giovedì 15 maggio 2025

Rigenerare l’agricoltura abbandonata nella provincia di Lecce: una proposta d’integrazione nel Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie


 Rigenerare l’agricoltura abbandonata nella provincia di Lecce: una proposta d’integrazione nel Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie

Introduzione

Negli ultimi decenni, la provincia di Lecce è stata interessata da un crescente abbandono delle attività agricole. Fenomeni come la crisi della filiera olivicola causata dalla Xylella fastidiosa, l’invecchiamento della popolazione rurale e la scarsa redditività delle colture tradizionali hanno portato al degrado di vaste superfici un tempo fertili e produttive. I numerosi tentativi di rigenerazione agricola — spesso frammentari e disconnessi da una visione sistemica — non hanno prodotto risultati sostenibili nel lungo periodo. È tempo di un cambio di paradigma.

Questo saggio propone l’integrazione delle aree agricole abbandonate del Salento, e in particolare della provincia di Lecce, nel Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie (CNRA), il più grande progetto di ricerca agritech del Sud Italia finanziato dal PNRR con 340 milioni di euro. La proposta mira ad attivare un circolo virtuoso di innovazione, sperimentazione, inclusione sociale e rilancio economico, in linea con le direttrici strategiche del Piano Strategico 2025–2027 della CDP.


1. Il contesto salentino: tra declino e potenzialità

L’agricoltura salentina è oggi segnata da un declino che ha trasformato campagne fertili in paesaggi abbandonati. L’arrivo della Xylella ha decimato milioni di ulivi (Martelli et al., 2016), determinando un colpo fatale al modello agricolo tradizionale basato sulla monocoltura dell’olivo. Tuttavia, il territorio conserva un potenziale straordinario: biodiversità, microclimi unici, tradizione agroalimentare e una rete di piccole aziende con know-how ancora presente ma sottoutilizzato.

La rigenerazione richiede un approccio integrato basato su agricoltura di precisione, agroecologia, innovazione tecnologica e infrastrutture di ricerca avanzata.


2. Il Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie: un'opportunità storica

Il Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie, istituito con il contributo dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e sostenuto dalla Fondazione CDP, rappresenta un polo strategico per lo sviluppo agritech del Sud Italia. Il suo obiettivo è la creazione di un network dedicato all’innovazione e all’evoluzione tecnologica nel settore agroalimentare attraverso l'integrazione tra ricerca, impresa e territorio.

L’esperienza internazionale mostra come i poli agritech possano avere un impatto trasformativo: in Israele, il Volcani Center ha rivoluzionato l’agricoltura in un territorio semiarido (Rosenberg et al., 2019); nei Paesi Bassi, l’AgriFoodTech Campus di Wageningen ha fatto da volano all’economia circolare agricola (van der Ploeg, 2018).


3. Proposta d'integrazione: il Salento come laboratorio del Centro Nazionale

Azioni proposte nella provincia di Lecce:

A. Mappatura e censimento delle terre abbandonate

  • In collaborazione con enti locali, consorzi di bonifica e agenzie catastali.
  • Uso di droni e tecnologie GIS per la rilevazione rapida.

B. Creazione di "Living Labs" di agricoltura rigenerativa

  • Sperimentazione di pratiche agroecologiche e colture resilienti (es. carrubo, mandorlo, fico d’India).
  • Coinvolgimento diretto di agricoltori, università locali (UniSalento) e imprese tech.

C. Insediamento di startup e imprese agritech

  • Attraverso bandi supportati da CDP Venture Capital, con accesso a fondi seed e programmi di accelerazione.
  • Esempi replicabili: l’Agri-Tech East nel Regno Unito, che ha attratto decine di imprese in aree rurali in declino (Poppy et al., 2021).

D. Formazione e inclusione giovanile

  • Percorsi professionalizzanti su agricoltura 4.0, blockchain agroalimentare e sostenibilità.
  • Coinvolgimento di giovani NEET tramite programmi finanziati dal Fondo Sociale Europeo.

E. Integrazione nei flussi internazionali di investimento

  • Utilizzo degli strumenti Simest per l’internazionalizzazione delle nuove filiere agricole, incluso export credit.

4. Proposta formale al Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie

Oggetto: Richiesta di integrazione delle aree agricole abbandonate della provincia di Lecce nel Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie

Spett.le Direzione del CNRA,
con la presente, si propone formalmente l’inserimento del territorio salentino, in particolare la provincia di Lecce, nel perimetro operativo del Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie, come sito pilota per l’attivazione di laboratori di innovazione agricola e rigenerazione rurale.

La provincia di Lecce offre condizioni uniche per la sperimentazione di modelli sostenibili: vasti territori abbandonati, capitale umano qualificato, necessità di riconversione urgente, e una struttura agricola che si presta alla diversificazione.

La proposta è in linea con gli obiettivi del PNRR, con i target SDG 2 (Zero Hunger), SDG 8 (Decent Work and Economic Growth) e SDG 13 (Climate Action), nonché con la strategia di CDP orientata a “operatori ad alto contenuto tecnologico, con significativa rilevanza sociale e industriale”.

Confidando in un Vostro positivo riscontro, restiamo a disposizione per ulteriori dettagli tecnici, protocolli di attuazione e partenariati pubblici e privati già disponibili sul territorio.

