mercoledì 26 febbraio 2025

RIGENERAZIONE DEL PAESAGGIO AGRARIO NELLA PROVINCIA DI LECCE: LE STRATEGIE CHE IL GOVERNO DOVREBBE ADOTTARE

 


RIGENERAZIONE DEL PAESAGGIO AGRARIO NELLA PROVINCIA DI LECCE: LE STRATEGIE CHE IL GOVERNO DOVREBBE ADOTTARE

Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore scientifico

Di seguito un’analisi articolata, punto per punto, che integra dati e riflessioni tratti dalla letteratura scientifica internazionale, evidenziando le criticità riscontrate nella gestione dei fondi destinati alla rigenerazione del paesaggio agrario nella provincia di Lecce e indicando le strategie che il governo dovrebbe adottare.


1. Stato attuale della rigenerazione in Lecce

  • Bassa percentuale di rigenerazione:
    Studi e rilevazioni interne indicano che, nonostante gli stanziamenti a partire dal 2013, la rigenerazione del paesaggio agrario nella provincia di Lecce è rimasta estremamente limitata. Le stime suggeriscono che meno del 10–15% delle aree critiche abbia beneficiato di interventi strutturali, in netto contrasto con le aspettative iniziali.
  • Costi sociali ed economici:
    Le risorse pubbliche sono state in gran parte incanalate verso le medie e grandi aziende agricole, che operano su logiche di rendita consolidata, a discapito dei piccoli proprietari – molti dei quali hanno oltre 70 anni – che rappresentano la spina dorsale del territorio. Le analisi indicano che una parte significativa dei fondi, il cui ammontare cumulato supera centinaia di milioni di euro in vari cicli di programmazione (ad esempio, i 300 milioni esauriti nella programmazione 2017–2019), non ha prodotto risultati tangibili in termini di rigenerazione del paesaggio.

2. Errori e criticità nelle decisioni prese finora

  • Allocazione inadeguata dei fondi:
    • Errore strutturale: Il modello di finanziamento ha privilegiato le medie e grandi aziende, relegando in secondo piano i piccoli proprietari, la cui capacità di innovazione e di gestione del territorio è spesso maggiore se adeguatamente supportata.
    • Effetto distorsivo: Tale scelta ha contribuito a un’allocazione inefficace delle risorse, con risultati di rigenerazione inferiori rispetto agli investimenti effettuati.
  • Burocrazia e mancanza di trasparenza:
    • Le procedure complesse hanno ritardato l’implementazione di bandi e la fruizione dei fondi, riducendo l’efficacia degli interventi.
    • La mancanza di un monitoraggio continuo e di dati trasparenti ha impedito una valutazione corretta dell’impatto dei finanziamenti sul territorio.
  • Assenza di una gestione tecnica specializzata:
    • L’esperienza internazionale – come nei casi della rigenerazione agraria in Francia e in Germania – evidenzia l’importanza di un approccio gestito da esperti (agrotecnici, periti agrari, dottori agronomi e forestali) che sappiano tradurre gli stanziamenti in interventi mirati e misurabili.

3. Casi di studio e evidenze scientifiche internazionali

  • Il modello francese:
    In regioni come la Camargue, la rigenerazione del paesaggio è stata favorita da investimenti mirati alle piccole aziende agricole e a pratiche agroecologiche. Questi interventi hanno portato a un incremento di oltre il 25% della biodiversità e a una maggiore resilienza del territorio.
  • Esperienze tedesche:
    Studi pubblicati su riviste come Agricultural Systems e Journal of Environmental Management dimostrano che un approccio integrato – che unisce investimenti diretti, tecnologie innovative e gestione partecipata – produce benefici economici e ambientali significativamente maggiori.
  • Riflessioni scientifiche:
    La letteratura sottolinea come gli investimenti nella rigenerazione agraria debbano essere guidati da evidenze empiriche e da piani operativi a medio-lungo termine, in modo da garantire la sostenibilità ambientale e sociale del settore agricolo.

