Agroalimentare italiano: tra record, frodi e agromafie. Un sistema sotto assedio
Nel 2023
l’agricoltura italiana ha prodotto valore per oltre 73,5 miliardi di euro,
con un incremento nominale del 2,7%. Ma dietro questi numeri si nasconde una
verità meno rassicurante: in termini reali, la produzione è calata dell’1,4%.
Colpa della crisi climatica, che ha reso sempre più instabili raccolti e rese.
Eppure, il sistema tiene. Ma a quale prezzo?
Il valore
aggiunto agricolo è cresciuto nominalmente del 3,8%, attestandosi a 38,2
miliardi, ma in volume la flessione è del 2%. A trainare l’economia non è
solo il campo, ma l’intero comparto agroalimentare — 676 miliardi di euro
l’anno, il 15% dell’economia nazionale.
Un business
florido, troppo florido. Tanto da attirare le mafie.
Secondo l’8°
Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, redatto da Coldiretti,
Eurispes e Osservatorio Agromafie, il fatturato delle agromafie ha
toccato quota 25,2 miliardi di euro. In dieci anni, praticamente
raddoppiato. E non si tratta solo di caporalato. Le mafie controllano
trasporti, logistica, etichettature, truffe alimentari, mercato dei pesticidi,
fondi pubblici, ristorazione e GDO. Il vino, l’olio, il riso sono i settori più
colpiti.
Si lavora
anche senza etichette, senza regole. Spesso senza diritti.
Dietro le
etichette “bio” c’è il rischio che si nascondano prodotti adulterati,
importati dai paesi dell’Est, camuffati da eccellenze italiane.
Un’agropirateria silenziosa, fatta di false certificazioni, pesticidi
vietati, tracciabilità manomessa. Il nuovo DDL Caselli, approvato
dal governo, introduce nel codice penale reati come frode alimentare,
commercio con segni mendaci e agropirateria. Ma il quadro resta critico.
L’Italia non
è sola.
Organizzazioni
criminali simili sono state individuate in Germania, Belgio, Austria,
Slovacchia e Spagna, dove le mafie replicano il modello italiano di
infiltrazione lungo la filiera. Nel frattempo, i flussi migratori vengono
sfruttati da reti illecite di intermediazione del lavoro agricolo:
braccianti dall’India e dal Bangladesh arrivano in Italia indebitati, già sotto
ricatto, piegati dal debito e senza diritti.
La mafia non
punta solo ai campi. Punta al sistema.
“È
un’aggressione strutturata — ha detto il presidente di Eurispes, Gian Maria
Fara — che sfrutta le falle normative, la crisi economica e climatica, la
solitudine degli agricoltori”. E mentre alcuni imprenditori cedono le terre
sotto minaccia, le mafie comprano, investono, riciclano. “Un’operazione di land
grabbing a norma di legge”.
E lo Stato?
Il
procuratore antimafia Giovanni Melillo ha definito il rapporto
dell’Osservatorio “un esercizio di vigilanza democratica”. Ma senza una
sorveglianza sistematica sulla destinazione dei fondi pubblici e una tutela
concreta del lavoro nei campi, il rischio è che i numeri continuino a crescere.
Tutti. Quelli del PIL. E quelli del malaffare.
Lecce, terra
di ulivi e affari sporchi
Nel cuore
del Salento, dove il paesaggio dovrebbe profumare d’olio e di terra antica, la
filiera agroalimentare è diventata terreno di conquista per interessi
criminali. La Provincia di Lecce, da anni piegata dalla diffusione della
Xylella che ha devastato milioni di ulivi, è oggi anche uno dei
territori più esposti all’infiltrazione delle agromafie.
Le aziende
agricole, già indebolite dai raccolti mancati e dalla burocrazia legata agli
espianti, sono facili prede. Qui si fanno largo prestiti usurari,
acquisizioni forzate, compravendite opache di terreni, mentre i fondi europei
della PAC diventano bottino conteso da cooperative fittizie e società “di
comodo” riconducibili alla criminalità organizzata.
Il
caporalato non è mai sparito. Ha solo cambiato forma.
Nei campi di
angurie, pomodori e ortaggi tra Nardò, Veglie e la Grecìa salentina, il
lavoro nero resta una realtà quotidiana. Le inchieste degli ultimi anni
hanno mostrato come i braccianti stranieri, soprattutto africani, vivano
ancora in condizioni al limite, pagati pochi euro all’ora, privi di tutele,
trasportati con mezzi abusivi e alloggiati in masserie dismesse o baracche
improvvisate.
Una
manodopera silenziosa, invisibile. Necessaria.
Nel 2023,
un’indagine della Procura di Lecce ha rivelato l’esistenza di una rete di
reclutamento illegale che utilizzava anche canali online e social network
per agganciare lavoratori stagionali da India, Bangladesh e Senegal. Arrivati
in Puglia, spesso con permessi regolari ottenuti tramite decreti flussi, venivano
“affidati” a padroncini e caporali che li collocavano in aziende
compiacenti, in cambio di denaro o parte del salario.
La
criminalità qui ha imparato a indossare giacca e cravatta.
Non solo
racket del lavoro, ma truffe sui fondi agricoli, falsi marchi DOP
e olio contraffatto: l’oro verde salentino è al centro di operazioni
poco trasparenti. L’Ispettorato Centrale Repressione Frodi ha individuato lotti
di olio etichettati come extravergine pugliese, ma provenienti da Grecia,
Spagna o Tunisia. Spacciati per “100% italiano” e venduti nella GDO.
E quando un
terreno non produce più, lo si compra. E si aspetta.
