Anni fa nelle bellissime visite in Biblioteca Provinciale, ospitata nell’ex Collegio Argento di Lecce, ho fotografato le pubblicazioni della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Lecce diretta dal Prof. Ferdinando Vallese.
Il Prof. V. Gargiulo che collaborava con quella cattedra è l’autore di questa breve guida.
Lo sfruttamento del baco da seta (Bombyx mori L.), lepidottero originario delle pendici himalayane (Reali et al., 1985), pare risalire al Neolitico (Gong et al., 2016).
Questo lungo periodo di domesticazione, in cui l’insetto è stato protetto da parte dell’uomo, lo ha reso incapace di sopravvivere allo stato selvatico, tanto che attualmente in natura si trova solo l’antico progenitore Bombyx mandarina L.
Sul piano della politica agricola, il regolamento 1308 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre del 2013 suggerisce al considerando 52:
«È opportuno che l’aiuto concesso all’Unione per l’allevamento dei bachi da seta sia disaccoppiato all’interno del regime dei pagamenti diretti, in linea con l’approccio seguito per gli aiuti concessi in altri settori».
I singoli Stati sono stati lasciati liberi di decidere se sostenere il settore o meno. L’Italia, a differenza di quanto fatto in altri Paesi europei, come Grecia e Romania, ha deciso di non erogare alcun aiuto accoppiato per la produzione dei bozzoli trasformando, come è successo in altri settori, il quadro economico della bachicoltura.
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