Due mie considerazioni in tema di disseccamento degli olivi
Ci sono due cose che mi hanno fatto riflettere in tema di
disseccamento. La prima è che ad oggi, nessun collega o agricoltore o
cittadino della provincia di Lecce, ha osservato cloni perfettamente sani di
olivi delle varietà ogliarola leccese e cellina di Nardò in oliveti colpiti dal
disseccamento.
Io avevo ipotizzato invece che, da qualche parte nella
nostra provincia, ci fossero dei cloni delle varietà autoctone che vegetassero tranquillamente
in campi disseccati.
Questo non significa che dobbiamo smettere di osservare,
anzi, dobbiamo farlo ancora di più. E’ noto che in arboricoltura si
costituiscono popolazioni di alberi con la moltiplicazione per parte di pianta
senza ricorrere alla semina. Ciò si traduce nella certezza che un clone di
olivo delle varietà autoctone perfettamente sano in oliveti disseccati sarebbe
la pianta madre che ricostituirebbe l’olivicoltura salentina.
La seconda cosa sono le osservazioni del prof. Pietro Perrino
che ho pubblicato prima di questo mio post nelle quali si sostiene che il
batterio sia una causa minore del disseccamento.
Posso solo affermare che le mie osservazioni non sono
spiegate dalle osservazioni del prof. Perrino al quale faccio le stesse domande
che ho fatto al prof. Xyloiannis che sono le seguenti:
Perché ad est della provincia di Lecce solo da qualche mese
appare qualche focolaio di disseccamento?
Perché oliveti condotti da anni in biologico sono
completamente disseccati?
Ripeto ciò che ho più volte scritto ovvero che il batterio
trasmesso da un insetto vettore è l’unica ipotesi che spiega il disseccamento
in atto negli oliveti che ho osservato e di cui si può avere contezza guardando
le foto che ho pubblicato sul mio blog.
Naturalmente sono pronto a leggere le evidenze che hanno
informato le osservazioni del prof. Pietro Perrino al fine di confrontarle con
le mie osservazioni e comprendere cosa sta facendo disseccare gli olivi del
Salento.
Grazie
Antonio Bruno
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