Lecce città verde: verso un nuovo urbanesimo a misura d’uomo e di paesaggio
Un articolo integrato con astrazioni concettuali, riferimenti scientifici e
casi di studio globali
di Antonio Bruno
Nel cuore
del Salento, Lecce apre un nuovo capitolo della sua storia urbana. La
consultazione pubblica per il Piano Urbanistico Generale (PUG), che si svolse a
Lecce presso le Officine Cantelmo, diede voce a centinaia di cittadini,
associazioni e gruppi di ricerca, tutti chiamati a riflettere sul tema
strategico della Città Verde. Desidero riflettere su cosa significhi
davvero costruire una città verde oggi? E come Lecce può collocarsi in questo
paradigma, integrando il suo paesaggio storico con una visione urbana futura
che sia sana, resiliente, inclusiva?
Dalla frammentazione urbana alla rete verde-pedonale
I margini
urbani di Lecce, oggi segnati da insediamenti sparsi e da un tessuto edilizio
incompleto, offrono una condizione-limite che, se ben interpretata, può
trasformarsi in una straordinaria opportunità: quella di ridisegnare il
bordo città-campagna come un’infrastruttura ecologica e sociale. In linea
con le riflessioni internazionali sulla “green belt urbanism” (Beatley,
2011), la visione del PUG dovrebbe proporre l’integrazione di grandi parchi
agro-forestali, capaci non solo di migliorare la qualità ecologica, ma anche di
creare spazi di benessere, socialità e mobilità attiva.
Una rete
verde-pedonale che connette i quartieri con il paesaggio rurale rappresenta una
forma concreta di democrazia urbana, dove il diritto alla natura, al
movimento e alla salute è garantito per tutti, non solo per chi vive nei centri
consolidati. Esperienze simili si trovano nella “Green Wedges Strategy”
di Melbourne (Australia) e nella rete ecologica di Vitoria-Gasteiz (Paesi
Baschi), premiata a livello europeo per la sua capacità di combinare
biodiversità urbana e accessibilità sociale.
Walkability e benessere: Lecce città che cammina
L’idea che
camminare sia solo una modalità di spostamento è superata. Oggi, la walkability
è riconosciuta dalla letteratura scientifica come una delle metriche più
affidabili della qualità urbana (Frank et al., 2010; WHO, 2022). Quartieri
camminabili presentano minori tassi di obesità, maggiori interazioni
sociali e un valore immobiliare più stabile.
Per Lecce,
questo significa progettare percorsi pedonali e ciclabili che non siano solo
funzionali, ma anche desiderabili: ombreggiati, integrati nel verde,
punteggiati da luoghi di incontro. In un contesto mediterraneo soggetto al
riscaldamento climatico, la presenza di alberature e spazi ombrosi non è un
lusso: è una necessità infrastrutturale. Come mostra il caso di Medellín
(Colombia), dove il progetto “Corredores Verdes” ha drasticamente ridotto l’isola
di calore urbana, il verde è un alleato cruciale nella sfida climatica.
Spazi verdi come infrastruttura sociale e climatica
Le priorità
del PUG dovrebbero essere:
- L’espansione del verde urbano,
- Il miglioramento
dell’accessibilità tra quartieri,
- L’aumento di servizi nei
margini urbani.
Questi
obiettivi convergono con un’idea ormai centrale nell’urbanistica contemporanea:
lo spazio pubblico come piattaforma multifunzionale. I parchi non sono
più solo aree di svago, ma agiscono come filtri ambientali, regolatori
termici, catalizzatori sociali. L'esempio di Freiburg (Germania),
con i suoi quartieri a impatto zero circondati da spazi verdi integrati,
dimostra che è possibile coniugare sviluppo urbano e rigenerazione ambientale.
Dal grigio al verde: una scelta politica e culturale
Ripensare
Lecce come città verde non è un’operazione tecnica, ma una scelta culturale
e politica. Significa spostare lo sguardo dalla mobilità automobilistica
alla prossimità pedonale, dal consumo di suolo alla cura del
paesaggio esistente, dalla frammentazione alla riconnessione urbana.
In questo
contesto, il paesaggio periurbano leccese può diventare il luogo della
sperimentazione: una nuova urbanità mediterranea in cui i confini tra
città e campagna si fanno porosi, vivi, attraversabili. Una città dove si va a
scuola a piedi tra i filari, si socializza sotto una chioma d’albero, si
riscopre la bellezza della lentezza.
Conclusione: Lecce laboratorio del futuro urbano
La città
verde non deve essere solo un obiettivo del PUG perché ciò banalizzerebbe
questa proposta. La Città Verde deve diventare una visione condivisa,
alimentata da memorie e desideri, dalla conoscenza dei territori e dalla voglia
di viverli meglio. Lecce ha ora l’occasione di diventare un laboratorio di
innovazione urbana mediterranea, connettendo le sue radici storiche con le
sfide globali: clima, salute, equità.
Come recita
uno slogan ormai condiviso tra chi immagina la città del futuro:
Il futuro è a piedi. E sotto un albero.
Riferimenti bibliografici e casi di studio citati:
- Beatley, T. (2011). Biophilic
Cities: Integrating Nature into Urban Design and Planning.
- Frank, L. D. et al. (2010). Linking
Objectively Measured Physical Activity with Built Environment Features:
The Role of Walkability.
- WHO (2022). Urban green
spaces and health: a review of evidence.
- Medellín, Colombia – Corredores
Verdes Project.
- Freiburg, Germania – Vauban
Sustainable Neighborhood.
- Vitoria-Gasteiz, Spagna – Green
Ring Project.
- Melbourne, Australia – Green
Wedges Strategy.
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