lunedì 24 febbraio 2025

Risanamento olivicolo e giustizia sociale: la necessità di includere i piccoli proprietari nel progetto di rigenerazione della Puglia

 


Risanamento olivicolo e giustizia sociale: la necessità di includere i piccoli proprietari nel progetto di rigenerazione della Puglia

Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore scientifico

La devastazione causata dalla Xylella fastidiosa nel Salento e in altre aree della Puglia ha rappresentato una delle peggiori catastrofi fitosanitarie nella storia recente dell'agricoltura italiana. Il batterio, noto come il "killer degli ulivi", ha determinato la morte di milioni di alberi, alterando profondamente il paesaggio e l'economia della regione. In questo contesto, il governo regionale pugliese ha avviato un programma di reimpianto di varietà di olivo resistenti alla Xylella, prodotto nei vivai dell'Agenzia regionale pugliese per le attività irrigue e forestali (ARIF). Tuttavia, tale iniziativa esclude i piccoli proprietari, che sono stati tra i più colpiti dalla crisi. Questo saggio sostiene che le nuove piante dovrebbero essere assegnate anche ai proprietari con più di 70 anni, con la garanzia che ARIF si occupi della loro messa a dimora, in modo da assicurare una reale rigenerazione del territorio e una giustizia sociale.

L'impatto della Xylella fastidiosa e le risposte istituzionali

La Xylella fastidiosa è un batterio fitopatogeno che ostruisce i vasi xilematici delle piante, provocando il disseccamento e, infine, la morte degli alberi infetti (Saponari et al., 2019). Originario del continente americano, è stato identificato per la prima volta in Puglia nel 2013 e, nonostante gli sforzi di contenimento, si è rapidamente diffuso in tutta la regione (European Food Safety Authority, 2019). Le strategie adottate dalle istituzioni hanno incluso l'abbattimento delle piante infette, il monitoraggio delle aree colpite e il finanziamento di programmi di ricerca su varietà resistenti, come il Leccino e la Favolosa (Giampetruzzi et al., 2016). Tuttavia, queste misure si sono spesso scontrate con il malcontento dei proprietari terrieri, che si sono visti privati dei propri ulivi senza un adeguato risarcimento.

Il problema dell'esclusione dei piccoli proprietari

L'attuale piano di rigenerazione olivicola prevede la distribuzione gratuita delle nuove piante resistenti esclusivamente a enti pubblici, ONLUS e progetti di educazione ambientale. Questo approccio, pur avendo obiettivi condivisibili, rischia di escludere una categoria fondamentale: i piccoli proprietari terrieri, molti dei quali sono anziani agricoltori che hanno visto il loro patrimonio distrutto dalla Xylella.

Questa esclusione appare ingiusta per almeno tre motivi:

  1. Mancanza di equità nella distribuzione degli aiuti: Mentre le medie e grandi aziende possono beneficiare di finanziamenti e piani di riconversione, i piccoli proprietari, spesso privi di risorse economiche per reimpiantare, restano senza alternative.
  2. Perdita del paesaggio e dell'identità culturale: Gli ulivi plurisecolari non erano solo una fonte di reddito, ma un elemento identitario per la popolazione pugliese. Escludere i piccoli proprietari dal processo di rigenerazione significa cancellare secoli di storia agricola e paesaggistica.
  3. Rischio di abbandono delle terre: Molti proprietari anziani, impossibilitati a reimpiantare, potrebbero abbandonare le proprie terre, con conseguenze negative per la biodiversità e il controllo del territorio.

Modelli internazionali di intervento e proposte di inclusione

L'esclusione dei piccoli proprietari contrasta con modelli virtuosi adottati in altri contesti colpiti da emergenze fitosanitarie. In Spagna, ad esempio, dopo l'epidemia di Verticillium dahliae, le autorità hanno promosso la distribuzione gratuita di piante resistenti anche ai piccoli agricoltori, garantendo loro assistenza tecnica per il reimpianto (Moreno et al., 2018). Negli Stati Uniti, il programma di recupero degli agrumeti colpiti da Citrus Greening ha previsto incentivi diretti ai piccoli produttori per la sostituzione delle piante infette (Bove, 2014).

Seguendo questi esempi, la Regione Puglia dovrebbe modificare il proprio piano di assegnazione delle nuove piante di olivo, includendo tra i beneficiari anche i proprietari con più di 70 anni. Inoltre, ARIF dovrebbe farsi carico della messa a dimora degli alberi, garantendo che la rigenerazione non sia solo un progetto sulla carta, ma una realtà concreta. Questo permetterebbe non solo di ripristinare il patrimonio olivicolo, ma anche di ridare dignità a una categoria che ha contribuito per decenni alla crescita agricola della regione.

Conclusioni

Il programma di reimpianto delle varietà resistenti alla Xylella rappresenta un passo importante nella lotta alla crisi fitosanitaria che ha colpito la Puglia. Tuttavia, l'attuale piano rischia di escludere proprio quei piccoli proprietari che hanno subito le maggiori perdite. La loro inclusione è non solo un atto di giustizia sociale, ma anche una strategia necessaria per garantire la sopravvivenza economica e culturale del territorio. Seguendo modelli di successo adottati in altri paesi, la Regione Puglia potrebbe correggere questa lacuna, garantendo che nessun agricoltore venga lasciato indietro.

Bibliografia

  • Bove, J. M. (2014). Huanglongbing or citrus greening disease. Annual Review of Phytopathology, 52, 395-418.
  • European Food Safety Authority (2019). Update of the Xylella fastidiosa risk assessment for the EU territory. EFSA Journal, 17(5), e05665.
  • Giampetruzzi, A., et al. (2016). Draft genome sequence of Xylella fastidiosa CoDiRO strain. Genome Announcements, 4(1), e01667-15.
  • Moreno, R., et al. (2018). Strategies for the management of Verticillium wilt in olive groves. Plant Disease, 102(2), 306-315.
  • Saponari, M., et al. (2019). Xylella fastidiosa in Europe: a serious threat to the agriculture and environment. Journal of Plant Pathology, 101(3), 559-567.

 

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