Risanamento
olivicolo e giustizia sociale: la necessità di includere i piccoli proprietari
nel progetto di rigenerazione della Puglia
Antonio
Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale, formatore
e giornalista pubblicista divulgatore scientifico
La
devastazione causata dalla Xylella fastidiosa nel Salento e in altre aree della
Puglia ha rappresentato una delle peggiori catastrofi fitosanitarie nella
storia recente dell'agricoltura italiana. Il batterio, noto come il "killer
degli ulivi", ha determinato la morte di milioni di alberi, alterando
profondamente il paesaggio e l'economia della regione. In questo contesto, il
governo regionale pugliese ha avviato un programma di reimpianto di varietà di
olivo resistenti alla Xylella, prodotto nei vivai dell'Agenzia regionale
pugliese per le attività irrigue e forestali (ARIF). Tuttavia, tale iniziativa
esclude i piccoli proprietari, che sono stati tra i più colpiti dalla crisi.
Questo saggio sostiene che le nuove piante dovrebbero essere assegnate anche ai
proprietari con più di 70 anni, con la garanzia che ARIF si occupi della loro
messa a dimora, in modo da assicurare una reale rigenerazione del territorio e
una giustizia sociale.
L'impatto della Xylella fastidiosa e le risposte
istituzionali
La Xylella
fastidiosa è un batterio fitopatogeno che ostruisce i vasi xilematici delle
piante, provocando il disseccamento e, infine, la morte degli alberi infetti
(Saponari et al., 2019). Originario del continente americano, è stato
identificato per la prima volta in Puglia nel 2013 e, nonostante gli sforzi di
contenimento, si è rapidamente diffuso in tutta la regione (European Food
Safety Authority, 2019). Le strategie adottate dalle istituzioni hanno incluso
l'abbattimento delle piante infette, il monitoraggio delle aree colpite e il
finanziamento di programmi di ricerca su varietà resistenti, come il Leccino e
la Favolosa (Giampetruzzi et al., 2016). Tuttavia, queste misure si sono spesso
scontrate con il malcontento dei proprietari terrieri, che si sono visti
privati dei propri ulivi senza un adeguato risarcimento.
Il problema dell'esclusione dei piccoli proprietari
L'attuale
piano di rigenerazione olivicola prevede la distribuzione gratuita delle nuove
piante resistenti esclusivamente a enti pubblici, ONLUS e progetti di
educazione ambientale. Questo approccio, pur avendo obiettivi condivisibili,
rischia di escludere una categoria fondamentale: i piccoli proprietari
terrieri, molti dei quali sono anziani agricoltori che hanno visto il loro
patrimonio distrutto dalla Xylella.
Questa
esclusione appare ingiusta per almeno tre motivi:
- Mancanza di equità nella
distribuzione degli aiuti: Mentre le medie e grandi aziende possono beneficiare di
finanziamenti e piani di riconversione, i piccoli proprietari, spesso
privi di risorse economiche per reimpiantare, restano senza alternative.
- Perdita del paesaggio e
dell'identità culturale: Gli ulivi plurisecolari non erano solo una
fonte di reddito, ma un elemento identitario per la popolazione pugliese.
Escludere i piccoli proprietari dal processo di rigenerazione significa
cancellare secoli di storia agricola e paesaggistica.
- Rischio di abbandono delle
terre: Molti
proprietari anziani, impossibilitati a reimpiantare, potrebbero
abbandonare le proprie terre, con conseguenze negative per la biodiversità
e il controllo del territorio.
Modelli internazionali di intervento e proposte di
inclusione
L'esclusione
dei piccoli proprietari contrasta con modelli virtuosi adottati in altri
contesti colpiti da emergenze fitosanitarie. In Spagna, ad esempio, dopo
l'epidemia di Verticillium dahliae, le autorità hanno promosso la distribuzione
gratuita di piante resistenti anche ai piccoli agricoltori, garantendo loro
assistenza tecnica per il reimpianto (Moreno et al., 2018). Negli Stati Uniti,
il programma di recupero degli agrumeti colpiti da Citrus Greening ha previsto
incentivi diretti ai piccoli produttori per la sostituzione delle piante
infette (Bove, 2014).
Seguendo
questi esempi, la Regione Puglia dovrebbe modificare il proprio piano di
assegnazione delle nuove piante di olivo, includendo tra i beneficiari anche i
proprietari con più di 70 anni. Inoltre, ARIF dovrebbe farsi carico della messa
a dimora degli alberi, garantendo che la rigenerazione non sia solo un progetto
sulla carta, ma una realtà concreta. Questo permetterebbe non solo di
ripristinare il patrimonio olivicolo, ma anche di ridare dignità a una
categoria che ha contribuito per decenni alla crescita agricola della regione.
Conclusioni
Il programma
di reimpianto delle varietà resistenti alla Xylella rappresenta un passo
importante nella lotta alla crisi fitosanitaria che ha colpito la Puglia.
Tuttavia, l'attuale piano rischia di escludere proprio quei piccoli proprietari
che hanno subito le maggiori perdite. La loro inclusione è non solo un atto di
giustizia sociale, ma anche una strategia necessaria per garantire la
sopravvivenza economica e culturale del territorio. Seguendo modelli di
successo adottati in altri paesi, la Regione Puglia potrebbe correggere questa
lacuna, garantendo che nessun agricoltore venga lasciato indietro.
Bibliografia
- Bove, J. M. (2014).
Huanglongbing or citrus greening disease. Annual Review of
Phytopathology, 52, 395-418.
- European Food Safety Authority
(2019). Update of the Xylella fastidiosa risk assessment for the EU
territory. EFSA Journal, 17(5), e05665.
- Giampetruzzi, A., et al.
(2016). Draft genome sequence of Xylella fastidiosa CoDiRO strain. Genome
Announcements, 4(1), e01667-15.
- Moreno, R., et al. (2018).
Strategies for the management of Verticillium wilt in olive groves. Plant
Disease, 102(2), 306-315.
- Saponari, M., et al. (2019).
Xylella fastidiosa in Europe: a serious threat to the agriculture and
environment. Journal of Plant Pathology, 101(3), 559-567.
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