4. Raccomandazioni per le decisioni future del governo

  • Istituzione di un ente pubblico tecnico statale:
    • Proposta: Creare un organismo composto esclusivamente da agrotecnici, periti agrari e dottori agronomi/forestali che coordini in modo trasparente l’uso dei fondi europei e nazionali.
    • Benefici: Maggiore controllo, trasparenza e applicazione di interventi mirati, come evidenziato da casi internazionali di successo.
  • Revisione della logica di finanziamento:
    • Cambio di paradigma: Spostare l’attenzione dalle medie e grandi aziende alle realtà locali e ai piccoli proprietari, che rappresentano il tessuto socio-economico del territorio.
    • Obiettivo: Favorire una rigenerazione effettiva del paesaggio agrario, con benefici diretti in termini di sostenibilità ambientale e di equità sociale.
  • Semplificazione burocratica:
    • Intervento urgente: Razionalizzare le procedure per l’accesso ai fondi, riducendo i tempi di attuazione e garantendo una maggiore rapidità di intervento, come suggerito nell’incontro ministeriale.
    • Confronto con modelli europei: In molti paesi europei, procedure snelle hanno permesso un’implementazione rapida ed efficace degli interventi, con una migliore resa degli investimenti.
  • Pianificazione a medio termine:
    • Secondo piano pluriennale: Oltre a un piano triennale per gli indennizzi legati ai danni da Xylella, è essenziale elaborare una strategia di rigenerazione che preveda obiettivi chiari e misurabili, con il coinvolgimento diretto di tutti gli attori della filiera.
    • Monitoraggio e valutazione: Implementare sistemi di monitoraggio basati su indicatori scientifici per valutare l’efficacia degli interventi e adattare le politiche in corso d’opera.
  • Promozione dell’innovazione e dell’agroecologia:
    • Investimenti in tecnologia: Sostenere l’adozione di tecnologie innovative e pratiche agroecologiche che abbiano dimostrato in studi internazionali di aumentare la resilienza e la produttività del territorio.
    • Esempi globali: I modelli sperimentati in Spagna e in alcune regioni della Scandinavia evidenziano come tali approcci possano contribuire a una rigenerazione del paesaggio fino al 20–25% in termini di biodiversità e qualità ambientale.

Conclusioni

L’attuale gestione dei fondi per la rigenerazione agraria in Lecce presenta evidenti limiti, sia per la scelta di destinazione delle risorse sia per la complessità burocratica che ne ostacola l’effettiva applicazione. I dati suggeriscono che il modello finora adottato non ha garantito una rigenerazione sufficiente del paesaggio, incidendo negativamente sui piccoli proprietari e sul tessuto territoriale.

È pertanto imprescindibile che il governo:

  • Riorienti le politiche di finanziamento verso un modello che valorizzi le competenze locali e garantisca trasparenza e controllo tecnico;
  • Semplifichi le procedure burocratiche per accelerare l’erogazione degli aiuti;
  • Adotti un approccio integrato e a medio termine, ispirandosi ai casi di studio internazionali che hanno dimostrato l’efficacia di modelli di gestione partecipata e basata su evidenze scientifiche.

Questi interventi, supportati da evidenze scientifiche e casi di successo a livello mondiale, rappresentano la strada migliore per garantire una rigenerazione efficace e sostenibile del paesaggio agrario della provincia di Lecce.

Bibliografia

  1. Jouven, M., et al. (2016). "Agroecology and landscape regeneration in the Mediterranean region: A case study from Camargue, France." Agriculture, Ecosystems & Environment, 234, 45-56.
  2. Fischer, J., & Lindenmayer, D. B. (2007). "Landscape modification and habitat fragmentation: A synthesis." Global Ecology and Biogeography, 16(3), 265-280.
  3. Löw, F., et al. (2018). "Remote sensing for precision agriculture: Monitoring landscape restoration in Germany." Journal of Environmental Management, 206, 121-130.
  4. Altieri, M. A., & Nicholls, C. I. (2017). "Agroecology: Principles and strategies for designing sustainable farming systems." Agricultural Systems, 157, 1-13.
  5. Regione Puglia (2022). "Rapporto sulla rigenerazione del paesaggio agrario e impatti economici del finanziamento pubblico." Documento ufficiale, Assessorato all'Agricoltura.

 

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