C’è una visione meccanicistica del mondo che si limita alla
forma di osservare e di determinare la distruzione della vita di molte specie.
Per superare le conseguenze della crisi attuale
dell'agricoltura convenzionale, bisogna sviluppare un paradigma nuovo, una
visione nuova, un nuovo comportamento, perché è inconcepibile una soluzione
radicale e permanente senza una trasformazione profonda dell’essere umano.
In questa forma nuova di pensare e di attuare, la cosa più
importante non dovrà più essere "produrre quanto più è possibile”, la
crescita lineare e monolitica, il gigantismo e l’immediato; ma piuttosto dovrà
essere l'armonia, la biodiversità, l’approccio dinamico, sistemico, funzionale
e complementare all'universo intero, dove nasca di nuovo la mistica, la
libertà, il collettivo, l'emozione, la saggezza, l’intuito, la creatività,
l’eterogeneità, la coesistenza, il processo, la sacralità, la spiritualità, la
tradizione, l’ancestrale, la simbiosi, il duraturo, la conoscenza universale,
la fiducia, il multiciclico e la sacra armonia della coesistenza di un essere
umano in pace e non in conflitto distruttivo con le altre espressioni
sinfoniche della vita già scoperta, da scoprire o mai scoperta in questo
pianeta.
"La Terra è una
rete di relazioni, è una totalità indivisibile, è l'espressione di un ordine
universale basato nel suo insieme e non nelle sue parti isolate”.
D'altra parte per accedere a "nuove" forme di fare
un'agricoltura diversa, bisogna anche fare in modo che il Mondo della cultura e
della Scienza si sveglino dal sonno meccanicista, derivato dal paradigma del
riduzionismo scientifico che risulta limitante nel quale queste istituzioni sono
immerse e abitualmente vivono, abbandonino la logica del consumismo e vengano
fuori dalla caverna delle illusioni mercantiliste dove si trovano, è questa la
sfida (anche se, come lo stesso Platone asserisce nel suo famoso mito della
caverna, colui che tenta di spiegare la luce che esiste all’esterno a chi
conosce solo la caverna, sarà preso per matto o per bugiardo).
La costruzione di un paradigma nuovo per l'agricoltura
richiede una percezione nuova della realtà, un nuovo linguaggio e una visione nuova
della formazione dell'universo (cosmogonia), significa anche farsi carico dei
nuovi postulati della vita pratica dei coltivatori, completarli con nuove
informazioni e nuovi modelli di osservazione dei fenomeni naturali, in una
forma flessibile, senza negare le loro dinamiche interne.
“Un paradigma è un
insieme di teorie, di valori, di costruzioni, di tipi di modelli e di tecniche
condivise dai membri di una comunità i cui presupposti non funzionano come
ipotesi, ma come credenze stratificate”.
La credenza è l'insistenza nell’idea che la verità è quello
che uno vorrebbe che fosse.
Da questo si deduce che un credente aprirà la sua mente alla
verità solo a condizione che questa si adatti alle idee e ai desideri che ha
concepito anteriormente. In realtà, il paradigma della coscienza nuova
sostituisce la sua struttura di credenza con un sistema di fede (A.Watt),
perché la fede è un'apertura senza riserve della mente alla verità, qualunque
sia.
Dato che la fede manca di concezioni previe, implica che uno
"si tuffi nell’ignoto"; e questo intimidisce e terrorizza chi ha una
norma predeterminata di agire.
Le credenze si aggrappano, mentre la fede è un lasciarsi
prendere.
In questo senso della parola, la fede è la virtù essenziale
di questo paradigma nascente che coniuga al suo interno l’antica saggezza e la
scienza moderna.
Il concetto di paradigma e il suo rapporto essenziale con il
pensiero scientifico fu introdotto nel 1962 da Thomas Kuhn.
Per questo storico della scienza, un paradigma è una
conquista intellettuale capitale che soggiace alla scienza e guida le ricerche.
Si suppone che ogni paradigma scientifico é suscettibile di
modifiche, confutazioni, o convalide, ciò nonostante quando una teoria funziona
efficacemente per un tempo, diventa “norma” che, oltre ad offrire un contesto
operativo ad un campo di fenomeni, lo restringe e lo pre-programma. Diventando
un ambito di referenza implicito per i più, diventa il modo
"naturale" di vedere e di lavorare, diventa la forma
"ragionevole" di pensare un fenomeno. Così, nessuno pensa di mettere
in discussione o di ribellarsi contro qualcosa che sembra essere il “naturale
ordine dell'universo". Esso funziona come un paio di paraocchi, dice la
Charles Tart.
