Le temperature durante gli ultimi 6000 anni
6000 anni fa' la temperatura era più calda di 2°C rispetto a
quella attuale, le piogge erano abbondanti e lo sviluppo agricolo si affermava soprattutto
in Egitto e in Mesopotamia.
6000 anni fa non c’era il deserto del Sahara
Laghi, praterie, ippopotami e giraffe: così sarebbe stato, almeno
in parte, il deserto sahariano non in chissà quale era geologica, ma poco più
di 5000 anni fa. La trasformazione avrebbe avuto luogo quasi all'improvviso
contemporaneamente in tutta la metà settentrionale del Continente Africano,
secondo i risultati di uno studio. Il periodo umido, chiamato Periodo umido
africano, iniziò e finì piuttosto repentinamente, confermando studi precedenti
da parte di altri gruppi scientifici. Verso la fine del periodo umido,
pressapoco circa 6.000 anni fa, la polvere era di appena il 20 per cento del
livello di oggi, una differenza drastica che suggerisce come il deserto
nord-africano fosse diverso e probabilmente meno esteso. (Earth and Planetary
Science Letters - David McGee professore assistente nel dipartimento MIT delle
scienze della terra, dell'atmosfera e planetarie)
6000 anni fa con lo scioglimento dei ghiacci, specie della
calotta boreale (che si spingeva fino all’Europa continentale e agli Stati
Uniti), la litosfera sottostante è divenuta oggetto di un lento movimento di
sollevamento, che continua ancora, per raggiungere un nuovo equilibrio
“isostatico”.
Questo si nota ad esempio nel Nord America, nella baia di
Hudson, che si è notevolmente ristretta rispetto a 6000 anni fa, ma anche nel
Nord Europa (penisola scandinava e Danimarca).
Per quanto riguarda gli ultimi 4 millenni, possono esser
fatte le seguenti ulteriori segnalazioni.
Durante l'Età del bronzo (Sub-boreale) il clima è stato
fresco umido, ma alla fine, tra 1050 e 800 a. C., al tempo del passaggio
all’età del Ferro, si è verificato un intervallo caldo.
Poi, tra 800 a.C. e 300 a.C. (è ormai iniziato il
Sub-atlantico) vi sono stati cinque secoli di clima piuttosto freddo, con un
aumento della piovosità su tutta l'Europa. I primi secoli di questo intervallo
sono stati caratterizzati da eventi piuttosto violenti, come spesso accade
all’inizio di un nuovo ciclo climatico.
In Italia anche il Po ha cambiato corso. I decenni più
freddi sembrano esser stati quelli tra il 520 e il 350 a.C., che rappresentano
la cosiddetta piccola età glaciale arcaica.
E’ seguito un periodo di optimum climatico secondario in Età
romana, tra il III secolo a.C. e il IV d.C.).
Un nuovo corrompimento del clima sopraggiunge poi nel V
secolo, con acme tra il 500 e il 750 d.C., la cosiddetta piccola età glaciale
altomedievale (o diluvio di Paolo Diacono). Anche la rete fluviale della
Pianura Padana ne viene sconvolta.
A questo fa seguito un altro periodo relativamente più caldo
tra il IX e il XI secolo d.C., l’optimum climatico medievale,
Seguono poi altri secoli di raffreddamento, con due momenti
particolarmente significativi, prima tra 1100 e 1350, poi tra 1590 e 1850: è la
piccola età glaciale di età moderna, Nella bassa Pianura Padana i fiumi
diventano quasi tutti pensili e la popolazione reagisce rialzando gli argini.
Dopo il 1850 inizia la fase calda attuale.
Fonte: Come e quando è cambiato il clima nel passato ? http://www.naturalistiferraresi.org/wp-content/uploads/2017/05/Paleoclimi.pdf
Il riscaldamento dell'olocene
L'Olocene iniziò 11.600 anni fa, alla
fine dello Younger Dryas, e fu contrassegnato dal ritiro definitivo delle
calotte glaciali su posizioni approssimativamente simili a quelle attuali. Le
variazioni climatiche, pur frequenti, si fanno meno violente. L'età recente e
le abbondanti testimonianze sedimentarie consentono una cronologia piuttosto
precisa.
