sabato 26 dicembre 2015

Discutendo di Xylella

Ferdinando Boero ha commentato questo elemento.
Riguardo all'affare Xylella: Nonostante i miei quasi 65 anni sono irrimediabilmente un fesso. E tendo a credere alla buona fede delle persone. Certo, quando qualcuno mi frega, il mio giudizio cambia e diventa irrimediabilmente negativo. Ma per natura tendo a fidarmi degli altri. Sarebbe una vita di sospetto, la mia, se non fosse così. Più passa il tempo e più mi accorgo che sono proprio un fesso. Ma voglio continuare ad esserlo. Contro ogni evidenza. La società si sfalda se n...
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Commenti
Gigi Pedone non sei solo Nando. Ti propongo di costituire il club dei fessi, ovviamente mi iscriverò!
Salvatore Tredici in pratica come la vita dei pescatori della piccola pesca artigianale.....!
Emilio Nicolì E se avesse anche un'allergia all'ulivo, che ben si coniuga ad un lavoro in un uliveto, non sarebbe male
Stefano Puglisi Hai già scritto la sentenza? E sulla base di quali competenze? Ti ritieni anche esperto di patologia vegetale? Io non lo sono, anche se come laureato in scienze forestali e come genetista forestale sono più vicino di te a questa disciplina, e conosco personalmente il Commissario Delegato per l'emergenza Xylella ed alcuni colleghi del CNR coinvolti, e conosco anche i loro CV, e ti posso garantire che sono eccellenti professionisti e, a quanto mi risulta, anche persone onestissime. Può anche darsi che, alla fine del procedimento in corso, possa risultare che abbiano sbagliato, ma è ancora troppo presto per dirlo, e, quand'anche avessero sbagliato, bisognerebbe verificare se l'abbiano fatto per colpa o per dolo. Il fatto che tu li definisca "delinquenti" con tanta superficialità mi lascia basito...
Laura Fias Se lei riferisce la frase generica "spesso sono i delinquenti a prevalere " ai suoi colleghi e poi si offende mi pare che sia un problema suo. Le consiglierei invece di amareggiarsi un po' anche lei, come noi
Stefano Puglisi Io infatti sono molto amareggiato perché, ancora una volta, vedo la scienza oltraggiata e disprezzata, dai cittadini disinformati e dalla magistratura, nel Paese della cura Di Bella, del metodo Stamina e dei vaccini accusati di provocare l'autismo. Anche lei, Laura Fias, ha già formulato la sentenza? E su quali basi, di grazia?
Laura Fias La sentenza non l'ha formulata neanche il prof. Boero. Ma che la vicenda era piena di ombre si era capito da un pezzo, e ora abbiamo qualche conferma in più. Non si sa ancora chi e come , ma usciranno responsabilità di persone, non della scienza. Che poi, per dire, lei mi pare sentenzi che di bella è equiparabile a vannoni, mentre mio marito che era storico della scienza diceva che su di bella non era stata fatta un'analisi scientifica seria. Insomma, intanto che aspettiamo le sentenze una nostra idea saremo liberi di farcela o no?
Stefano Puglisi Su quali basi lei afferma che "la vicenda era piena di ombre", a parte le chiacchiere da Bar dello Sport? Lei quali competenze ha? Non sa nemmeno che sulla cura Di Bella sono state compiute indagini SERISSIME, dalle quali è risultato che non aveva ALCUN FONDAMENTO scientifico. Se lei vuole farsi un'idea, provi a documentarsi seriamente in rete, ma leggendo tutte le argomentazioni prodotte a favore e contro i provvedimenti adottati, e non solo quelle che piacciono a lei. E vada anche a dare un'occhiata alla vasta letteratura scientifica internazionale pubblicata sulla Xylella, che i "delinquenti" di cui sopra conoscono sicuramente meglio di lei. E si legga anche i loro curricula.
