martedì 20 maggio 2025

Lecce città verde: verso un nuovo urbanesimo a misura d’uomo e di paesaggio


 Lecce città verde: verso un nuovo urbanesimo a misura d’uomo e di paesaggio

Un articolo integrato con astrazioni concettuali, riferimenti scientifici e casi di studio globali
di Antonio Bruno


Nel cuore del Salento, Lecce apre un nuovo capitolo della sua storia urbana. La consultazione pubblica per il Piano Urbanistico Generale (PUG), che si svolse a Lecce presso le Officine Cantelmo, diede voce a centinaia di cittadini, associazioni e gruppi di ricerca, tutti chiamati a riflettere sul tema strategico della Città Verde. Desidero riflettere su cosa significhi davvero costruire una città verde oggi? E come Lecce può collocarsi in questo paradigma, integrando il suo paesaggio storico con una visione urbana futura che sia sana, resiliente, inclusiva?

Dalla frammentazione urbana alla rete verde-pedonale

I margini urbani di Lecce, oggi segnati da insediamenti sparsi e da un tessuto edilizio incompleto, offrono una condizione-limite che, se ben interpretata, può trasformarsi in una straordinaria opportunità: quella di ridisegnare il bordo città-campagna come un’infrastruttura ecologica e sociale. In linea con le riflessioni internazionali sulla “green belt urbanism” (Beatley, 2011), la visione del PUG dovrebbe proporre l’integrazione di grandi parchi agro-forestali, capaci non solo di migliorare la qualità ecologica, ma anche di creare spazi di benessere, socialità e mobilità attiva.

Una rete verde-pedonale che connette i quartieri con il paesaggio rurale rappresenta una forma concreta di democrazia urbana, dove il diritto alla natura, al movimento e alla salute è garantito per tutti, non solo per chi vive nei centri consolidati. Esperienze simili si trovano nella “Green Wedges Strategy” di Melbourne (Australia) e nella rete ecologica di Vitoria-Gasteiz (Paesi Baschi), premiata a livello europeo per la sua capacità di combinare biodiversità urbana e accessibilità sociale.


Walkability e benessere: Lecce città che cammina

L’idea che camminare sia solo una modalità di spostamento è superata. Oggi, la walkability è riconosciuta dalla letteratura scientifica come una delle metriche più affidabili della qualità urbana (Frank et al., 2010; WHO, 2022). Quartieri camminabili presentano minori tassi di obesità, maggiori interazioni sociali e un valore immobiliare più stabile.

Per Lecce, questo significa progettare percorsi pedonali e ciclabili che non siano solo funzionali, ma anche desiderabili: ombreggiati, integrati nel verde, punteggiati da luoghi di incontro. In un contesto mediterraneo soggetto al riscaldamento climatico, la presenza di alberature e spazi ombrosi non è un lusso: è una necessità infrastrutturale. Come mostra il caso di Medellín (Colombia), dove il progetto “Corredores Verdes” ha drasticamente ridotto l’isola di calore urbana, il verde è un alleato cruciale nella sfida climatica.


Spazi verdi come infrastruttura sociale e climatica

Le priorità del PUG dovrebbero essere:

  1. L’espansione del verde urbano,
  2. Il miglioramento dell’accessibilità tra quartieri,
  3. L’aumento di servizi nei margini urbani.

Questi obiettivi convergono con un’idea ormai centrale nell’urbanistica contemporanea: lo spazio pubblico come piattaforma multifunzionale. I parchi non sono più solo aree di svago, ma agiscono come filtri ambientali, regolatori termici, catalizzatori sociali. L'esempio di Freiburg (Germania), con i suoi quartieri a impatto zero circondati da spazi verdi integrati, dimostra che è possibile coniugare sviluppo urbano e rigenerazione ambientale.


Dal grigio al verde: una scelta politica e culturale

Ripensare Lecce come città verde non è un’operazione tecnica, ma una scelta culturale e politica. Significa spostare lo sguardo dalla mobilità automobilistica alla prossimità pedonale, dal consumo di suolo alla cura del paesaggio esistente, dalla frammentazione alla riconnessione urbana.

In questo contesto, il paesaggio periurbano leccese può diventare il luogo della sperimentazione: una nuova urbanità mediterranea in cui i confini tra città e campagna si fanno porosi, vivi, attraversabili. Una città dove si va a scuola a piedi tra i filari, si socializza sotto una chioma d’albero, si riscopre la bellezza della lentezza.


Conclusione: Lecce laboratorio del futuro urbano

La città verde non deve essere solo un obiettivo del PUG perché ciò banalizzerebbe questa proposta. La Città Verde deve diventare una visione condivisa, alimentata da memorie e desideri, dalla conoscenza dei territori e dalla voglia di viverli meglio. Lecce ha ora l’occasione di diventare un laboratorio di innovazione urbana mediterranea, connettendo le sue radici storiche con le sfide globali: clima, salute, equità.

Come recita uno slogan ormai condiviso tra chi immagina la città del futuro:
Il futuro è a piedi. E sotto un albero.


Riferimenti bibliografici e casi di studio citati:

  • Beatley, T. (2011). Biophilic Cities: Integrating Nature into Urban Design and Planning.
  • Frank, L. D. et al. (2010). Linking Objectively Measured Physical Activity with Built Environment Features: The Role of Walkability.
  • WHO (2022). Urban green spaces and health: a review of evidence.
  • Medellín, Colombia – Corredores Verdes Project.
  • Freiburg, Germania – Vauban Sustainable Neighborhood.
  • Vitoria-Gasteiz, Spagna – Green Ring Project.
  • Melbourne, Australia – Green Wedges Strategy.

 

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