venerdì 5 luglio 2019

6000 anni fa' la temperatura era più calda di 2°C rispetto a quella attuale, le piogge erano abbondanti e lo sviluppo agricolo si affermava soprattutto in Egitto e in Mesopotamia.



Le temperature durante gli ultimi 6000 anni
6000 anni fa' la temperatura era più calda di 2°C rispetto a quella attuale, le piogge erano abbondanti e lo sviluppo agricolo si affermava soprattutto in Egitto e in Mesopotamia.
6000 anni fa non c’era il deserto del Sahara
Laghi, praterie, ippopotami e giraffe: così sarebbe stato, almeno in parte, il deserto sahariano non in chissà quale era geologica, ma poco più di 5000 anni fa. La trasformazione avrebbe avuto luogo quasi all'improvviso contemporaneamente in tutta la metà settentrionale del Continente Africano, secondo i risultati di uno studio. Il periodo umido, chiamato Periodo umido africano, iniziò e finì piuttosto repentinamente, confermando studi precedenti da parte di altri gruppi scientifici. Verso la fine del periodo umido, pressapoco circa 6.000 anni fa, la polvere era di appena il 20 per cento del livello di oggi, una differenza drastica che suggerisce come il deserto nord-africano fosse diverso e probabilmente meno esteso. (Earth and Planetary Science Letters - David McGee professore assistente nel dipartimento MIT delle scienze della terra, dell'atmosfera e planetarie)

6000 anni fa con lo scioglimento dei ghiacci, specie della calotta boreale (che si spingeva fino all’Europa continentale e agli Stati Uniti), la litosfera sottostante è divenuta oggetto di un lento movimento di sollevamento, che continua ancora, per raggiungere un nuovo equilibrio “isostatico”.
Questo si nota ad esempio nel Nord America, nella baia di Hudson, che si è notevolmente ristretta rispetto a 6000 anni fa, ma anche nel Nord Europa (penisola scandinava e Danimarca).
Per quanto riguarda gli ultimi 4 millenni, possono esser fatte le seguenti ulteriori segnalazioni.
Durante l'Età del bronzo (Sub-boreale) il clima è stato fresco umido, ma alla fine, tra 1050 e 800 a. C., al tempo del passaggio all’età del Ferro, si è verificato un intervallo caldo.
Poi, tra 800 a.C. e 300 a.C. (è ormai iniziato il Sub-atlantico) vi sono stati cinque secoli di clima piuttosto freddo, con un aumento della piovosità su tutta l'Europa. I primi secoli di questo intervallo sono stati caratterizzati da eventi piuttosto violenti, come spesso accade all’inizio di un nuovo ciclo climatico.
In Italia anche il Po ha cambiato corso. I decenni più freddi sembrano esser stati quelli tra il 520 e il 350 a.C., che rappresentano la cosiddetta piccola età glaciale arcaica.
E’ seguito un periodo di optimum climatico secondario in Età romana, tra il III secolo a.C. e il IV d.C.).
Un nuovo corrompimento del clima sopraggiunge poi nel V secolo, con acme tra il 500 e il 750 d.C., la cosiddetta piccola età glaciale altomedievale (o diluvio di Paolo Diacono). Anche la rete fluviale della Pianura Padana ne viene sconvolta.
A questo fa seguito un altro periodo relativamente più caldo tra il IX e il XI secolo d.C., l’optimum climatico medievale,
Seguono poi altri secoli di raffreddamento, con due momenti particolarmente significativi, prima tra 1100 e 1350, poi tra 1590 e 1850: è la piccola età glaciale di età moderna, Nella bassa Pianura Padana i fiumi diventano quasi tutti pensili e la popolazione reagisce rialzando gli argini.
Dopo il 1850 inizia la fase calda attuale.