Laura Fias Allora se capisco bene lei sa già, a priori: che la vicenda Xylella è limpidissima. Che gli indagati sono tutti innocenti, "in quanto" sono professori colti e con molte pubblicazioni. Che tutti noi comuni mortali siamo degli sciocchini che leggiamo solo le cose che ci piacciono - che poi su questo ci sono vari studi sociologici - e ne traiamo conclusioni errate. Che Di Bella era un delinquente, lui sì, e i protocolli che hanno replicato i suoi sono stati "serissimi" . E che nell'Italia di oggi ad avere il sopravvento sono i gentiluomini e non certo i delinquenti. Mi sembra di sentire mio padre magistrato quando diceva che la mafia non esiste. Ringraziamo Dio che io non faccia il giudice, ma anche che non lo faccia lei, e non leggiamo e commentiamo più i rispettivi post, che non ci obbliga nessuno.
Gianluca Forti Gent.mo Dott. Stefano Puglisi sono un biologo genetista che è stato allievo di Ferdinando Boero, ho una discreta compentenza in piante ... collaboro in un'associazone su temi museali con il prof. Boero e sopratutto la Dott.ssa Anna Maria Miglietta ... e adoro il Salento.
Visto che lei è sul posto, e ha indiscutibili competenze da agronomo e forestale, mi sa indicare dati e riferimenti sulle espereinze agronomiche di contrasto alla Xylella che mirano al ripristino in salute a tutto tondo degli oliveti salentini?
Stefano Puglisi Laura Fias, non sono io a dire che gli indagati sono tutti innocenti, ma è lei che, basandosi solo su superficiali resoconti giornalistici, sta già allestendo le forche sui quali impiccarli. Lei non conosce neppure il principio della presunzione d'innocenza, e ha già stabilito, ad inchiesta appena avviata, che quei professionisti hanno sbagliato, e solo perché non le piace lo spettacolo degli olivi eradicati. Come spesso accade, l'emotività ha il sopravvento sulla razionalità.
Stefano Puglisi Gianluca Forti, lei mi ha posto la stessa domanda in un'altro thread, sul quale ho già risposto.
Antonio Bruno
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Mariateresa Gabriele La scienza tende sempre a fare la vittima e ora, su quest 'inchiesta, tornano ad agitarsi i difensori dell'intoccabile principio scientifico, chiamando in causa i soliti casi, Di Bella e Stamina. Qui il caso mi pare molto diverso e coniuga l 'abbandono delle campagne,perché come ricorda il professore, chi ha più voglia di far la vita del contadino con gli interessi speculativi di multinazionali dei pesticidi e l 'intoccabilita '-in nome di non si capisce quale sacra scienza - dello Iam. Da consumatrice di olio extravergine pugliese ho il diritto di sapere cosa sta succedendo e non credo che i magistrati non si stiano avvalendo di esperti magari meno coinvolti con certi sospetti che anche come tali, sono già molto gravi!
Vittorio Ascalone “Abbiamo fatto delle analisi su ulivi sani, cioè senza sintomi di disseccamento, e c’era xylella; abbiamo fatto le stesse analisi su ulivi con gravi sintomi di disseccamento e la xylella non c’era”, ha detto Motta (Procura della Repubblica di Lecce)." Ho riportato questa parte molto significativa dell'intervento del dott. Cataldo Motta perchè essa rivela, a mio avviso, principalmente quale sia il fulcro su cui fa leva l'impianto accusatorio della Procura. Faccio notare tuttavia che da molto tempo si conosce quella che il dott. Motta ritiene sia una grande novità, ovvero che le analisi(microbiologiche della Xylella sono caratterizzate da forti incertezze) perchè danno frequenti "falsi negativi". Un metodo di analisi con queste gravi incertezze, non può essere utilizzato, oppure lo si può utilizzare-in mancanza di altro-senza pretendere di poter esprimere dei giudizi definitivi, che comportino decisioni importanti ,drastiche ed irreversibili (l'eradicazione delle piante). Ho sempre sostenuto, come altri, che l'abbattimento degli alberi è profondamente sbagliato, ne ho anche scritto più volte , sulle pagine fb. Poi, il resto peròl è tutto ancora da dimostrare !
Stefano Puglisi Mariateresa Gabriele e Vittorio Ascalone, voi quale preparazione avete sulla patologia vegetale e sulle metodologie impiegate in quella disciplina scientifica? Ah, chiedo scusa, la signora Gabriele è titolata a parlarne con competenza, in qualità di "consumatrice di olio extravergine pugliese"...

