Una questione di coerenza
di Emilio del Giudice (Scienziato di risonanza internazionale scomparso il 31 gennaio 2014. Era molto noto anche per le
ricerche svolte assieme all’anche lui scomparso
Giuliano Preparata. in Italia svolgeva attività di ricerca in seno
all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano INFN)
La materia vivente può essere descritta in modo molto
semplice, ovvero come l'intreccio di due livelli: un livello chimico, rappresentato
dalle molecole, e un livello elettromagnetico, rappresentato dai campi
elettromagnetici che governano il movimento di queste molecole. Le perturbazioni
alla materia vivente possono quindi evidenziarsi in queste due parti: o dal
lato chimico, se nella materia vivente entrano delle molecole capaci di disturbare
l'insieme di reazioni che avvengono fra le stesse, in parole povere dei veleni,
oppure nell'altro aspetto, quando entrano dei campi elettromagnetici che
perturbano, nascondono, disturbano i campi elettromagnetici naturali.
Un aspetto importante però da non sottovalutare è che la materia
vivente è capace di autoregolarsi e di difendersi. E questa è una precisazione
importante da fare, per reagire contro una tendenza che è fin troppo presente,
purtroppo, in molti movimenti ecologici, e cioè quella di considerare la natura
debole, per cui è necessario assumere un'attitudine di "astinenza".
Mi spiego.
OGNI QUAL VOLTA CHE SI IDENTIFICA UN QUALCOSA DI PERICOLOSO,LA
LOGICA DELL'"ASTINENZA" PORTA IMMEDIATAMENTE A VOLERLO ELIMINARE.
Ma, se si ragiona in tali termini, si ottiene come risultato
che, dall'ambiente, si deve togliere proprio tanto il che diventa semplicemente
impossibile.
Allora cosa succede se non reagiamo in questo modo? Moriamo
tutti se non difendiamo questa "povera" natura? Niente affatto,
perché la natura è capace di prendere le sue contromisure, ovvero di
difendersi. Quindi, un sano ecologismo deve mirare non a far sparire i nemici
dall'ambiente, ma a rafforzare le difese, conto i nemici dei vari esseri
viventi.
Lo stesso dicasi per i disturbi, le malattie in cui l'essere
umano può incorrere. La concezione dominante della patologia nella nostra
cultura non è quella di una possibile evoluzione dell'essere vivente. Il
disagio viene invece percepito come la conseguenza di una specie di complotto
esterno, di una invasione, in cui c'è il "cattivo" della situazione,
ovvero il patogeno, che può essere di volta a volta un essere vivente cioè un
batterio o un virus, oppurepuò essere un veleno, o un campo elettromagnetico.
Insomma, un qualsiasi agente che entri nella, fino a quel momento presunta pacifica,
comunità delle nostre cellule e generi quindi il caos.
Più o meno una concezione modellata sulla lotta al
terrorismo che così tanto dilaga oggi.
Ovvero, nella nostra società, a un certo punto, arrivano i
terroristi e portano morte e distruzione.
Ovviamente la reazione immediata che abbiamo perseguito fino
ad ora è stata quella di imbracciare a nostra volta le armi e cercare di
sparare a zero su questi molestatori.
ESATTAMENTE LA STESSA STRATEGIA È ADOTTATA NEL CASO DELLE MALATTIE.
Quando ci si trova dinnanzi a una malattia, questa non può essere considerata come
una nostra spontanea creazione, in quanto noi siamo buoni, non possiamo farci del
male! (Non si considera minimamente che il nostro organismo, spesso, con
quell'azione, stia tentando di difendersi adottando quelle contromisure!)
Quindi bisogna trovare il colpevole.
Ovvero, di fronte all'influenza si deve subito identificare
il virus "terrorista" che ci causa il disagio, così da eliminarlo il
più in fretta possibile.
SI DEVE AFFRONTARE LA QUESTIONE DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA.
La caratteristica più fondamentale fra quelle che noi scienziati abbiamo capito
finora della materia vivente è la sua coerenza. Ovvero, già come sospettava
Epicuro nell'antichità, la materia è dotata di fluttuabilità spontanea. I vari
corpi fisici possono infatti oscillare da soli, oppure in concordanza di fase,
cioè dar luogo a una specie di corpo di ballo. Quindi possono danzare
singolarmente, facendo tutti i possibili movimenti, tutte le possibili
oscillazioni e impiegare così un sacco di energia.
Oppure possono danzare collettivamente in modo che un gran
numero di persone metta in fase i propri movimenti e danzi insieme a ritmo. A
questo punto, la danza collettiva è paragonabile a una esperienza orgastica, in
cui i due amanti, nell'orgasmo, si muovo in fase, e il movimento di ognuno è
premessa e conseguenza del movimento dell'altro. Ovvero l'uno si muove grazie
ai movimenti dell'altro e l'altro si muove grazie ai movimenti del primo.
IL DISPENDIO ENERGETICO DEL SINGOLO È MINIMO, MA L'INSIEME
DELL'ENERGIA CEDUTA DAI VARI SINGOLI CHE PARTECIPANO A QUESTO BALLO AUMENTA
PROPRIO GRAZIE AL RITMO D'UNISONO MANTENUTO DA TUTTI, CHE GENERA QUINDI UN
CAMPO DI FORZA. Questo è ciò che definiamo coerenza.
Tanto più elevata è la coerenza che muove all'unisono e
compattamente gli elementi, quanto maggiore risulta la loro inattaccabilità.
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