martedì 26 aprile 2016

Come risolvere il problema della salute umana con l'agricoltura


C’è una visione meccanicistica del mondo che si limita alla forma di osservare e di determinare la distruzione della vita di molte specie.
Per superare le conseguenze della crisi attuale dell'agricoltura convenzionale, bisogna sviluppare un paradigma nuovo, una visione nuova, un nuovo comportamento, perché è inconcepibile una soluzione radicale e permanente senza una trasformazione profonda dell’essere umano.
In questa forma nuova di pensare e di attuare, la cosa più importante non dovrà più essere "produrre quanto più è possibile”, la crescita lineare e monolitica, il gigantismo e l’immediato; ma piuttosto dovrà essere l'armonia, la biodiversità, l’approccio dinamico, sistemico, funzionale e complementare all'universo intero, dove nasca di nuovo la mistica, la libertà, il collettivo, l'emozione, la saggezza, l’intuito, la creatività, l’eterogeneità, la coesistenza, il processo, la sacralità, la spiritualità, la tradizione, l’ancestrale, la simbiosi, il duraturo, la conoscenza universale, la fiducia, il multiciclico e la sacra armonia della coesistenza di un essere umano in pace e non in conflitto distruttivo con le altre espressioni sinfoniche della vita già scoperta, da scoprire o mai scoperta in questo pianeta.
"La Terra è una rete di relazioni, è una totalità indivisibile, è l'espressione di un ordine universale basato nel suo insieme e non nelle sue parti isolate”.
D'altra parte per accedere a "nuove" forme di fare un'agricoltura diversa, bisogna anche fare in modo che il Mondo della cultura e della Scienza si sveglino dal sonno meccanicista, derivato dal paradigma del riduzionismo scientifico che risulta limitante nel quale queste istituzioni sono immerse e abitualmente vivono, abbandonino la logica del consumismo e vengano fuori dalla caverna delle illusioni mercantiliste dove si trovano, è questa la sfida (anche se, come lo stesso Platone asserisce nel suo famoso mito della caverna, colui che tenta di spiegare la luce che esiste all’esterno a chi conosce solo la caverna, sarà preso per matto o per bugiardo).
La costruzione di un paradigma nuovo per l'agricoltura richiede una percezione nuova della realtà, un nuovo linguaggio e una visione nuova della formazione dell'universo (cosmogonia), significa anche farsi carico dei nuovi postulati della vita pratica dei coltivatori, completarli con nuove informazioni e nuovi modelli di osservazione dei fenomeni naturali, in una forma flessibile, senza negare le loro dinamiche interne.
“Un paradigma è un insieme di teorie, di valori, di costruzioni, di tipi di modelli e di tecniche condivise dai membri di una comunità i cui presupposti non funzionano come ipotesi, ma come credenze stratificate”.
La credenza è l'insistenza nell’idea che la verità è quello che uno vorrebbe che fosse.
Da questo si deduce che un credente aprirà la sua mente alla verità solo a condizione che questa si adatti alle idee e ai desideri che ha concepito anteriormente. In realtà, il paradigma della coscienza nuova sostituisce la sua struttura di credenza con un sistema di fede (A.Watt), perché la fede è un'apertura senza riserve della mente alla verità, qualunque sia.
Dato che la fede manca di concezioni previe, implica che uno "si tuffi nell’ignoto"; e questo intimidisce e terrorizza chi ha una norma predeterminata di agire.
Le credenze si aggrappano, mentre la fede è un lasciarsi prendere.
In questo senso della parola, la fede è la virtù essenziale di questo paradigma nascente che coniuga al suo interno l’antica saggezza e la scienza moderna.
Il concetto di paradigma e il suo rapporto essenziale con il pensiero scientifico fu introdotto nel 1962 da Thomas Kuhn.
Per questo storico della scienza, un paradigma è una conquista intellettuale capitale che soggiace alla scienza e guida le ricerche.
Si suppone che ogni paradigma scientifico é suscettibile di modifiche, confutazioni, o convalide, ciò nonostante quando una teoria funziona efficacemente per un tempo, diventa “norma” che, oltre ad offrire un contesto operativo ad un campo di fenomeni, lo restringe e lo pre-programma. Diventando un ambito di referenza implicito per i più, diventa il modo "naturale" di vedere e di lavorare, diventa la forma "ragionevole" di pensare un fenomeno. Così, nessuno pensa di mettere in discussione o di ribellarsi contro qualcosa che sembra essere il “naturale ordine dell'universo". Esso funziona come un paio di paraocchi, dice la Charles Tart.
Viviamo in un’epoca di conflitto di paradigmi, dove si propongono paradigmi innovatori di fronte ad altri più antichi e si aprono nuovi indirizzi alle ricerche.
Il paradigma di una nuova coscienza dell’agricoltura deve combinare approcci diversi in un equilibrio dinamico che implichi un modello duttile di riflessione e di pensiero olistico.
La proposta di costruire un'agricoltura diversa consiste nel proposito di costruire un paradigma nuovo che può consistere, fra gli altri concetti, nel non avere più o nell’abbandonare:

•             La visione dell’universo come se fosse un sistema meccanico composto di pezzi slegati o cicli isolati.
•             La visione del corpo umano, delle piante, della terra e degli altri organismi vivi, come se fossero delle semplici macchine di produzione, di trasformazione e di riciclaggio di alimenti.
•             La visione della vita ecosociale come se esistesse necessariamente in una costante lotta competitiva per il territorio, per gli alimenti e per la sopravvivenza.
•             La visione limitata che crede nel progresso materiale illimitato a costo di una crescita meramente economica e tecnicista.
•             La visione per cui il dominio, il controllo e lo sfruttamento della natura da parte dell'essere umano sono intesi come il meccanismo di comprensione della natura stessa.
•             La visione basata sui maltrattamenti e gli abusi, sia verso noi stessi che verso l’ambiente, che riflette una carenza di saggezza sistemica.
•             La visione della conquista e del controllo della natura come un meccanismo di soggezione creato dalla scienza Cartesiana, dove il falso sviluppo ha interrotto il processo ciclico, "sostituendolo" con una corsa lineare.
•             La visione o la falsa idea per cui, nell’evoluzione della specie, sopravvivono solamente le più adeguate e i più adeguati all’interno di ogni specie e che la vita è una lotta cieca contro l'ambiente e gli altri; dimenticando che quello che guida la natura è la coesistenza pacifica, la cooperazione e non la competizione a morte.
•             La visione per cui lo sviluppo umano è subordinato allo sviluppo tecnologico e la crescita personale è subordinata alla crescita economica.
•             La visione della specie suprema capace di eliminare e negare le altre per la propria esistenza.
•             La visione che semplifica la complessità con delle relazioni lineari di causa ed effetto inesistenti.
Questo paradigma nuovo consiste anche nell’abbandonare qualsiasi simpatia per le istituzioni estremamente strutturate, verticali, inflessibili e burocratiche, simili alle istituzioni monastiche e militari che hanno caratterizzato l’estensione rurale dell'agricoltura.
Finalmente ….
“è ora di capire che noi viviamo immersi in una rete di sistemi. L’arroganza di una prospettiva antropocentrica lineare pone il percorso dell’uomo al di sopra di quello dell'universo.
La nostra responsabilità consiste nel ripensare l'essere umano come un’unità eco-sistemica complessa che coinvolge e contiene la sintesi del tutto.
Questa sintesi risiede nella coscienza, e solamente chi percepisce più in là del corpo e della mente avrà accesso ai livelli dell’ordine e della strutturazione superiore. Risvegliare la nuova coscienza comporta la responsabilità nell’esercizio della verità. Essere cosciente, consapevole e coerente significa percepire l’essenziale in ognuno dei nostri atti e nella natura di tutto ciò che ci circonda, in questo modo la quotidianità diventa trascendente; la cosa umana divina" (Carlos Fregtman).
In ogni caso, dato che l'agricoltura convenzionale industriale è basata su un insieme di concetti e di valori che non sono più percorribili, declinerà inevitabilmente e a lungo termine si disintegrerà, mentre le forze socioculturali che rappresentano il paradigma "nuovo" dell'agricoltura organica, al contrario, saranno quelle che continueranno a crescere e col tempo finiranno per dominare.
Questo processo di trasformazione è un fatto ed ora è chiaramente visibile per le comunità rurali di molti paesi, a cominciare dall'incremento continuo dei sistemi di produzione organica. (Cfr. la Conferenza: “Modernizzare l'agricoltura, una nuova corrente in Europa ed in America Latina”, dello stesso autore).

Liberamente tratto da MANUAL PRÁCTICO DE AGRICULTURA ORGÁNICA Y PANES DE PIEDRA scritto da Jairo Restrepo Rivera Julius Hensel Cali, 2009 il manuale è scaricabile qui:

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