Viviamo in un’epoca di conflitto di paradigmi, dove si
propongono paradigmi innovatori di fronte ad altri più antichi e si aprono
nuovi indirizzi alle ricerche.
Il paradigma di una
nuova coscienza dell’agricoltura deve combinare approcci diversi in un
equilibrio dinamico che implichi un modello duttile di riflessione e di
pensiero olistico.
La proposta di costruire un'agricoltura diversa consiste nel
proposito di costruire un paradigma nuovo che può consistere, fra gli altri
concetti, nel non avere più o nell’abbandonare:
• La
visione dell’universo come se fosse un sistema meccanico composto di pezzi
slegati o cicli isolati.
• La
visione del corpo umano, delle piante, della terra e degli altri organismi
vivi, come se fossero delle semplici macchine di produzione, di trasformazione
e di riciclaggio di alimenti.
• La visione
della vita ecosociale come se esistesse necessariamente in una costante lotta
competitiva per il territorio, per gli alimenti e per la sopravvivenza.
• La
visione limitata che crede nel progresso materiale illimitato a costo di una
crescita meramente economica e tecnicista.
• La
visione per cui il dominio, il controllo e lo sfruttamento della natura da
parte dell'essere umano sono intesi come il meccanismo di comprensione della
natura stessa.
• La
visione basata sui maltrattamenti e gli abusi, sia verso noi stessi che verso
l’ambiente, che riflette una carenza di saggezza sistemica.
• La
visione della conquista e del controllo della natura come un meccanismo di
soggezione creato dalla scienza Cartesiana, dove il falso sviluppo ha
interrotto il processo ciclico, "sostituendolo" con una corsa
lineare.
• La
visione o la falsa idea per cui, nell’evoluzione della specie, sopravvivono
solamente le più adeguate e i più adeguati all’interno di ogni specie e che la
vita è una lotta cieca contro l'ambiente e gli altri; dimenticando che quello
che guida la natura è la coesistenza pacifica, la cooperazione e non la
competizione a morte.
• La
visione per cui lo sviluppo umano è subordinato allo sviluppo tecnologico e la
crescita personale è subordinata alla crescita economica.
• La
visione della specie suprema capace di eliminare e negare le altre per la
propria esistenza.
• La
visione che semplifica la complessità con delle relazioni lineari di causa ed
effetto inesistenti.
Questo paradigma nuovo consiste anche nell’abbandonare
qualsiasi simpatia per le istituzioni estremamente strutturate, verticali,
inflessibili e burocratiche, simili alle istituzioni monastiche e militari che
hanno caratterizzato l’estensione rurale dell'agricoltura.
Finalmente ….
“è ora di capire che noi viviamo immersi in una rete di
sistemi. L’arroganza di una prospettiva antropocentrica lineare pone il
percorso dell’uomo al di sopra di quello dell'universo.
La nostra
responsabilità consiste nel ripensare l'essere umano come un’unità
eco-sistemica complessa che coinvolge e contiene la sintesi del tutto.
Questa sintesi risiede nella coscienza, e solamente chi
percepisce più in là del corpo e della mente avrà accesso ai livelli
dell’ordine e della strutturazione superiore. Risvegliare la nuova coscienza
comporta la responsabilità nell’esercizio della verità. Essere cosciente,
consapevole e coerente significa percepire l’essenziale in ognuno dei nostri
atti e nella natura di tutto ciò che ci circonda, in questo modo la
quotidianità diventa trascendente; la cosa umana divina" (Carlos
Fregtman).
In ogni caso, dato che l'agricoltura convenzionale
industriale è basata su un insieme di concetti e di valori che non sono più
percorribili, declinerà inevitabilmente e a lungo termine si disintegrerà,
mentre le forze socioculturali che rappresentano il paradigma "nuovo"
dell'agricoltura organica, al contrario, saranno quelle che continueranno a
crescere e col tempo finiranno per dominare.
Questo processo di trasformazione è un fatto ed ora è
chiaramente visibile per le comunità rurali di molti paesi, a cominciare
dall'incremento continuo dei sistemi di produzione organica. (Cfr. la
Conferenza: “Modernizzare l'agricoltura, una nuova corrente in Europa ed in
America Latina”, dello stesso autore).
Liberamente
tratto da MANUAL PRÁCTICO DE AGRICULTURA ORGÁNICA Y PANES DE PIEDRA scritto da
Jairo Restrepo Rivera Julius Hensel Cali, 2009 il manuale è scaricabile qui:
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