La
desertificazione causata dalla Xylella ha reso decine di migliaia di ettari
agricoli economicamente inutilizzabili. Ma per chi ha capitali da
investire, sono un’occasione d’oro. I prezzi calano, i fondi pubblici
aumentano, e le agromafie entrano in silenzio, acquistando,
ristrutturando, speculando.
A Lecce, la
resilienza agricola ha bisogno di più che slogan. Ha bisogno di protezione.
“Non
possiamo lasciare soli gli agricoltori in questa trincea – ha detto un
imprenditore leccese sotto scorta – perché quando ti arrivano a offrire
contanti per il tuo frantoio, e poi la notte te lo bruciano, capisci che la
partita non è solo economica. È di civiltà”.
Frodi alimentari: tracciabilità manomessa e
macellazioni clandestine
Nel maggio
2024, la Guardia di Finanza di Gallipoli, in collaborazione con l'Ispettorato
centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti
agroalimentari (ICQRF), ha sequestrato 9 tonnellate di angurie, 2 tonnellate di
carciofi e 1.500 litri di olio d'oliva, tutti privi di etichettatura adeguata. Le
indagini hanno rivelato che un'azienda di Nardò avrebbe mascherato la
tracciabilità di un grosso quantitativo di angurie provenienti dall'estero, in
particolare dalla Grecia, per rivenderle come italiane. Il rappresentante
legale della società è stato deferito alla Procura di Lecce con l'accusa di
frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci. Tuttavia, il
Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento di sequestro per carenza di
motivazioni sufficienti. Lecce Tomorrow
Nel luglio
2024, la Guardia di Finanza della Compagnia di Gallipoli, in collaborazione con
i veterinari dell'ASL di Lecce, ha scoperto un'attività di macellazione
clandestina di cavalli provenienti da Paesi dell'Unione Europea, come Spagna e
Polonia. Durante una perquisizione, quattro individui sono stati sorpresi
mentre stavano macellando un cavallo senza la presenza di un veterinario
dell'ASL, mancando così la necessaria visita ante mortem. È stato inoltre
rinvenuto un timbro contraffatto utilizzato per attestare l'idoneità delle
carni macellate clandestinamente. I quattro soggetti sono stati segnalati alla
Procura della Repubblica di Lecce con accuse di commercio di sostanze
alimentari nocive, contraffazione di sigilli pubblici e frode nell'esercizio
del commercio. L'attività del macello è stata sospesa per 180 giorni. ADN24+1POP - Il Giornale Popolare+1
Caporalato: controlli e violazioni diffuse
Nel 2022,
una task force coordinata dall'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Lecce ha
effettuato controlli su 43 aziende agricole, riscontrando irregolarità in 35 di
esse. Le ispezioni hanno riguardato colture a pieno campo, vigneti, ortaggi,
aziende zootecniche e agrituristiche. Sono state controllate le posizioni
lavorative di 176 lavoratori, di cui 56 provenienti da Paesi extra-UE,
riscontrando violazioni in materia di orario di lavoro e di sicurezza per 70
lavoratori. Tre aziende sono state chiuse per la presenza di lavoratori
completamente "in nero". Osservatorio Diritti+3Leccenews24+3L'Edicola+3L'Edicola+1Leccenews24+1
Nel gennaio
2025, a San Cesario di Lecce, un imprenditore è stato sanzionato per aver
impiegato quattro lavoratori senza sottoporli a preventive visite mediche; due
erano anche impiegati in nero, mentre uno non aveva il permesso di soggiorno. L'attività
imprenditoriale è stata sospesa, con contestazione di violazioni amministrative
per €9.500 e ammende penali per €4.912. Trnews
Iniziative istituzionali e sensibilizzazione
Nel marzo
2024, il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il Segretario Generale della
Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota hanno partecipato a un evento a Maglie (Lecce)
per promuovere la legalità e la lotta al caporalato. L'iniziativa ha coinvolto
studenti di sei scuole del territorio salentino, con l'obiettivo di
sensibilizzare sull'importanza del lavoro dignitoso e del contrasto alle mafie.
Faicisl
Nel luglio
2024, lo Sportello anticaporalato di Arpal Puglia a Nardò ha fornito servizi di
orientamento e supporto a 160 persone, tra cui iscrizioni nelle liste agricole
speciali e candidature a offerte di lavoro. Sono state effettuate 63
intermediazioni di incrocio domanda-offerta, con 12 assunzioni tramite vacancy
attivate dai Centri per l'Impiego. LeccePrima
Bibliografia
- "Tribunale del riesame
annulla il sequestro per carenza di motivazioni", Lecce Tomorrow, 23
maggio 2024. Lecce Tomorrow
- "Lecce, GdF accerta frodi
alimentari. Sequestrati 7 quintali di olio extravergine",
Pugliain.net, 22 luglio 2023. pugliain.net
- "Lotta al caporalato,
controlli a tappeto dell'Ispettorato del Lavoro di Lecce. 35 aziende su 43
non in regola", Leccenews24, 26 luglio 2022. Leccenews24+2Leccenews24+2L'Edicola+2
- "Lecce, macellazione
illegale di cavalli in Salento: 4 persone denunciate", Adn24.it, 30
luglio 2024. ADN24+1POP - Il Giornale Popolare+1
- "Legalità e lotta al
caporalato, Onofrio Rota e Nicola Gratteri incontrano gli studenti di
Maglie (Lecce)", Fai CISL, 25 marzo 2024. Faicisl
- "Lotta al caporalato:
successi Arpal Puglia", LeccePrima, 2 agosto 2024. Osservatorio Diritti+12LeccePrima+12Trnews+12
Nessun commento:
Posta un commento