giovedì 6 gennaio 2011

Misurare il vento del Salento leccese

Misurare il vento del Salento leccese


di Antonio Bruno*



Lu Salentu, lu sule, lu mare e lu jentu che tradotto significa: Il Salento, il sole, il mare e il vento. Già il vento! Ma cos'è? Te lo sei mai chiesto? E tu che sei proprietario di un pezzetto di ambiente che è Paesaggio rurale del Salento leccese che interesse hai a conoscere cos'è il vento?

Il vento consiste nel movimento orizzontale di masse d’aria ed è generato dalla differenza di pressione atmosferica in senso orizzontale. Lo so, ti sei perso, aspè, non cambiare pagina che ti spiego. Tutti crediamo di parlare la stessa lingua, invece c'è il dottoreagronomichese che è una lingua che i dottori agronomi si sono inventata per capirsi tra di loro e non farsi capire dagli altri. Invece io, come sai, ti traduco tutto! Quelle parole significano che il sole riscalda la superficie terrestre, che riscalda l'aria con cui è a contato. L'aria calda sale perché è più leggera, invece l'aria fredda scende e quindi si creano le correnti d'aria... ovvero il Vento! Semplice no? Il vento realizza, insieme con lo spostamento delle masse d’acqua, il processo di riequilibrio del bilancio energetico del Pianeta Terra! Le varie zone della Terra sono sottoposte ad una differente pressione atmosferica: più l'aria è pesante, maggiore è la pressione atmosferica. La pressione, a sua volta, dipende dalla temperatura e dall'umidità. Se la temperatura sale, la pressione diminuisce; se scende, la pressione aumenta. Se l'umidità aumenta l'aria si fa leggera, se invece cala, l'aria si appesantisce.

Le masse d'aria tendono a spostarsi dalle zone di alta pressione a quelle di bassa pressione. Questi spostamenti d'aria sono appunto i venti, dovuti al mutare dell'umidità e della temperatura.

I venti sono importanti per molteplici aspetti agro climatici: sono responsabili degli spostamenti di umidità e calore tra i vari punti della terra, accentuano l’evaporazione e ciò significa che le colture del Salento necessitano di più acqua di irrigazione, provocano erosione eolica che significa che la loro forza meccanica modella il territorio e modificano il bilancio della radiazione.

Ma noi possiamo misurare il vento?

Certo che si! Per rima cosa bisogna conoscere la velocità del vento che descrive la velocità media di spostamento della massa d’aria in un certo intervallo di tempo. Poi c'è il VENTO SFILATO grandezza che descrive lo spostamento della massa d’aria durante il giorno ed infine la direzione del vento che indica la direzione da cui proviene la massa d’aria e ne indica quindi le principali caratteristiche.

Il vento è un fattore importante che nel Salento leccese influenza la produzione agricola. Una modesta ventilazione è sempre favorevole alla vegetazione mentre, venti forti e costanti possono provocare gravi danni.

In presenza di venti persistenti la vegetazione viene indotta ad esaltare alcuni caratteri di xeromorfici come la riduzione della superficie fogliare, portamento raccolto e compatto, aumento della traspirazione spesso non compensato dall’assorbimento radicale.

In questa situazione, in pratica, vengono a crearsi situazioni di stress idrico.

Ecco che risulta conveniente effettuare le misurazioni dei venti e delle correnti d'aria che si

effettuano con strumenti di precisione chiamati anemometri.

Io ti propongo di fare delle semplici misurazioni utili nelle ricerche sul campo, e per questo motivo ti suggerisco di utilizzare una strumentazione più semplice, che puoi facilmente realizzare con le tue mani e che ti assicuro essere ugualmente affidabile per i valori indicativi che permette di ottenere.

Per realizzare il tuo metro del vento devi procurarti un manico di scopa in legno, 35 cm fil di ferro, una tavoletta di legno di cm 30 x 20 x 2, tre viti, una pallina da ping-pong, un accendino, un goniometro, una riga, un pennarello nero, un'automobile, un quaderno, una bussola.

Con l'aiuto del goniometro e di una riga riportate sulla tavoletta i gradi mettendo lo zero sul lato lungo a sinistra e i 90° ovvero i novanta gradi sul lato corto a destra.

Fissate la vite in alto a sinistra sopra lo zero e a 1 cm dal bordo superiore.

Tagliate a metà la pallina da ping pong, infilzatela con il fil di ferro reso incandescente con l'accendino.

Fissate il fil di ferro alla mezza pallina in modo che la parte concava guardi verso il lato lungo, di destra, della tavoletta.

Assicurate il filo anche alla vite facendo in modo che rimanga ampia possibilità di movimento.

Avvitate la tavoletta al manico di scopa utilizzando le due viti.

La velocità del vento si misura poggiando il manico di scopa a terra, verticalmente, in modo che la pallina indichi lo zero e girando lo strumento finché non troverete la posizione in cui la mezza pallina registrerà il valore maggiore; questo valore corrisponderà

a una misura indiretta ma rappresentativa della velocità del vento.

Se volete graduare lo strumento in km/h salite su un'automobile e tenete l'anemometro fuori dal finestrino con la mezza pallina rivolta nella direzione della macchina, chiedete al guidatore di cominciare a muoversi molto lentamente e di dichiarare la velocità in km/h; segnate su un quaderno di quanti gradi si sposta la pallina in corrispondenza della velocità

della macchina. In seguito riportate la velocità oraria anche sull'anemometro. Con questo strumento è possibile valutare anche da dove soffia il vento: basta poggiare una bussola sul taglio della tavoletta per individuare i punti cardinali di provenienza.

Ecco che non ti resta che costruirti il tuo anemometro e misurare il vento!



*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).



Bibliografia



Ardito Desio, Geologia applicata all'ingegneria

Bonciarelli F., 1998. Agronomia, Edagricole

Progetto comunitario finanziato con il contributo della Commissione Europea Programma Interreg IIIB Cadses “Management and sustainable development of protected transitional waters (TWReferenceNET)”

La Marca, O. (Firenze Univ. (Italia). Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali).

Incontro su Vallombrosa nella storia e nella cultura forestale italiana. Vallombrosa, Firenze (Italia), 12 novembre 2004. 3 tabelle; 4 grafici; 10 rif.

L´Italia Forestale e Montana (Italia) ISSN: 0021-2776 (marzo-aprile 2005) v. 60(2) p. 193-202.

Foreste protette; danni da gelo; danni da vento; dendrometria; abbattimento selettivo di alberi; distribuzione spaziale; superficie (area); popolazione forestale; Toscana. K70; K10. AGRIS,

Studi e ricerche sui danni da neve e vento nella foresta di Vallombrosa [Toscana]

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