Vedi, Ferdinando, cosa succede a parlare con superficialità di certi argomenti, in un Paese come l'Italia che, da Benedetto Croce in poi, considera la cultura scientifica inferiore a quella umanistica?
Vittorio Ascalone Forse lei non ha ben letto quello che ho scritto o non lo ha ben compreso, la esorto a rileggere con più attenzione. Poi se per partecipare alla discussione è necessario essere dei patologi vegetali , allora si faccia un sito e discuta con sè stesso. Sono laureato in chimica e specializzato in bioanalisi e farmacocinetica e penso di essere in grado di capire se un metodo di analisi chimico o di altro tipo è affidabile o no.-
Stefano Puglisi No, finché ha letto solo superficiali resoconti giornalistici e non i lavori ed i rapporti degli scienziati indagati, più la letteratura scientifica internazionale pubblicata sulla Xylella, che invece i colleghi incriminati conoscono bene. Lei è "contrario all'eradicazione degli alberi", che invece in molte epidemie si è rivelata l'unica pratica veramente efficace. Su quali basi "è contrario"?
Vittorio Ascalone Sono contrario sulla base degli elementi di cui siamo a conoscenza e che non consentono di individuare con un metodo certo e convalidato scientificamente quali siano le piante affette dal patogeno e quali non lo siano. Inoltre esistono tuttora incertezze circa la causa dell'essicamento delle piante se si trsatti di Xylella o Co.di. Ro .
Stefano Puglisi È evidente, Ascalone, che lei sta parlando di questioni delle quali non sa ASSOLUTAMENTE NULLA, quindi non si capisce quali sarebbero "gli elementi di cui siamo a conoscenza", visto che lei NON HA conoscenze in materia. Il fatto che lei sia ignorante in materia di patologia vegetale è del tutto naturale, dal momento che lei non ha una formazione universitaria sull'argomento né un'esperienza professionale specifica, ma quel che, invece, è INNATURALE, è il fatto che lei abbia il coraggio di SFOGGIARE la sua ignoranza parlando di cose che non conosce, ostentando una competenza che non ha. Questo, purtroppo, è diventato uno sport nazionale che conta molti più appassionati del calcio, ma è anche uno dei sintomi più preoccupanti del degrado culturale che affligge il Paese.
Vittorio Ascalone La miglior risposta è non risponderle.
Antonio Bruno
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Mariateresa Gabriele Consumatrice di olio pugliese, pugliese che ama e apprezza le grandi distese di ulivi che caratterizzano questo territorio, lettrice attenta di analisi sull'argomento e dell'inchiesta avviata dalla magistratura leccese che accusa anche una celeberrima multinazionale di pesticidi, senza dimenticare l 'analisi che ha fatto tempo fa una giornalista il cui nome è Marilu ' Mastrogiovanni! Che poi la xilella sia arrivata non si sa come dal Costarica dopo un convegno in un centro agronomico del Mediterraneo inaccessibile manco fosse la Cia, anche questo ormai lo sanno tutti, non solo quelle che, come me, cucinano ogni giorno con l 'olio d 'oliva...
Stefano Puglisi Dunque un'inchiesta della magistratura leccese, avviata sulla base di esposti presentati NON da scienziati bensì da agricoltori e associazioni ambientaliste, e NON una sentenza di colpevolezza a fine processo, secondo lei sono elementi sufficienti per stabilire chi abbia ragione e chi abbia torto. È vero che la magistratura ha disposto alcune perizie, ma su quali basi lei dà per scontato che i periti nominati dal Tribunale siano più bravi di ricercatori e tecnici che lavorano su queste tematiche da una vita, pubblicando numerosi articoli scientifici su prestigiose riviste internazionali? Non le viene in mente il fatto che un confronto fra i curricula degli scienziati di Bari e i periti del Tribunale potrebbe mettere in evidenza un abisso tra la professionalità dei primi e quella dei secondi? Ah, già, ma lei ha letto un'inchiesta di "una giornalista il cui nome è Marilù Mastrogiovanni"! Fermi tutti! Cosa vuoi che conti la ricerca scientifica condotta sulla Xylella dai ricercatori indagati e dagli altri che, in tutto il mondo, studiano la Xylella da decenni, di fronte all'inchiesta della giornalista Marilù Mastrogiovanni? E di fronte alla competenza di una signora che "cucina ogni giorno con l'olio d'oliva"? Ferdinando, tu che sei uno scienziato di fama internazionale, ma ti rendi conto degli argomenti che hai fornito alla cultura antiscientifica imperante in Italia?
