Cursi, 26 giugno 2014
No a “lacci e lacciuoli” per il compostaggio di comunità
La Regione Puglia, in tema di
risoluzioni per il completamento del ciclo dei rifiuti urbani e per il
contenimento dei costi di gestione per il cittadino, in data 23 giugno 2014,
con delibera di Giunta n.1304, ha previsto, nell’ambito del “Potenziamento e
ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata”
l’autocompostaggio collettivo, stanziando un importo di euro 12,5 milioni per
finanziare dei piccoli impianti. Provvedimento condivisibile, perché invocato
da tempo anche dal sottoscritto, ma limitativo negli obiettivi e per nulla
semplificativo nella procedura per l’autorizzazione.
Il beneficio previsto, orientato
ai soli Comuni fino a 4.000 abitanti, è un provvedimento non in linea con lo
spirito dell’iniziativa, che dovrebbe essere quello di far passare il messaggio
all’intera collettività pugliese che un altro modello di gestione del rifiuto
urbano è possibile. Un modello che, eseguendo il compostaggio a km. zero e
precisamente dove il rifiuto viene prodotto, produce sicuri vantaggi ambientali,
contribuisce allo sviluppo sostenibile di un territorio, abbatte i costi di
gestione del servizio, produce compost di qualità naturale che, adoperato in
loco, potrebbe sostituire in toto o in parte il fertilizzante chimico e sollevare
i contadini e le Amministrazioni locali dal problema di smaltire in parte i residuali
delle potature, che, triturati, potrebbero essere riutilizzati come
strutturante negli impianti di compostaggio, anziché essere bruciati
all’aperto, come spesso accade, con le conseguenze di inquinamento che ben
conosciamo.
Non prevedere che un Comune con
popolazione superiore ai 4000 abitanti e altri soggetti di diritto pubblico o
privato possano accedere all’iniziativa, rende l’atto limitativo, perché non
favorisce la diffusione di un processo educativo verso l’autocompostaggio e il
compostaggio di collettività.
Faccio notare che gli impianti di
comunità sono dei piccoli impianti realizzati con compostiere elettromeccaniche
per il trattamento dell’organico e del verde, che possono andare bene per i
piccoli Comuni, come per i luoghi di ristorazione, per le mense scolastiche, per
i luoghi di aggregazione di una grande città dove la raccolta porta a porta può
presentare difficoltà oggettive.
Non è assolutamente necessario
che il piccolo impianto, anche se le potenzialità attuali di queste macchine
elettromeccaniche possono arrivare a coprire i bisogni di una comunità fino a
circa 7.000 abitanti, debba soddisfare per intero le necessità di un
territorio, quello che conta è trasmettere il messaggio che una gestione
diversa e più sostenibile è possibile.
Ora, davanti ai vantaggi su menzionati,
derivanti da un’impiantistica diffusa di dimensioni molto limitate e alla
necessità di superare le emergenze presenti nel settore a causa dell’assenza
totale di impianti di compostaggio, è indispensabile, a livello regionale, un
ripensamento da parte dell’Esecutivo sul provvedimento adottato e sulla
politica più in generale prevista nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti
Urbani.
In merito poi alle procedure
autorizzative dei piccoli impianti è indispensabile semplificare l’iter,
trattandosi di soggetti che gestiscono i propri scarti organici in loco ed
utilizzano in loco il compost prodotto. La prevista richiesta della Regione di
“Autorizzazione unica” rilasciata dalla Provincia ai sensi dell’art. 208 del
D.Lgs.152/06, come requisito indispensabile per l’operatività di questi piccoli
impianti, rende il procedimento complesso, in particolare nei casi di gestione
diretta del rifiuto organico.
A tal proposito, alcune Province hanno
previsto che chi acquista la macchina per trattare i propri scarti organici e
ha le condizioni per utilizzare in loco anche il compost prodotto, può
procedere senza necessità di richiedere alcuna autorizzazione.
Altro elemento indispensabile per
promuovere l’autocompostaggio singolo o collettivo è che i Comuni prevedano nei
propri Regolamenti delle premialità sulla tassa sui rifiuti (TARI) da riconoscere
ai soggetti che optano per la gestione diretta.
Nicolino Sticchi
Con preghiera di pubblicazione
Nessun commento:
Posta un commento