Fonte: Come e quando è cambiato il clima nel passato ? http://www.naturalistiferraresi.org/wp-content/uploads/2017/05/Paleoclimi.pdf


Il riscaldamento dell'olocene

L'Olocene iniziò 11.600 anni fa, alla fine dello Younger Dryas, e fu contrassegnato dal ritiro definitivo delle calotte glaciali su posizioni approssimativamente simili a quelle attuali. Le variazioni climatiche, pur frequenti, si fanno meno violente. L'età recente e le abbondanti testimonianze sedimentarie consentono una cronologia piuttosto precisa.
All'inizio dell'Olocene il Sahara si restrinse al punto che il suo limite meridionale si trovava a 500 chilometri più a nord di oggi: fino alla latitudne dell'Haggar e del Tibesti, tra Algeria, Libia, e Ciad, si estendeva una savana popolata da mammiferi, anche di grossa taglia, tappezzata di laghi più o meno grandi in cui pullulavano coccodrilli e ippopotami.
8200 anni fa il collasso definitivo della calotta Laurentide provocò un nuovo stop alla circolazione termoalina con il raffreddamento di circa 3 gradi della temperatura media del mare; per 400 anni tornarono le condizioni climatiche dello Younger Dlyas il momento di massimo scostamento delle temperature dalla media degli ultimi 11.000 anni.
Nel Vicino Oriente le popolazioni della Mezzaluna Fertile soffrirono non poco questo episodio climatico. Il lago Eusino (l'odierno Mar Nero), si trovò al livello più basso della sua storia, perché l'evaporazione, peraltro scarsa, non venne più compensata dall'afflusso di acqua proveniente dai fiumi della Russia, dove le precipitazioni erano estremamente ridotte.
La circolazione termoalina si ripristinò 7800 anni fa e ritornarono definitivamente figure atmosferiche a noi ben note come l'anticiclone delle Azzorre e le depressioni dell'Islanda e iniziò una fase di optimum climatico. Datano a questa fase i primi grandi villaggi agricoli in Mesopotamia.
Intanto i mari risalivano al ritmo di 46 mm/anno e per questo 7600 anni fa le acque del Mediterraneo invasero la depressione del Lago Eusino, che tornò ed essere il Mar Nero. L'aumento delle temperature consenti l'espansione verso l'Europa Centrale delle popolazioni agricole, contraddistinta dalla ceramica a bande lineari.
 Le condizioni calde perdurarono per parecchio tempo e 6000 anni fa l'agricoltura si era ormai espansa in tutta Europa. Il livello dei mari era circa un paio di metri sopra l'attuale. La geografia di Africa e Vicino Oriente era molto diversa da oggi: temperature e precipitazioni in Mesopotamia maggiori di quelle attuali consentivano una agricoltura intensiva mentre le incisioni rupestri in Algeria Meridionale dimostrano episodi di caccia a elefanti, bufali, rinoceronti e ippopotami.
Nel Sudan erano presenti ampi fiumi permanenti e il clima umido consentiva l'esistenza di laghi anche a occidente della valle del Nilo.
Le condizioni peggiorarono 5.000 anni fa con un periodo pile fresco e più asciutto in Europa, Mediterraneo e aree limitrofe. È questo il momento, in coincidenza di un indebolimento e di uno spostamento verso sud del monsone estivo, che iniziò il progressivo inaridimento di Mesopotamia e Punjab.
Africa ed Egitto vennero parimenti colpiti dalla siccità: le piene del Nilo diminuirono fortemente e anche il confine tra Sahara e Sahel, come il monsone, si spostò verso sud. Un drammatico segno di ciò è evidenziato dalle pitture rupestri dell'Algeria meridionale, nelle quali bovini addomesticati e piccola selvaggina prendono il posto delle raffigurazioni di grossi animali. Con il progressivo aumento della siccità la valle del Nilo diventerà l'unico luogo abitabile dell'area. Da allora periodi un po' più caldi e secchi (come quello romano e quello alto-medievale) si alternano a periodi più freschi e umidi (come la Piccola Era Glaciale).
Sono particolarmente degne di nota le siccità iniziate nell'area del Mediterraneo e del Vicino Oriente nel XXII e nel XI secolo a.C. che hanno provocato grossi problemi alle civiltà dell'epoca.
l Capitolo elaborato dal Dr. Aldo Piombino

Fonte: Brunetto Chiarelli, I centri genetici delle piante coltivate L'origine delle culture e il futuro dell’umanità

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