Gianluca Forti Gent.mo Dott. Stefano Puglisi sono un biologo genetista che è stato allievo di Ferdinando Boero, ho una discreta compentenza in piante ... collaboro in un'associazone su temi museali con il prof. Boero e sopratutto la Dott.ssa Anna Maria Miglietta ... e adoro da morire il Salento.
Visto che lei è sul posto, e ha indiscutibili competenze da agronomo e forestale, mi sa indicare dati e riferimenti sulle espereinze agronomiche di contrasto alla Xylella che mirano al ripristino in salute a tutto tondo degli oliveti salentini? Non i dati di scienziati (per lo meno se si ci indichi le loro fonti di reperimento fondi per la ricerca) ma di quei contadini che sono in prima linea per le cure agronomiche di coltura tradizionali ... che meritano più rispetto di quello che emerge dalle sue parole.
Glielo chiedo da Ecologo e non da Ecologista, me ne guarderei bene, e sono sicuro che lei che di zappa professionalmente colpisce ... con cognizione di causa e con dovizia di competenza saprà risponderci.
Ferdinando Boero caro Stefano Puglisi leggi anche un altro post che ho scritto sull'argomento. E' sotto a questo. Ho scritto questo per sviluppare meglio l'argomento. Se leggi solo questo non hai la visione completa di come la penso. Io mi auguro moltissimo che Motta e Mignone abbiano preso un abbaglio. Non sono affatto esperto di queste cose, ma so anche che chi è esperto di queste cose è totalmente ignorante di ecologia ed evoluzione. Di cui qualcosina so. Però quello che Vittorio Ascalone riporta (piante secche senza Xylella e piante con Xylella molto rigogliose) fa pensare. So di insigni ricercatori tipo Veronesi che dicono che loro le scorie nucleari se le metterebbero sotto il letto. E so della Società di Fisica che dice che il riscaldamento globale non è detto sia causato dalle attività antropiche. Non è che ogni volta che si contesta qualcosa detta da uno scienziato si è contro la scienza. La produzione scientifica su questi argomenti, su riviste con seria peer review è ancora scarsa. E sappiamo bene che gli scienziati possono sbagliare. Sappiamo anche bene che a volte gli scienziati possono essere condizionati. Vedi L'Aquila e il terremoto. E quindi andiamoci piano a dare dell'antiscientifico a qualunque cosa sia detta da uno scienziato. In questo campo io sono molto ignorante, e quindi non mi esprimo. Ho scritto che spero che non sia vero quel che la procura ha tirato fuori, ma non mi stupirei se fosse vero, visti i precedenti in moltissimi altri campi. Quando ho parlato di delinquenti mi riferivo a situazioni generali, in cui si usurpa la buona fede delle persone per fare affari. Se fosse vero quello che la procura delinea parlerei di delinquenti. Per il momento sono innocenti, e dobbiamo aspettare il giudizio definitivo. Certamente ci sono molti interessi in corso: chi vende pesticidi, chi vende nuovi olivi, chi vuole fare speculazioni edilizie su quei territori, chi vuole montagne di denaro per sviluppare le proprie ricerche. Per il momento sospendo il giudizio. E mi guardo bene dall'attaccare la Magistratura. Lasciamo a Berlusconi questa responsabilità. Che si faccia chiarezza. E poi, forse sarà un imbecille, ma l'agronomo Luigi De Bellis, direttore del DISTEBA dell'Università del Salento, ha contestato la pratica dell'eradicazione delle piante. Non ci sono voci concordanti su questo. Ed è antiscientifico affermare che la propria visione sia l'unica valida, a fronte di non ancora acclarate cause ed effetti. Non pubblicate, lo voglio ripetere, su serie riviste con severissima peer review. Per il momento ci sono solo dati preliminari.
