Trattamento in acqua calda delle barbatelle: Nota tecnico‐informativa
Il trattamento in acqua calda di materiali di propagazione dormienti (in inglese Hot Water Treatment o HWT),
come appunto, per la vite, barbatelle e talee, è una tecnica vivaistica ormai sperimentata e consolidata,
finalizzata a prevenire e/o eliminare la presenza di alcuni patogeni e parassiti all’interno o sulla superficie dei
tessuti legnosi trattati. Sebbene questa tecnica non sia ancora largamente diffusa e sia utilizzata
prevalentemente nel caso di specifiche problematiche fitosanitarie, è utile comprenderne a fondo gli aspetti
tecnici, i vantaggi e gli eventuali svantaggi così come sfatare alcuni luoghi comuni privi di fondamento
scientifico. L’obbligo di trattamento delle barbatelle prodotte in Puglia nell’area dichiarata infetta dal Xylella
fastidiosa subspecie pauca, ferma restando l’immunità della vite al ceppo specifico ritrovato in Salento, è
stato imposto dall’Europa (Decisione della Commissione N. 2015/2417/UE del 17/12/2015) per il principio di
precauzionalità; il trattamento in questione, seguendo il protocollo ufficiale EPPO (Organizzazione Europea
per la Protezione delle Piante; Bulletin OEPP/EPPO Bulletin, 42(3), 490‐492), è il medesimo sperimentato e
messo a punto per prevenire, in diverse aree europee, la diffusione del fitoplasma della Flavescenza dorata:
esso consiste in un trattamento della durata di 45 minuti in acqua alla temperatura di 50°C. Le attuali
macchine termoterapiche, seguendo le specifiche tecniche del citato protocollo EPPO, sono state
notevolmente perfezionate, in modo da garantire efficacia e sicurezza di trattamento con un controllo
assoluto della temperatura nell’ordine di appena un decimo di grado (0,1°C). Il principale inconveniente che
limita la diffusione della tecnica HWT su larga scala è certamente l’incremento dei costi di produzione legati
sia all’ammortamento dei macchinarisia a manodopera, consumo di acqua e gas/gasolio per il riscaldamento
dell’acqua. Mentre sulla base della letteratura scientifica non sono riportati effetti dannosi di tali
temperature sulla vitalità delle piante dormienti trattate, alcune esperienze empiriche segnalano solo la
possibilità di un leggero ritardo (dell’ordine di qualche giorno) nel germogliamento delle barbatelle messe a
dimora. Veniamo ora ai numerosi vantaggi della tecnica ovvero alla sua efficacia fitosanitaria
nell’eliminazione di patogeni e parassiti. Come è riportato in numerosi studi scientifici è stata dimostrata
l’efficacia nel contenimento di: 1) Fitoplasmi come l’agente della Flavescenza Dorata ma anche del Legno
nero della vite; 2) Funghi lignicoli trasmissibili con il materiale di propagazione come gli agenti di Mal dell’Esca
ed Esca precoce o Malattia di Petri (ad es. Phaeomoniella spp. e Pheaoacremonium spp.) nonché dell’Eutipiosi
(Eutypa lata); 3) Acari eriofidi svernanti nelle gemme come il Colomerus vitis (agente dell’erinosi) e
Calepitrimerus vitis (agente dell’Acariosi della vite); 4) Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa (agente della
Malattia di Pierce in California, fortunatamente non esistente in Europa); 5) il pericolosissimo Agrobacterium
vitis agente del Tumore batterico o Rogna della vite (agente da quarantena in molti Paesi viticoli
extraeuropei); 6) Viteus vitifoliae ovvero la famigerata fillossera (anch’essa insetto da quarantena in
numerosi Paesi come Australia, Cina, Cile, etc.); 7) Nematodi cisticoli come Meloidogyne spp. e naturalmente
anche altre specie ectoparassite come gli Xiphinema, alcuni (X. index e X. diversicaudatum) efficienti vettori
di virus. Determinando un perfetto lavaggio delle barbatelle, il trattamento HWT previene altresì il trasporto
passivo di tutti i possibili organismi nocivi contenuti nel terreno aderente soprattutto all’apparato radicale.
Per evitare malintesi è oltremodo utile sapere che nessun effetto ed efficacia della tecnica HWT sono ad oggi
dimostrati nei confronti di virus/viroidi (agenti patogeni intracellulari) e quindi nel controllo diretto delle
relative malattie nei materiali vivaistici.
Per concludere, il termotrattamento HWT, ormai obbligatorio per esportare in diversi Paesi (ad es. Brasile e
Svizzera), è attualmente da considerare un importante strumento tecnico/commerciale per: a) il
miglioramento qualitativo/fitosanitario dei materiali di propagazione a maggior garanzia dell’esenza da
numerosi organismi nocivi e da quarantena; b) la riduzione dei contenziosi tra viticoltori e vivaisti; c)
rappresentare una leva commerciale e quindi un’opportunità per conquistare nuovi mercati sempre più
esigenti. Aspettiamoci ed auguriamoci quindi che, in un imminente futuro, il trattamento termico in acqua
calda divenga una consuetudine di tutti i vivai viticoli a maggior garanzia dello stato sanitario delle nostre
barbatelle.
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