All'inizio dell'Olocene il Sahara
si restrinse al punto che il suo limite meridionale si trovava a 500 chilometri
più a nord di oggi: fino alla latitudne dell'Haggar e del Tibesti, tra Algeria,
Libia, e Ciad, si estendeva una savana popolata da mammiferi, anche di grossa
taglia, tappezzata di laghi più o meno grandi in cui pullulavano coccodrilli e
ippopotami.
8200 anni fa il collasso
definitivo della calotta Laurentide provocò un nuovo stop alla circolazione
termoalina con il raffreddamento di circa 3 gradi della temperatura media del
mare; per 400 anni tornarono le condizioni climatiche dello Younger Dlyas il
momento di massimo scostamento delle temperature dalla media degli ultimi
11.000 anni.
Nel Vicino Oriente le popolazioni
della Mezzaluna Fertile soffrirono non poco questo episodio climatico. Il lago
Eusino (l'odierno Mar Nero), si trovò al livello più basso della sua storia,
perché l'evaporazione, peraltro scarsa, non venne più compensata dall'afflusso
di acqua proveniente dai fiumi della Russia, dove le precipitazioni erano
estremamente ridotte.
La circolazione termoalina si
ripristinò 7800 anni fa e ritornarono definitivamente figure atmosferiche a noi
ben note come l'anticiclone delle Azzorre e le depressioni dell'Islanda e
iniziò una fase di optimum climatico. Datano a questa fase i primi grandi
villaggi agricoli in Mesopotamia.
Intanto i mari risalivano al
ritmo di 46 mm/anno e per questo 7600 anni fa le acque del Mediterraneo
invasero la depressione del Lago Eusino, che tornò ed essere il Mar Nero.
L'aumento delle temperature consenti l'espansione verso l'Europa Centrale delle
popolazioni agricole, contraddistinta dalla ceramica a bande lineari.
Le condizioni calde perdurarono per parecchio
tempo e 6000 anni fa l'agricoltura si era ormai espansa in tutta Europa. Il
livello dei mari era circa un paio di metri sopra l'attuale. La geografia di
Africa e Vicino Oriente era molto diversa da oggi: temperature e precipitazioni
in Mesopotamia maggiori di quelle attuali consentivano una agricoltura
intensiva mentre le incisioni rupestri in Algeria Meridionale dimostrano
episodi di caccia a elefanti, bufali, rinoceronti e ippopotami.
Nel Sudan erano presenti ampi
fiumi permanenti e il clima umido consentiva l'esistenza di laghi anche a
occidente della valle del Nilo.
Le condizioni peggiorarono 5.000
anni fa con un periodo pile fresco e più asciutto in Europa, Mediterraneo e
aree limitrofe. È questo il momento, in coincidenza di un indebolimento e di
uno spostamento verso sud del monsone estivo, che iniziò il progressivo
inaridimento di Mesopotamia e Punjab.
Africa ed Egitto vennero
parimenti colpiti dalla siccità: le piene del Nilo diminuirono fortemente e
anche il confine tra Sahara e Sahel, come il monsone, si spostò verso sud. Un
drammatico segno di ciò è evidenziato dalle pitture rupestri dell'Algeria
meridionale, nelle quali bovini addomesticati e piccola selvaggina prendono il
posto delle raffigurazioni di grossi animali. Con il progressivo aumento della
siccità la valle del Nilo diventerà l'unico luogo abitabile dell'area. Da
allora periodi un po' più caldi e secchi (come quello romano e quello
alto-medievale) si alternano a periodi più freschi e umidi (come la Piccola Era
Glaciale).
Sono particolarmente degne di
nota le siccità iniziate nell'area del Mediterraneo e del Vicino Oriente nel
XXII e nel XI secolo a.C. che hanno provocato grossi problemi alle civiltà
dell'epoca.
l Capitolo elaborato dal Dr. Aldo Piombino
Fonte: Brunetto Chiarelli, I centri genetici delle piante coltivate
L'origine delle culture e il futuro dell’umanità
Nessun commento:
Posta un commento