Rigenerare l’agricoltura abbandonata nella provincia di Lecce: una proposta d’integrazione nel Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie
Introduzione
Negli ultimi
decenni, la provincia di Lecce è stata interessata da un crescente abbandono
delle attività agricole. Fenomeni come la crisi della filiera olivicola causata
dalla Xylella fastidiosa, l’invecchiamento della popolazione rurale e la scarsa
redditività delle colture tradizionali hanno portato al degrado di vaste
superfici un tempo fertili e produttive. I numerosi tentativi di rigenerazione
agricola — spesso frammentari e disconnessi da una visione sistemica — non
hanno prodotto risultati sostenibili nel lungo periodo. È tempo di un cambio di
paradigma.
Questo
saggio propone l’integrazione delle aree agricole abbandonate del Salento, e in
particolare della provincia di Lecce, nel Centro Nazionale di Ricerca per le
Tecnologie Agrarie (CNRA), il più grande progetto di ricerca agritech del
Sud Italia finanziato dal PNRR con 340 milioni di euro. La proposta mira
ad attivare un circolo virtuoso di innovazione, sperimentazione, inclusione
sociale e rilancio economico, in linea con le direttrici strategiche del Piano
Strategico 2025–2027 della CDP.
1. Il contesto salentino: tra declino e potenzialità
L’agricoltura
salentina è oggi segnata da un declino che ha trasformato campagne fertili in
paesaggi abbandonati. L’arrivo della Xylella ha decimato milioni di ulivi
(Martelli et al., 2016), determinando un colpo fatale al modello agricolo
tradizionale basato sulla monocoltura dell’olivo. Tuttavia, il territorio
conserva un potenziale straordinario: biodiversità, microclimi unici,
tradizione agroalimentare e una rete di piccole aziende con know-how ancora
presente ma sottoutilizzato.
La
rigenerazione richiede un approccio integrato basato su agricoltura di
precisione, agroecologia, innovazione tecnologica e infrastrutture
di ricerca avanzata.
2. Il Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie
Agrarie: un'opportunità storica
Il Centro
Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie, istituito con il contributo
dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e sostenuto dalla Fondazione
CDP, rappresenta un polo strategico per lo sviluppo agritech del Sud
Italia. Il suo obiettivo è la creazione di un network dedicato
all’innovazione e all’evoluzione tecnologica nel settore agroalimentare
attraverso l'integrazione tra ricerca, impresa e territorio.
L’esperienza
internazionale mostra come i poli agritech possano avere un impatto
trasformativo: in Israele, il Volcani Center ha rivoluzionato
l’agricoltura in un territorio semiarido (Rosenberg et al., 2019); nei Paesi
Bassi, l’AgriFoodTech Campus di Wageningen ha fatto da volano
all’economia circolare agricola (van der Ploeg, 2018).
3. Proposta d'integrazione: il Salento come
laboratorio del Centro Nazionale
Azioni proposte nella provincia di Lecce:
A. Mappatura
e censimento delle terre abbandonate
- In collaborazione con enti
locali, consorzi di bonifica e agenzie catastali.
- Uso di droni e tecnologie GIS
per la rilevazione rapida.
B. Creazione
di "Living Labs" di agricoltura rigenerativa
- Sperimentazione di pratiche
agroecologiche e colture resilienti (es. carrubo, mandorlo, fico d’India).
- Coinvolgimento diretto di
agricoltori, università locali (UniSalento) e imprese tech.
C.
Insediamento di startup e imprese agritech
- Attraverso bandi supportati da CDP
Venture Capital, con accesso a fondi seed e programmi di
accelerazione.
- Esempi replicabili: l’Agri-Tech
East nel Regno Unito, che ha attratto decine di imprese in aree rurali
in declino (Poppy et al., 2021).
D.
Formazione e inclusione giovanile
- Percorsi professionalizzanti su
agricoltura 4.0, blockchain agroalimentare e sostenibilità.
- Coinvolgimento di giovani NEET
tramite programmi finanziati dal Fondo Sociale Europeo.
E.
Integrazione nei flussi internazionali di investimento
- Utilizzo degli strumenti Simest
per l’internazionalizzazione delle nuove filiere agricole, incluso export
credit.
4. Proposta formale al Centro Nazionale di Ricerca per
le Tecnologie Agrarie
Oggetto: Richiesta di integrazione delle
aree agricole abbandonate della provincia di Lecce nel Centro Nazionale di
Ricerca per le Tecnologie Agrarie
Spett.le
Direzione del CNRA,
con la presente, si propone formalmente l’inserimento del territorio salentino,
in particolare la provincia di Lecce, nel perimetro operativo del Centro
Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie, come sito pilota per
l’attivazione di laboratori di innovazione agricola e rigenerazione rurale.
La provincia
di Lecce offre condizioni uniche per la sperimentazione di modelli sostenibili:
vasti territori abbandonati, capitale umano qualificato, necessità di
riconversione urgente, e una struttura agricola che si presta alla
diversificazione.
La proposta
è in linea con gli obiettivi del PNRR, con i target SDG 2 (Zero Hunger), SDG 8
(Decent Work and Economic Growth) e SDG 13 (Climate Action), nonché con la
strategia di CDP orientata a “operatori ad alto contenuto tecnologico, con
significativa rilevanza sociale e industriale”.
Confidando
in un Vostro positivo riscontro, restiamo a disposizione per ulteriori dettagli
tecnici, protocolli di attuazione e partenariati pubblici e privati già
disponibili sul territorio.
