venerdì 18 luglio 2014

Funghi parassitari - Phaeoacremonium e Phaeomoniella spp.



Funghi parassitari - Phaeoacremonium e Phaeomoniella spp.
Phaeoacremonium (Pha) è un genere fungino descritto di recente, con caratteristiche intermedie fra Phialophora e Acremonium. Oltre alla specie tipo Phaeoacremonium parasiticum, tale genere comprende oggi una trentina di specie, tra cui P. rubrigenun, P. aleophilum e P. alvesi, P. inflatipes, P. mortoniae. Studi ancora più recenti, inoltre, hanno dimostrato che all’interno di tale genere sono stati isolati le specie riconducibili al genere Phaeomoniella (Phm).
Si tratta di funghi a crescita lenta, le cui colonie raggiungono 9-20 mm di diametro dopo 7 giorni a 25-30°C. Le colonie hanno aspetto variabile, da fioccoso a cotonoso, lievitiforme, con un micelio aereo rado o poco sviluppato. La forma imperfetta presenta ife ramificate, settate, singole o in fasci, caratteristicamente tubercolate, verrucose, da bruno chiaro a ialine. Le ife conidiofore, con una o più fialidi terminali o laterali solitamente, possono portare collaretti. I conidi sono ialini, generalmente oblunghi-ellissoidali o allantoidi, molto piccoli, mediamente misuranti 3-7 x 1-3 μm. Alcune specie, soprattutto del genere Phaeomoniella, producono picnidi, isolati o raggruppati, globosi o subglobosi, scuri, del diametro di 75-200 μm, superficiali o appena immersi nella matrice vegetale. I picnidi costituiscono la principale forma di svernamento e di disseminazione dell’inoculo. In coltura possono produrre strutture globose, simili a clamidospore, e microsclerozi.
Diverse specie di Phaeoacremonium sono state isolate da un’ampia gamma di specie legnose, sia come semplici e innocui endofiti, sia come agenti patogeni associati a deperimenti, disseccamenti, e morte delle piante; alcune specie sono riportate associate a micosi opportunistiche nell’uomo, altre a larve di scolitidi, altre ancora vivono saprofiticamente nel terreno. Il quadro fitopatologico più importante in cui sono notoriamente coinvolte diverse specie di Phaeoacremonium e di Phaeomoniella è il noto complesso del mal dell’esca della vite ma sono stati riscontrati per la Pha. parasiticum disseccamenti e alterazione del sistema vascolare anche su ciliegio, albicocco e mandorlo e actinidia.
Agli inizi degli anni '80, Pha. parasiticum, originariamente descritto come Phialophora parasitica, è risultato agente di gravi disseccamenti dell’olivo in Grecia; le piante colpite, cv Megaritiki, presentavano anche forti infestazioni di Hylesinus oleiperdae Ploeotribus scarabeoides. Non sono disponibili informazioni sul comportamento di tale patogeno negli ambienti olivicoli italiani o sulla sua eventuale associazione con altri insetti (Zeuzera pyrina) e/o altri agenti fitopatogeni.
Viene comunque riscontrata in diversi casi la presenza di tali funghi nel legno dove si riscontrano i fori determinati dalle larve di Zeuzera pyrina.
Nota da tempo è, invece, l’attività parassitaria di Pha. rubrigenum e di Pha. aleophilum, la specie più diffusa e più comunemente rinvenuta su vite con sintomi di esca. Alcuni dati riportati per olivi inoculati con entrambe le specie, dimostrano che esse determinano gravi imbrunimenti del legno ma non causano sintomi di gravi disseccamenti.
Scarse o nulle sono le informazioni disponibili su Pha. alvesii e sul comportamento parassitario di altre specie di Phaeoacremonium e di Phaeomoniella sull’olivo, sia da sole sia in associazione tra di loro o in presenza di altri agenti fitopatogeni. Phaeoacremonium e Phaeomoniella spp. penetrano prevalentemente attraverso ferite fresche e l’inoculo è costituito da conidi trasportati dal vento e dalla pioggia. Pertanto, mantenere bassa la densità di inoculo di questi funghi nell’oliveto, costituisce fattore indispensabile per prevenire nuove infezioni.

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