sabato 13 luglio 2019

Si possono conservare gli olivi monumentali e secolari del Salento?

Christophe Drénou -  Doctor-Engineer presso l'Institute for Forest Development (CNPF), l'autore è un formatore specialista di architettura, le dimensioni e le radici degli alberi e ha scritto diverse opere di divulgazione scientifica su questi temi.


La proposta è quella dello sviluppo di un metodo ARCHI specifico per l'olivo ( Olea europaea L.) in Puglia - Italia

Lo sviluppo di un metodo ARCHI specifico per l'olivo richiede un approccio scientifico in più fasi effettuato da Christophe DRÉNOU –della Scuola di Montpellier.
Tale approccio si articola nelle fasi seguenti:
        studio dell'ontogenesi dell'Olea europaea , cioè delle diverse fasi di sviluppo dalla germinazione alla senescenza
        studio delle variazioni quantitative dei morfotipi secondo gli ambienti (foresta, foresta esterna, altitudine, ecc.)
        studio delle deviazioni dal carattere normale (natura, ampiezza, compartimenti o diffusi, ecc.)
        studio dei meccanismi di ritorno alla normalità (reiterazione totale, parziale o abortita)
        tipologia dei tipi di ARCHI secondo il bilancio di degrado / restauro
        realizzazione di una chiave per guidare e calibrare le valutazioni
        test e regolazioni chiave

Gli scienziati si impegnano a fornire uno strumento semplice (vocabolario popolare, criteri visivi e essenzialmente qualitativi), veloce (dopo l'allenamento, la diagnosi richiede da 3 a 5 minuti per albero), riproducibile (chiave unica per tutti gli ulivi qualunque sia il loro passato e il loro ambiente), utilizzabile in autonomia (da una persona, ma a volte è consigliabile essere due per girare intorno agli alberi e trovare il miglior angolo di campo), economico (solo un paio di binocoli è sufficiente) e sotto forma di un A4 stampato.
In definitiva questi osservatori, attraverso il manuale messo a disposizione sono in grado di predire quali degli ulivi resisterà alla Xylella e che tipo di interventi (potatura, tecnica di coltivazione ecc.) si devono mettere in atto per conservarli in produzione. Ma non basta perchè in un secondo momento, si effettuerà anche uno studio all' apparato radicale, per capirne il "ruolo" per poi continuare....studiando anatomia, genetica etc.. dei soggetti potenzialmente resilienti.

Antonio Bruno

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