta in Australia nel
1895 e si è progressivamente diffusa in altre regioni di produzione agrumicola
come Nuova Zelanda, Cina sud-orientale, Russia orientale, Hong Kong, Indonesia,
Giava, Filippine, Singapore, Kenya, Mozambico, Sud Africa, Uganda, Zambia,
Zimbabwe, Argentina e Brasile. Il fungo patogeno è diffuso soprattutto nelle
zone di produzione di agrumi con climi da caldi e umidi a semi-aridi. La
macchia nera non si è mai insediata in Europa, Nordamerica, America Centrale e
nella regione caraibica. Attualmente, infatti, le zone mediterranee sono esenti
dalla malattia quindi gli agrumi provenienti dalle zone infette sopra citate
rappresentano un rischio per l'introduzione di questo patogeno nelle nostre
regioni. Ciclo biologico del fungo e modalità di diffusione La malattia è
influenzata dalla presenza del patogeno, dalle condizioni climatiche favorevoli
per il suo sviluppo e dalla fase fenologica della coltura ospite (fioritura,
allegagione, ingrossamento frutto). Il fungo agente causale della macchia nera
degli agrumi, possiede un ciclo biologico costituito due fasi: una fase
sessuale rappresentata dalle ascospore di Guignardia citricarpa (microconidi)
ed una fase asessuale rappresentata dalle picnidiospore di Phyllosticta
citricarpa (macroconidi). La fase sessuale compare solitamente sulle foglie
cadute a terra prima che si sviluppino gli ascocarpi: essi si sviluppano
durante l’anno sui residui vegetali che ricoprono il terreno. La fase asessuata
compare invece sulle lesioni dei frutti, delle foglie, sui rametti e piccioli
dei frutti ed in abbondanza sui residui colturali al suolo. Le ascospore
vengono prodotte a partire dagli pseudoteci presenti sulle foglie infette che
si sviluppano circa 40-180 giorni dopo che si è instaurata l'infezione. Periodi
con alternanza di pioggia e asciutto favoriscono lo sviluppo della malattia: la
bagnatura e successiva essiccazione delle foglie è essenziale perché avvenga lo
sviluppo dell’ascocarpo. Le piogge sono positivamente correlate con lo sviluppo
della malattia durante i periodi suscettibili: piogge o irrigazioni fanno sì
che vengano rilasciate le ascospore mature, ma precipitazioni troppo abbondanti
interrompono la loro fuoriuscita e portano alla decomposizione delle foglie
morte sulle quali si riproduce il fungo.
Inoltre, l'eccesso di pioggia impedisce la formazione degli
pseudoteci in quanto le foglie vengono colonizzate da funghi saprofiti
competitori del patogeno. Durante le precipitazioni le ascospore mature vengono
espulse fino ad un centimetro di altezza dalla superficie; esse vengono
successivamente diffuse dal vento (su brevi distanze) e dall'acqua. Anche il
materiale vivaistico infetto costituisce un altro potenziale agente di
diffusione; infatti può verificarsi che l’infezione sia latente e non visibile
causando una diffusione a distanza. Nel momento in cui si posano sulle foglie o
sui frutti in una fase fenologica suscettibile e in condizioni climatiche
ottimali, le ascospore germinano e sono in grado di formare un particolare
organo, chiamato appressorio, con cui perforano la superficie vegetale
traendone nutrimento: lo stiletto appuntito penetra nella cuticola,
espandendosi poi in una piccola massa di micelio tra la cuticola e parete epidermica.
Le ascospore si sviluppano sulle foglie infette. In genere l'infezione sulle
foglie rimane latente, senza sviluppo di sintomi fino al momento in cui le
foglie muoiono, anche se di tanto in tanto si verificano macchie fogliari su
foglie più vecchie ancora attaccate all'albero. Le foglie morte possono
produrre ascospore per diversi mesi, anche quando sono in una fase avanzata di
decomposizione. Nella frutta, l’infezione rimane nella fase di riposo fino alla
maturazione, raggiunta la quale l'infezione cresce nella buccia, producendo
macchie nerastre e picnidi (fase asessuata del ciclo biologico del fungo). Con
condizioni ambientali favorevoli, la produzione delle picnidiospore è continua.
Adeguate precipitazioni, temperature e quantità di inoculo devono essere
presenti contemporaneamente perchè l'infezione si verifichi. La temperatura in
particolare influisce su diversi aspetti dell’epidemiologia. Lo sviluppo delle
lesioni sui frutti è correlato con la temperatura: più essa aumenta maggiori
saranno le lesioni. Tuttavia, 4 o 5 mesi dopo la caduta dei petali, i frutti
diventano resistenti, indipendente dalla pioggia, dai livelli di temperatura o
dall’inoculo. Piante ospiti e sintomatologia I principali ospiti di Guignardia
citricarpa sono le piante appartenenti al genere Citrus: C. limonia, C.
nobilis, C. poonensis, C. tankan, pompelmo (C. paradisi), limone (C. limon),
lime (C. aurantifolia), mandarino (C. reticulata), arancio (C. sinensis).
L’arancio amaro (C. aurantium) non è suscettibile. Alcune piante ospiti di
Guignardia citricarpa non appartenenti al genere Citrus includono: mandorlo
(Prunus dulcis), avocado (Persea americana), Eucalyptus spp., guava (Psidium
guajava, P. montanum), mango (Mangifera indica), frutto della passione
(Passiflora edulis), Rubus spp. e diverse specie ornamentali come Caesalpinia
pulcherrima, Callistemon citrinus, Camellia japonica, Dendrobium speciosum,
Ilex aquifolium, Magnolia sp., Smilax sp. Altre specie senalate come ospiti del
patogeno sono: cardamomo (Elettaria cardamomum), Cola nitida, Dioscorea
pentaphylla, Eucalyptus deglupta e canna da zucchero (Saccharum officinarum).
