giovedì 6 febbraio 2025

Verso una Rigenerazione Olivicola: L'Importanza di un Ente Tecnico Pubblico


 Verso una Rigenerazione Olivicola: L'Importanza di un Ente Tecnico Pubblico
Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore scientifico

La politica per il rilancio della produzione olivicola nel Salento, dopo i gravi danni provocati dalla Xylella, inizia a dare segnali concreti di ripresa. A Veglie, infatti, sono stati assegnati 5000 nuovi alberi d'ulivo a 60 beneficiari tra i coltivatori diretti che ne hanno fatto richiesta. Questo importante traguardo testimonia la volontà di restituire vitalità al paesaggio rurale, compromesso negli ultimi anni dalla devastazione del batterio. Tuttavia, permangono problematiche strutturali che rischiano di vanificare gli sforzi compiuti, in particolare la progressiva senilizzazione dei proprietari di piccoli appezzamenti e l'abbandono delle terre.

L'attuale modello economico neoliberista mostra evidenti limiti nell'adattarsi alla realtà agricola della provincia di Lecce. La logica del mercato, da sola, non può garantire una ripresa sostenibile dell'olivicoltura, soprattutto in un contesto caratterizzato da frammentazione fondiaria e difficoltà nella gestione delle coltivazioni. Per questo motivo, emerge la necessità di un intervento strutturale da parte delle istituzioni pubbliche, volto a sostenere concretamente i proprietari terrieri nella gestione e rigenerazione del paesaggio agricolo.

Una possibile soluzione risiede nella costituzione di un Ente Tecnico pubblico, composto esclusivamente da agrotecnici, periti agrari e dottori agronomi e forestali. Questo organismo avrebbe il compito di rigenerare il paesaggio rurale attraverso interventi mirati di ripristino delle coltivazioni e gestione sostenibile del territorio. L'obiettivo sarebbe quello di restituire ai proprietari le terre rigenerate, qualora essi ne facciano richiesta, oppure di continuare a gestirle nell'interesse della collettività.

L'iniziativa di Veglie rappresenta un primo passo importante verso la ripresa dell'olivicoltura salentina, ma deve essere accompagnata da strategie di lungo termine che garantiscano la sostenibilità delle coltivazioni. La creazione di un Ente Tecnico pubblico potrebbe rappresentare la chiave di volta per contrastare l'abbandono delle terre, favorire il ricambio generazionale e rilanciare un settore fondamentale per l'economia e l'identità del territorio. Solo attraverso un'azione sinergica tra amministrazioni pubbliche, tecnici del settore e proprietari terrieri sarà possibile trasformare la crisi in un'opportunità di crescita e innovazione per l'agricoltura salentina.

Il rilancio del settore olivicolo italiano: sfide e prospettive

L'olivicoltura italiana rappresenta un pilastro fondamentale dell'economia agricola nazionale e del patrimonio culturale del Paese. Tuttavia, negli ultimi decenni, il settore ha affrontato numerose sfide, tra cui la concorrenza internazionale, il cambiamento climatico e la frammentazione produttiva. Per rilanciare la filiera olivicola, si rendono necessarie strategie mirate che bilancino innovazione e tradizione, coinvolgendo sia il settore pubblico che quello privato.

Sfide attuali del settore olivicolo

Uno dei principali problemi del settore olivicolo italiano è la bassa competitività rispetto ad altri Paesi produttori, come Spagna e Tunisia, che riescono a garantire costi di produzione inferiori e una maggiore resa per ettaro. La scarsa meccanizzazione e la prevalenza di aziende di piccole dimensioni limitano l'efficienza produttiva. Inoltre, i cambiamenti climatici hanno determinato un aumento dell'incidenza di parassiti e malattie, come la Xylella fastidiosa, con gravi conseguenze per la produttività.

Un'altra problematica è rappresentata dalla difficoltà di accesso al mercato da parte dei piccoli produttori, che spesso faticano a ottenere un prezzo equo per l'olio d'oliva a causa della predominanza della grande distribuzione organizzata e della competizione con prodotti di minore qualità venduti a prezzi più bassi. Inoltre, la contraffazione e l'adulterazione dell'olio extravergine di oliva mettono a rischio la reputazione del Made in Italy e minano la fiducia dei consumatori.

Strategie per il rilancio

Per affrontare queste sfide, si possono adottare diverse strategie. Un primo passo fondamentale è l'incremento della meccanizzazione e dell'innovazione tecnologica, attraverso incentivi per l'acquisto di macchinari moderni e sistemi di agricoltura di precisione. L'adozione di tecniche colturali più sostenibili e resilienti al cambiamento climatico può ridurre l'impatto ambientale e aumentare la produttività.

Inoltre, è cruciale rafforzare la filiera olivicola attraverso la cooperazione tra produttori. La creazione di consorzi e reti di impresa può favorire l'accesso ai mercati internazionali e migliorare il potere contrattuale dei produttori nei confronti della grande distribuzione. Parallelamente, è necessario promuovere politiche di valorizzazione del prodotto italiano, mediante marchi di qualità certificata e campagne di sensibilizzazione sui benefici dell'olio extravergine di oliva.

Il ruolo dell'ente pubblico tecnico

Per garantire un approccio strutturato e scientifico al rilancio del settore, si propone la costituzione di un ente pubblico tecnico dedicato all'olivicoltura. Questo organismo avrebbe il compito di:

  • Coordinare la ricerca scientifica sulle varietà di olivo più resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie;

  • Promuovere la formazione e l'assistenza tecnica ai produttori per favorire l'adozione di pratiche innovative;

  • Monitorare la qualità dell'olio d'oliva, contrastando frodi e adulterazioni;

  • Facilitare l'accesso ai finanziamenti europei e nazionali per il settore;

  • Creare sinergie tra istituzioni, università e aziende per incentivare lo sviluppo di nuove tecnologie.

L'istituzione di un ente pubblico tecnico permetterebbe un approccio sistemico al rilancio del settore, garantendo un supporto costante agli olivicoltori e promuovendo la competitività del prodotto italiano a livello globale.

Conclusioni

Il rilancio del settore olivicolo italiano richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, degli imprenditori agricoli e della ricerca scientifica. L'innovazione tecnologica, la valorizzazione del prodotto e la cooperazione tra produttori sono elementi chiave per garantire un futuro sostenibile al comparto. La creazione di un ente pubblico tecnico potrebbe rappresentare uno strumento efficace per supportare la filiera olivicola e rafforzare la competitività dell'olio italiano sul mercato internazionale.

Bibliografia

  • Cacchiarelli, L. (2020). L'olivicoltura italiana tra tradizione e innovazione. Roma: Edizioni Agricoltura.

  • Rossi, G. & Bianchi, M. (2019). Sostenibilità e competitività nel settore olivicolo. Milano: Franco Angeli.

  • Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF). (2023). Rapporto sullo stato della filiera olivicola in Italia.

  • Consiglio Oleicolo Internazionale (COI). (2022). Relazione annuale sul mercato dell'olio d'oliva.

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