La gestione sostenibile dei terreni
agricoli prevede la pratica della minima lavorazione, che ha tre
regole molto semplici la terza delle queali prevede l’utilizzo
delle cover crops.
Le imprese agricole che intendono
praticare questo tipo di gestione possono godere di alcuni importanti
benefici delle cover crops. Li elenchiamo qui di seguito.
Mineralizzazione e nuova biomassa
Un terreno privo di vegetazione non
solo non produce biomassa, ma addirittura depaupera le sue riserve di
sostanza organica e s’impoverisce di elementi nutritivi. Nel
terreno l’attività biologica, che ovviamente non s’interrompe in
assenza di una coltura, procede a carico sia della sostanza organica
non ancora umificata (ad esempio sui residui della precedente
coltura) e sia dell’humus già presente nel terreno, con processi
biochimici complessi che contemplano anche quelli di
mineralizzazione. La mineralizzazione libera elementi nutritivi che,
in assenza di una vegetazione in grado di intercettarli (da qui la
funzione di cattura delle cover crops evidenziata nel termine
cacth-crop coniato qualche anno fa), possono essere facilmente
lisciviati (composti azotati) o trasportati fuori dall’appezzamento
con l’erosione. Quando nel suolo sono attivi i processi di
mineralizzazione, la presenza delle cover crops è in grado di
intercettare i prodotti di questo metabolismo utilizzandoli per
creare nuova biomassa.
nella foto l
'avena che è una buona opzione di coltura
da copertura (cover crops) piante di avena mature cresceranno alti 2
a 3 piedi, ma le loro radici possono estendersi fino a 6 piedi nel
terreno .
Azione anti-erosiva
Il terreno nudo è più intensamente
soggetto a fenomeni di erosione sia idrica che eolica. La presenza di
vegetazione impedisce, o riduce fortemente, l’erosione (da qui la
funzione di copertura evidenziata nel termine cover crops) attraverso
due principali meccanismi. Il primo, di trattenimento, dipende dallo
sviluppo dell’apparato radicale; il secondo, di assorbimento
dell’azione cinetica prodotta dall’acqua o dal vento, dipende
dallo sviluppo della parte epigea. In questo caso, però, lo scopo si
persegue anche lasciando il terreno coperto dal residuo colturale,
evitando o limitando fortemente le lavorazioni.
Più sostanza organica
La semina delle cover crops incrementa
l’apporto di sostanza organica e rappresenta una non trascurabile
fonte di composti azotati, che consente di ridurre le concimazioni
chimiche. Queste colture, infatti, permettono di ridurre l’uso di
agrochimici sia direttamente, tramite l’azione di cattura o di
fissazione dell’azoto atmosferico propria delle leguminose; sia
indirettamente, attraverso un miglioramento della fertilità del
suolo ascrivibile allo stimolo dell’attività microbiologica e
all’incremento di humus nel suolo.
Le cover crops hanno radici che
muoiono, si lasciano alle spalle i canali nel terreno per le radici
delle colture successive rendendo più facile per le nuove radici
raggiungere la profondità
Il ruolo “biofumigante” delle
cover crops
Un altro aspetto importante legato
all’uso delle cover crops riguarda la “biofumigazione”, che
consiste nell’utilizzo di piante da sovescio contenenti elementi
biologicamente attivi in grado di combattere o eliminare nematodi,
funghi o altri patogeni contenuti nel terreno.
Scritto da Roberto Bartolini.
Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista
professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo
Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello
direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore
responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di
consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di
innovazione tecnologica.
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