SICCITÀ: SCONGIURATO OBBLIGO BIO PER RINNOVO O NUOVE CONCESSIONI POZZI
Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e
territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore scientifico
L’assessorato regionale all’Agricoltura ha approvato modifiche alla normativa che regolamenta il rinnovo e il rilascio di nuove concessioni per l’estrazione di acque sotterranee a uso irriguo. Grazie a tali modifiche, è stata eliminata la necessità di convertire le colture all’agricoltura biologica per ottenere le concessioni, consentendo invece anche l’adesione al Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI). Questo sistema prevede la gestione dell’irrigazione secondo il disciplinare di produzione integrata (DPI), approvato annualmente dalla Regione.
La richiesta di revisione della normativa era stata avanzata affinché il rilascio di nuove concessioni o il rinnovo di quelle esistenti non fosse limitato esclusivamente alle aziende operanti in regime biologico, ma esteso anche a quelle che adottano pratiche di agricoltura integrata o che registrano i dati sull’utilizzo dei concimi nel Quaderno di Campagna, nel rispetto delle normative vigenti.
La gestione del Quaderno di Campagna nell’agricoltura integrata può essere paragonata alla firma delle cartelle cliniche o delle ricette mediche in ambito sanitario. Così come un paziente non può autocertificare l’uso di farmaci senza il controllo e la prescrizione di un medico, allo stesso modo un agricoltore non dovrebbe essere l’unico responsabile della registrazione e validazione delle pratiche agronomiche adottate.
La normativa vigente, infatti, non consente ai cittadini di autocertificare l’assunzione e la somministrazione di farmaci, perché tale attività richiede il controllo e la firma di un professionista abilitato (medico o farmacista), a garanzia della sicurezza e dell’appropriatezza del trattamento. Allo stesso modo, non dovrebbe essere concesso all’agricoltore di autocertificare le pratiche agricole senza la validazione di un tecnico agronomo o di un esperto qualificato. Questo è essenziale per garantire la corretta applicazione dei disciplinari di agricoltura integrata e per assicurare che le pratiche adottate siano realmente sostenibili dal punto di vista ambientale, al pari di quanto avviene in agricoltura biologica.
La Puglia sta attraversando una fase di grave siccità, con una riduzione significativa delle risorse idriche che ha ripercussioni pesanti sul settore agricolo, agroalimentare e zootecnico. Per fronteggiare questa emergenza, la Regione ha avanzato richiesta al Ministero dell’Agricoltura per il riconoscimento dell’avversità climatica, con l’obiettivo di garantire supporto economico agli agricoltori colpiti.
Le modifiche introdotte riconoscono l’agricoltura integrata e la registrazione dei dati agronomici come pratiche valide per garantire la sostenibilità ambientale, al pari dell’agricoltura biologica. Tuttavia, restano criticità legate ai tempi di istruttoria per il rilascio delle concessioni, che possono richiedere fino a un anno. La velocizzazione di questi iter amministrativi è considerata cruciale per consentire agli agricoltori di accedere ai fondi comunitari per lo sviluppo rurale e alle agevolazioni sui carburanti.
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