Cordiali saluti,
Antonio Bruno
Adaf Lecce


Conclusione

Integrare le aree agricole abbandonate del Salento nel Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie non è soltanto una possibilità: è una necessità. Il fallimento dei precedenti tentativi di rigenerazione dimostra che solo una strategia sistemica, fondata sulla scienza, sull’innovazione e sulla collaborazione multilivello, può trasformare il paesaggio agricolo leccese in un modello europeo di resilienza e modernizzazione rurale.


Bibliografia

  • Martelli, G. P., Boscia, D., Porcelli, F., & Saponari, M. (2016). The olive quick decline syndrome in south-east Italy: a threatening phytosanitary emergency. European Journal of Plant Pathology, 144(2), 235–243.
  • Rosenberg, E., Zilber-Rosenberg, I., & Rilling, J. (2019). The Israeli model of desert agriculture: microbiome-centered innovations. Agricultural Systems, 176, 102683.
  • van der Ploeg, J. D. (2018). The new peasantries: struggles for autonomy and sustainability in an era of empire and globalization. Earthscan.
  • Poppy, G. M., Chiotha, S., Eigenbrode, S. D., et al. (2021). Food system resilience: a research agenda for the 21st century. Frontiers in Sustainable Food Systems, 5, 584154.
  • FAO (2020). The State of Food and Agriculture. Food and Agriculture Organization of the United Nations.
  • CDP (2025). Piano Strategico 2025–2027, Cassa Depositi e Prestiti.

Piano Strategico

È l’impegno messo in campo negli ultimi tre anni a favore di oltre 7.200 aziende del settore agricolo.

CDP, operazione dopo operazione

L’ultima operazione risale allo scorso dicembre, quando CDP Equity, la holding di investimento di Cassa Depositi e Prestiti, ha acquisito — insieme a Trilantic Europe, uno dei principali investitori di private equity pan-europei nel mercato delle medie imprese — una quota di maggioranza di Diagram Group, il primo polo agritech italiano specializzato nei servizi per l’agricoltura di precisione, soluzioni tecnologiche e applicazioni software professionali per il settore agricolo.

Una mossa finalizzata, per usare le parole dell’AD di CDP, Dario Scannapieco, “a consolidare un mercato medio frammentato”, ma anche a sostenere una realtà strategica con un elevato potenziale di crescita.

La strategia equity di CDP

Questo obiettivo è al centro della strategia di CDP sul fronte dell’equity, settore affidato al vicedirettore generale Fabio Barsotti e all’amministratore delegato di CDP Equity, Francesco Mele.

La direzione intrapresa dalla Cassa è chiara: puntare le proprie risorse su operatori ad alto contenuto tecnologico, con forte potenziale economico e significativa rilevanza sociale e industriale, al fine di renderli più competitivi anche a livello internazionale.

Il tutto facendo leva sulle risorse stanziate dal piano strategico 2025–2027, pari a 4 miliardi di euro, destinati al settore equity per sostenere le imprese in portafoglio e realizzare nuove operazioni in aziende strategiche e fondi.

Focus sul settore agricolo

Particolare attenzione è rivolta anche al comparto agricolo, cui sono destinati 400 milioni di euro nell’ambito del nuovo piano. Negli ultimi tre anni, CDP non ha fatto mancare il proprio supporto al settore: tra operatività diretta e indiretta, è stato mobilitato uno sforzo pari a circa 5 miliardi di euro, finalizzati allo sviluppo, all’innovazione e alla transizione green di oltre 7.200 aziende.

Per rilanciare un segmento cruciale dell’economia italiana, CDP ha agito su più fronti. Ha messo a disposizione plafond specifici alle banche per raggiungere le PMI che altrimenti non avrebbero potuto beneficiare del supporto della Cassa.

Azioni internazionali e ricerca

Ha inoltre stimolato lo sviluppo dell’agribusiness a livello internazionale, finanziando — in linea con gli obiettivi ONU — diversi programmi per un totale di circa 500 milioni di euro, utilizzando sia risorse proprie (in particolare a favore di banche multilaterali africane per promuovere la sicurezza alimentare e diversificare le fonti di approvvigionamento), sia finanziamenti di terzi a sostegno di filiere agricole in Etiopia e Mozambico.

In parallelo, attraverso la propria Fondazione, insieme ad altri soggetti pubblici e privati, CDP ha aderito al progetto promosso dall’Università degli Studi di Napoli Federico II per la costituzione del Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie: il più grande progetto di ricerca del PNRR nel Sud Italia, finanziato con 340 milioni di euro, e volto a creare un network dedicato all’innovazione e all’evoluzione tecnologica nel settore agroalimentare.

Venture capital e internazionalizzazione

Per supportare ulteriormente il comparto, CDP ha mobilitato:

  • CDP Equity, che ha iniziato a operare nel settore con un investimento di 100 milioni di euro nel Fondo Italiano Agri & Food, gestito da Fondo Italiano di Investimento;
  • CDP Venture Capital, che ha erogato 37 milioni di euro a favore di oltre 100 startup e veicoli operanti nel settore agritech, grazie a fondi, programmi di accelerazione e poli di trasferimento tecnologico;
  • Simest, la società del Gruppo CDP per l’internazionalizzazione delle imprese, intervenuta nel settore agroalimentare con:
    • 111 operazioni di investimento partecipativo (117 milioni di euro);
    • oltre 1.000 operazioni di finanziamento agevolato (470 milioni di euro);
    • 66 operazioni di export credit (151 milioni di euro complessivi).

 

 

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