Gli alberi sono come noi Per favore non tagliateli
Oltre l'umana comprensione (o della naturale comprensione). Se un marciapiede è rotto perché la mia radice cerca aria e acqua (da sotto), non hai bisogno di elimi-nare me. Elimina il marciapiede che, tanto, il tuo piede marcereb-be bene anche su un letto d'erba fatto. E non tí sembri utopia, ché in altri luoghi (un po' più a nord dell'italico disegno. ad esempio) è già abitudine, pratica consuma-ta, direi che è già sbadiglio. Alla Signora che si lamenta che l'inse-gna non si vede, poi, toglierei proprio l'insegna, che tanto non insegna niente. Non così gli uc-celli. I rami. Le chiome verdi e alte più dei piani umani. Buona-notte Lecce. lo ci sono ancora. Almeno fino a domani. Un Pino dei Trecentomila
Ci sono due fatti del 1995 che voglio ricordare. Era giugno e, a più di 1500 me-tri sul livello del mare, sui monti della Norvegia, Arne Naess, pa-dre dell'Ecosofia e promotore del primo Movimento per l'Ecologia del Profondo, in un'intervista par-la della natura profonda delle in-terrelazioni che avvengono tra l'essere umano e la natura e an-che di come l'uomo, da allora in avanti, dovesse essere considera-to unicamente in quanto "uomo nella biosfera", perché ogni orga-nismo è un'interazione. Pochi giorni dopo, sotto un al-bero di albicocco della campagna
fiorentina, decideva di andarsene Alexander Langer, uomo umanis-simo, pensatore, osservatore, eco-logista, tra i fondatori dei Verdi Italiani e promotore di una "con-versione ecologica", ovvero della pratica necessaria all'uomo per accorgersi dei guasti della delega alla tecnologia e della pervasionc dell'uno in tutte le cose. Sia Naess sia Langer promuo-vono un pensiero dedicato alla natura intriso di spiritualità non dogmatica. Una spiritualità uma-nista ma non antropocentrica. che aiuti l'uomo a riappropriarsi del-la conoscenza intuitiva grazie al-la quale egli sa di esser parte del tutto vivente. Che lo .ponga alla pari con la roccia, con la foglia, con il richiamo degli uccelli. Che, soprattutto, lo inviti all'at-tenzione e gli imponga umiltà nella pratica quotidiana dell'arbi-trio verso e contro la natura. Ora, che tagliare degli alberi dritti, giovani, sani per ripristina-re degli spartitraffico sia una pra-tica. contro natura e, quindi, (al-meno secondo Naess e Langer) contro l'umanità, dovrebbe esse-re agli occhi di tutti! Ma cosi non è. Così, ancora, non è. Alme-no a queste latitudini. Questo è stato uno dei motivi principali
per i quali mi sono occupata, in-sieme ad alcuni compagni di stra-da del Comitato Verde Santa Ro-sa, di realizzare a Lecce pochi giorni fa un convegno sugli albe-ri, in cui il miscelarsi di compe-tenze diversissime, punti di par-tenza formativi lontani tra di lo-ro, esperienze indipendenti pro-muovesse un invito rivolto a tutti per un cambio di sensibilità e l'a-dozione di una pratica quotidiana dell'accorgersi. D'altronde lo augurava, nei suoi saluti, lo stesso assessore al verde pubblico di Lecce, doti Ga-etano Messuti, quando riconosce-va che un vecchio sistema di pen-siero era giunto al termine, per essere sostituito da pratiche, stru-menti e sensibilità nuove. Archi-tetti, agronomi, sociologi, psicolo-gi ed ecopsicologi. biologi, ecolo-gi, costituzionalisti e imprendito-ri sociali si sono volutamente ri-trovati insieme a provare a gioca-re fuori casa e a lasciare che le proprie conoscenze settorialì si contaminassero. Parlare di alberi e non parlare solo di verde. Conoscere gli albe-ri, prima ancora di deciderne la sorte. Curare e amare gli alberi e non manutenerli. Permettere agli alberi di filtrare e ripulire l'aria
che respiriamo. Apprendere intui-tivamente la gratitudine per gli al-beri. Capire come passi il tempo da come cambia il paesaggio del-l'uomo e sperimentare nuove eco-logie nell'agricoltura urbanaiden-tificare gli albera come vita men-tale dell'uomo. Prendersi cura de-gli alberi per prendersi cura dei legami sociali.di una comunità. Costruire sugli alberi una casa co-mune: Di questo hanno detto i gene-rosi relatori di "Alberi in città" lo scorso 21 gennaio, presso il rettorato dell'Università del Sa-lento. Di questo continueranno a parlare i bambini delle scuole pri-marie della Provincia di Lecce, durante il Forum dei Bambini sul Paesaggio Urbano, coordinato in primavera da Annalisa Calcagno Maniglio, docente emerita di Ar-chitettura del paesaggio dell'Università di Genova e una delle ideatrici del testo della Con-venzione europea del paesaggio firmata a Firenze nel 2000. Ai bambini non piacerà veder taglia-ti i pini di piazza Mazzini, sapen-do che si potevano usare misure alternative. Ai bambini piacerà in-vece una piazza verde, con nuovi alberi al posto del cemento, a logare con i loro fratelli maggio-ri. Ai nostri bambini dedico le ul-time parole di Alexander Unger. "Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto". Maria Cucurachi presidente Comitato Veri/t. Santa Roso
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