Cordiali
saluti,
Antonio Bruno
Adaf Lecce
Conclusione
Integrare le
aree agricole abbandonate del Salento nel Centro Nazionale di Ricerca per le
Tecnologie Agrarie non è soltanto una possibilità: è una necessità. Il
fallimento dei precedenti tentativi di rigenerazione dimostra che solo una
strategia sistemica, fondata sulla scienza, sull’innovazione e sulla
collaborazione multilivello, può trasformare il paesaggio agricolo leccese in
un modello europeo di resilienza e modernizzazione rurale.
Bibliografia
- Martelli, G. P., Boscia, D.,
Porcelli, F., & Saponari, M. (2016). The olive quick decline syndrome
in south-east Italy: a threatening phytosanitary emergency. European
Journal of Plant Pathology, 144(2), 235–243.
- Rosenberg, E.,
Zilber-Rosenberg, I., & Rilling, J. (2019). The Israeli model of
desert agriculture: microbiome-centered innovations. Agricultural Systems,
176, 102683.
- van der Ploeg, J. D. (2018).
The new peasantries: struggles for autonomy and sustainability in an era
of empire and globalization. Earthscan.
- Poppy, G. M., Chiotha, S.,
Eigenbrode, S. D., et al. (2021). Food system resilience: a research
agenda for the 21st century. Frontiers in Sustainable Food Systems,
5, 584154.
- FAO (2020). The State of
Food and Agriculture. Food and Agriculture Organization of the United
Nations.
- CDP (2025). Piano Strategico
2025–2027, Cassa Depositi e Prestiti.
Piano Strategico
È l’impegno
messo in campo negli ultimi tre anni a favore di oltre 7.200 aziende del
settore agricolo.
CDP, operazione dopo operazione
L’ultima
operazione risale allo scorso dicembre, quando CDP Equity, la holding di
investimento di Cassa Depositi e Prestiti, ha acquisito — insieme a Trilantic
Europe, uno dei principali investitori di private equity pan-europei nel
mercato delle medie imprese — una quota di maggioranza di Diagram Group,
il primo polo agritech italiano specializzato nei servizi per l’agricoltura di
precisione, soluzioni tecnologiche e applicazioni software professionali per il
settore agricolo.
Una mossa
finalizzata, per usare le parole dell’AD di CDP, Dario Scannapieco, “a
consolidare un mercato medio frammentato”, ma anche a sostenere una realtà
strategica con un elevato potenziale di crescita.
La strategia equity di CDP
Questo
obiettivo è al centro della strategia di CDP sul fronte dell’equity, settore
affidato al vicedirettore generale Fabio Barsotti e all’amministratore
delegato di CDP Equity, Francesco Mele.
La direzione
intrapresa dalla Cassa è chiara: puntare le proprie risorse su operatori ad
alto contenuto tecnologico, con forte potenziale economico e significativa
rilevanza sociale e industriale, al fine di renderli più competitivi anche a
livello internazionale.
Il tutto
facendo leva sulle risorse stanziate dal piano strategico 2025–2027,
pari a 4 miliardi di euro, destinati al settore equity per sostenere le
imprese in portafoglio e realizzare nuove operazioni in aziende strategiche e
fondi.
Focus sul settore agricolo
Particolare
attenzione è rivolta anche al comparto agricolo, cui sono destinati 400
milioni di euro nell’ambito del nuovo piano. Negli ultimi tre anni, CDP non
ha fatto mancare il proprio supporto al settore: tra operatività diretta e
indiretta, è stato mobilitato uno sforzo pari a circa 5 miliardi di euro,
finalizzati allo sviluppo, all’innovazione e alla transizione green di oltre 7.200
aziende.
Per
rilanciare un segmento cruciale dell’economia italiana, CDP ha agito su più
fronti. Ha messo a disposizione plafond specifici alle banche per
raggiungere le PMI che altrimenti non avrebbero potuto beneficiare del supporto
della Cassa.
Azioni internazionali e ricerca
Ha inoltre
stimolato lo sviluppo dell’agribusiness a livello internazionale,
finanziando — in linea con gli obiettivi ONU — diversi programmi per un totale
di circa 500 milioni di euro, utilizzando sia risorse proprie (in
particolare a favore di banche multilaterali africane per promuovere la
sicurezza alimentare e diversificare le fonti di approvvigionamento), sia
finanziamenti di terzi a sostegno di filiere agricole in Etiopia e Mozambico.
In
parallelo, attraverso la propria Fondazione, insieme ad altri soggetti
pubblici e privati, CDP ha aderito al progetto promosso dall’Università
degli Studi di Napoli Federico II per la costituzione del Centro
Nazionale di Ricerca per le Tecnologie Agrarie: il più grande progetto di
ricerca del PNRR nel Sud Italia, finanziato con 340 milioni di euro, e
volto a creare un network dedicato all’innovazione e all’evoluzione tecnologica
nel settore agroalimentare.
Venture capital e internazionalizzazione
Per
supportare ulteriormente il comparto, CDP ha mobilitato:
- CDP Equity, che ha iniziato a operare nel
settore con un investimento di 100 milioni di euro nel Fondo
Italiano Agri & Food, gestito da Fondo Italiano di Investimento;
- CDP Venture Capital, che ha erogato 37 milioni
di euro a favore di oltre 100 startup e veicoli operanti nel
settore agritech, grazie a fondi, programmi di accelerazione e poli di
trasferimento tecnologico;
- Simest, la società del Gruppo CDP per
l’internazionalizzazione delle imprese, intervenuta nel settore
agroalimentare con:
- 111 operazioni di investimento partecipativo
(117 milioni di euro);
- oltre 1.000 operazioni di finanziamento agevolato (470
milioni di euro);
- 66 operazioni di export credit (151
milioni di euro complessivi).
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