Nella foto il Presidente Copagri Fabio Ingrosso con il Maestro Beppe Vissicchio |
Questa sera ho ricevuto la telefonata del Presidente di
Copagri Fabio Ingrosso nel corso della quale mi ha comunicato che oggi, presso
il campo sperimentale in agro di Matino, sono riprese le prove della
sperimentazione da parte di Copagri – Università degli studi di Foggia, per
cercare di contrastare il fenomeno del Codiro. Le prove che sono riprese in
data odierna era state interrotte ad ottobre 2015.
Erano presenti durante lo svolgimento delle prove il
responsabile della ricerca Copagri Fabio Ingrosso, i professori dell’Università
degli Studi di Foggia, i funzionari dell’Asl, i proprietari che hanno messo a
disposizione gli appezzamenti per la ricerca e, infine, alcuni esponenti delle
aziende fitosanitarie che hanno fornito i prodotti.
Il Presidente Fabio Ingrosso mi ha inoltre fatto presente
che nel corso del 2016 sui terreni oggetto delle prove sperimentali sono state
effettuate la potatura e la pulizia delle piante per migliorare il loro stato
vegetativo e impedire l’attacco da parte di parassiti. Inoltre sono state
installate delle ”capannine meteorologiche” per il programma di monitoraggio. Sempre
in tali campi sono state effettuate analisi sul terreno, allo scopo di rilevare
le caratteristiche fisiche e chimiche per cercare di migliorare la fertilità
con la concimazione organica. E’ stata anche attuata la gestione fitosanitaria finalizzata
al contenimento deiu parassiti che erano presenti. In definitiva questa
mattina, sono riprese le ricerche sul campo.
“Il trattamento – mi
ha spiegato il Presidente Copagri Fabio Ingrosso - consiste nella
bio-stimolazione. Per biostimolanti intendiamo molecole naturali che servono
appunto a stimolare le piante”. L’utilizzo di questi possono incrementare la
produzione delle colture agrarie, migliorando l’uso degli elementi nutritivi.
Alcune volte questi aumentano la resistenza agli stress di natura biotica abiotica
e questi prodotti possono rappresentare un valido strumento per ridurre
l’impatto ambientale delle colture.
Il Responsabile della
ricerca dichiara che non si può aspettare che la pianta reagisca da sola.
Bisogna vedere come reagisce al batterio, “sempre se il batterio c’è”. Sono
state usate 12 molecole che hanno dato delle risposte, raggiungendo anche dei
risultati positivi. Alcune piante, inoltre, erano debilitate e sono state
tagliate, “ma questo fa parte del trattamento – dichiara Fabio Ingrosso - e
oggi alcuni ulivi manifestano uno sviluppo vegetativo importante”.
Nonostante la presenza della chioma sulla pianta, i
ricercatori hanno preferito iniziare le ricerche a partire dal terreno. “Il trattamento riguarda l’uso di sostanze
per nutrire la pianta – sostiene il Presidente Copagri - e sviluppare quello
che nell’uomo sono gli anticorpi. Ogni albero inoltre presenta uno sviluppo
differente – continua – ed è per questo che per ogni tronco c’è una lettera
diversa segnata in rosso”.
Ma quest’anno c’è una
novità che riguarda la disponibilità di territorio. “In quest’area – dichiara
il Ingrosso – sono state effettuate prove statistiche. A seguire si procederà
su altri appezzamenti della provincia che interesseranno due ettari e mezzo di
terreno nell’area a sud, nell’area al centro e nell’area a nord del Salento.
Verranno fatte prove – conclude – non più su cento alberi, ma su un numero di
piante maggiore”.
Il Responsabile della
ricerca inoltre annuncia che l’EFSA deve ricevere i dati di Copagri, “e una
volta ricevuti, darà un parere per poi annunciarlo alla Commissione Europea”.
Intanto le ricerche continuano per risolvere il problema del disseccamento degli
ulivi, ma soprattutto per dare una speranza agli agricoltori salentini.
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