martedì 11 febbraio 2025

Lecce e il dramma degli ulivi: una legge che esclude i produttori locali


 Lecce e il dramma degli ulivi: una legge che esclude i produttori locali
Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore scientifico

La provincia di Lecce si presenta oggi come un cimitero di alberi d’ulivo. Il paesaggio spettrale, segnato dagli scheletri di piante secolari colpite dal batterio Xylella fastidiosa, racconta la storia di una tragedia agricola ed economica senza precedenti. Il settore olivicolo leccese, un tempo fiorente, si trova ora in una situazione di stallo, mentre nuove normative regionali sembrano ignorare questa realtà drammatica, penalizzando ulteriormente chi possiede aziende olivicole in quest’area.

Una legge per l’oleoturismo che esclude Lecce

La Regione Puglia ha recentemente approvato un disegno di legge sull’oleoturismo, con l’obiettivo di promuovere il turismo legato alla produzione di olio extravergine d’oliva. Questa normativa offre nuove opportunità agli imprenditori agricoli, ai frantoi e ai consorzi, consentendo loro di diversificare le proprie attività e di attrarre visitatori attraverso esperienze formative, culturali e sensoriali legate alla produzione dell’olio.

Tuttavia, un elemento cruciale viene trascurato: nel testo della legge si prevede che per accedere alle agevolazioni e all’iscrizione nell’elenco regionale degli operatori oleoturistici sia necessaria la presenza di oliveti e fabbricati aziendali utilizzabili per l’attività turistica. Questa condizione esclude, di fatto, i produttori della provincia di Lecce, dove la Xylella ha decimato gli ulivi e reso inutilizzabili gran parte degli impianti produttivi. Senza alberi e senza una produzione attiva, le aziende locali non possono aderire ai programmi di sviluppo oleoturistico previsti dalla legge.

I numeri dell’olio pugliese e il peso dell’esclusione di Lecce

I dati sulla produzione di olio d’oliva in Puglia sono impressionanti. La regione genera circa il 45% dell’olio nazionale, con una produzione stimata di 100mila tonnellate per la campagna 2024/2025. Tuttavia, questa crescita riguarda soprattutto le province di Bari e BAT, dove operano circa 5mila imprese e 8mila addetti. Lecce, invece, è tagliata fuori da questa ripresa, vittima della distruzione del suo patrimonio olivicolo e della mancanza di interventi mirati alla sua rigenerazione.

La recente fiera internazionale dell’olio, Evolio Expo, ha sottolineato l’importanza dell’oleoturismo come strumento di valorizzazione economica e culturale. L’evento ha coinvolto 161 aziende espositrici e 22 buyer internazionali, puntando sull’incremento dell’export (+6% in volume e +50% in valore rispetto all’anno precedente). Ma anche in questo contesto, la provincia di Lecce è stata quasi completamente assente, a dimostrazione di quanto la crisi locale venga spesso ignorata nelle strategie di sviluppo del settore.

Conclusioni: una legge che ignora la realtà leccese

Se da un lato la normativa regionale sull’oleoturismo rappresenta un’opportunità per molte zone della Puglia, dall’altro si trasforma in un’ulteriore penalizzazione per Lecce e i suoi produttori. La mancanza di misure specifiche per chi ha perso gli ulivi a causa della Xylella significa che chi operava nel settore olivicolo non ha accesso ai finanziamenti e alle opportunità previste dalla legge.

Per evitare che questa normativa aggravi le disuguaglianze territoriali, sarebbe necessario un intervento che riconosca la situazione leccese, introducendo strumenti di sostegno per la riconversione agricola e l’inserimento delle aziende colpite all’interno del circuito oleoturistico. In caso contrario, Lecce rischia di rimanere esclusa non solo dalla produzione, ma anche dalle prospettive di rilancio offerte dal turismo dell’olio.

Bibliografia

  • Regione Puglia, Disegno di legge "Disciplina dell'oleoturismo", 2024.

  • Ismea, Dati sulla produzione e l’export dell’olio d’oliva, 2024.

  • Evolio Expo, Report della fiera internazionale dell’olio, Bari, 2024.

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