Sintomi sui frutti I frutti possono presentare diversi tipi di sintomi a
seconda delle condizioni climatiche favorevoli o meno allo sviluppo del fungo come
temperatura, piovosità o siccità e dalla fase fenologica in cui si trova la
pianta ospite (fioritura, allegagione, ingrossamento frutto, invaiatura) al
momento dell’infezione. I sintomi sui frutti sono di talmente tante tipologie
diverse che c’è un po’ di confusione in merito alla loro caratterizzazione e
riconoscimento. I vari tipi di sintomi spesso si sovrappongono e sono molto
vari anche i nomi che vengono usati per riconoscerli. I sintomi sui frutti
possono essere classificati in 4 diverse tipologie d’infezione. I nomi con cui
vengono più comunemente indicati i sintomi sono: macchia nera o punto nero,
macchia a lentiggini, falsa melanosi, macchia virulenta. 1) Macchie nere o
Punti neri: Sono riconoscibili sulla buccia perché hanno forma circolare, presentano
una parte centrale di colore grigio con un bordo ad anello di colore nero o
marrone scuro di 3-10 mm di diametro. Questo tipo di lesioni si sviluppano nel
frutto durante l’accrescimento; compaiono di solito quando il frutto comincia a
virare il suo colore dal verde al giallo/arancio. Spesso ma non sempre
all’interno delle lesioni sono presenti i picnidi, visibili come piccoli
puntini neri su fondo grigio.
Fig. 1-2-3: Agrumi infetti che mostrano
tipici sintomi di macchia nera con anello circolare scuro con all’interno i
picnidi del fungo. © Picture by Laore Agenzia Regionale
per sviluppo in agricoltura, Regione Autonoma Sardegna.
2) Macchie a lentiggini:
Sono lesioni che compaiono sui frutti maturi, solitamente
dopo la raccolta: piccoli (1–3 mm di
diametro), rotondeggianti, di colore marrone chiaro o
rossiccio, infossati nella buccia. I picnidi
sono presenti solo in alcuni casi in questo tipo di
lesione. Spesso, ma non sempre, le lesioni hanno
un bordo rosso scuro o marrone e possono accompagnare le
lesioni precedenti e apparire come
macchie satelliti attorno ad esse.
Fig. 4-5-6: Agrumi infetti che mostrano
tipici sintomi di macchie a lentiggini, di colore marrone chiaro, infossati
nella buccia. © Picture by Laore Agenzia
Regionale per sviluppo in agricoltura, Regione Autonoma Sardegna.
3) Macchie Virulente:
Le lesioni precedenti possono unirsi a formare le macchie
virulente. Questa è la forma più
pericolosa di lesione in quanto si estende profondamente
all’interno della buccia sino ad arrivare
alla polpa del frutto. Le macchie virulente virano dal
marrone al nero, sviluppano una consistenza
dura e possono arrivare a coprire interamente la
superficie del frutto.
Sono lesioni di forma irregolare che si formano sui frutti
al momento della raccolta o inizio
maturazione; dipendono fortemente dalle condizioni
climatiche favorevoli allo sviluppo del fungo
(umidità relativa alta); il fungo in questa fase penetra all’interno
dei frutti provocandone la cascola
mentre quelli che rimangono sull’albero non sono
commercializzabili.
Fig. 7-8-9: Agrumi infetti
che mostrano tipici sintomi
di macchia virulenta con
lesioni scure di forma
irregolare.
© Picture by Laore,
Agenzia Regionale per
sviluppo in agricoltura,
Regione Autonoma
Sardegna.
Si tratta di piccole lesioni di circa 1 mm di diametro,
sporgenti, di colore marrone scuro che si
sviluppano sui frutti verdi.
4) Falsa melanosi:
Sintomi su foglie e rametti
In questo caso i sintomi appaiono dapprima sulle foglie
mature come piccole macchioline circolari
di colore dal rosso al marrone, visibili su entrambi le
pagine fogliari. Con il tempo, la parte centrale
delle lesioni scurisce e appare un anello marrone scuro o
nero attorno ad esse. Le lesioni
rimangono di piccole dimensioni, non superano i 3 mm di
diametro e spesso sono circondate da un
alone clorotico giallastro.
Fig. 10: Frutto con sintomi tipici di
falsa melanosi. Fig. 11-12: Lesioni fogliari di forma circolare con all’interno
i
picnidi del fungo. © Picture by Laore Agenzia Regionale
per sviluppo in agricoltura, Regione Autonoma Sardegna.
Difesa
Il controllo colturale
· Rimuovere
la frutta infetta riduce la diffusione del patogeno;
· Potare
le piante infette con successivo allontanamento dal campo dei residui
colturali;
· Ridurre
i residui colturali a terra: aumentando le irrigazioni in modo da favorirne la
decomposizione oppure tramite bruciatura degli stessi.
Il controllo chimico
Prevede l'uso di fungicidi a base di rame (solfato di
rame, idrossido di rame, ossicloruro di rame)
oppure a base di strobilurine. Un fungicida sistemico che
sia in grado di prevenire lo svilupparsi
delle infezioni quiescenti deve ancora essere determinato.
Alcuni fungicidi da usare in post raccolta recentemente
registrati in USA sulla frutta (Qol e
fenilpirroli) possono essere usati per ridurre la
possibile diffusione della malattia attraverso il
trasporto
della frutta.
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