Stefano Puglisi Gianluca Forti, credevo di essermi spiegato con sufficiente chiarezza, e invece, a quanto pare, debbo ripetermi.

Io sono laureato in Scienze Forestali, e di conseguenza ho dato un esame di patologia vegetale all'università, quindi conosco sicuramente la materia meglio degli altri che sono intervenuti in questa discussione, e la conosco abbastanza da sapere che le eradicazioni sono il migliore, se non l'unico, sistema efficace per fermare la diffusione di molti pericolosi patogeni delle specie arboree, e che le eradicazioni debbono colpire anche le piante sane delle fasce di protezione che vengono tracciate sulla carta per confinare il patogeno nelle aree ormai colpite, per ragioni che capirebbero anche le mie gatte: se le piante sane venissero risparmiate, con ogni probabilità verrebbero infettate anch'esse, rendendo possibile la diffusione dell'agente patogeno anche alle aree ancora non interessate.

Tuttavia, NON mi considero un esperto della materia, perché nel corso della mia attività professionale mi sono specializzato in altre discipline. Proprio per questo, preferisco affidarmi agli esperti, cosa che dovrebbe fare qualsiasi persona NON specializzata nella materia ed intellettualmente onesta. Purtroppo, però, la maggioranza della popolazione italiana è stata colpita da un morbo molto più pericoloso della Xylella che si chiama TUTTOLOGIA, e che provoca uno strano fenomeno: ogni volta che si verifica un'emergenza, tutti i soggetti colpiti si convincono di possedere le competenze professionali aventi attinenza con l'accaduto. Si verifica un incidente in una centrale nucleare? Tutti gli italiani si convincono di essere ingegneri nucleari, e parlano come se ci capissero qualcosa. Si verifica il crollo di una diga? Tutti gli italiani si sentono improvvisamente esperti di ingegneria idraulica, e si prodigano in raffiche di stupidaggini sulla progettazione ed il dimensionamento delle dighe. Anche nel caso Xylella, il morbo della tuttologia ha trasformato la maggioranza degli italiani in esperti di patologia vegetale, con l'aggravante della reazione emotiva che, inevitabilmente, l'eradicazione di ulivi secolari provoca, dimenticando, però, che i rimedi efficaci sono spesso anche molto dolorosi, e che "il medico pietoso fa la piaga purulenta".

Quale dovrebbe essere, invece, l'atteggiamento corretto da assumere di fronte a questa vicenda?

Qui abbiamo due fronti contrapposti: da un lato, i ricercatori di Bari ed il Commissario Delegato per l'emergenza Xylella, tutti professionisti di prim'ordine e con un eccellente curriculum, per alcuni di loro reperibile sul web; dall'altro, gli agricoltori e le associazioni ambientaliste che hanno presentato i loro esposti alla magistratura, ed i periti nominati dal Tribunale. Per quanto riguarda gli agricoltori, "le cure agronomiche di coltura tradizionali" alle quali lei ha fatto riferimento si sono evidentemente rivelate inefficaci, altrimenti il patogeno non si sarebbe diffuso in questo modo, rischiando di raggiungere gli uliveti di tutta la regione. Sulle associazioni ambientaliste, che sono solite parlare - ad esempio - di "distruzione delle foreste", e presentano denunce, anche quando vedono eseguire normali operazioni colturali in bosco, come i diradamenti, nel più assoluto rispetto delle leggi vigenti, è meglio stendere un pietoso velo. Per quanto riguarda i periti nominati dal Tribunale, non si sa chi siano né quali curricula possano vantare.

Pertanto, l'atteggiamento più corretto che gli spettatori - non esperti della materia - farebbero bene ad adottare in casi del genere dovrebbe essere improntato all'umile consapevolezza dei propri limiti di persone incompetenti ed alla paziente attesa della conclusione dell'inchiesta. La maggior parte di coloro che si schierano dalla parte del fronte contrario ai provvedimenti adottati non dispone di conoscenze ed elementi validi per sostenere la propria presa di posizione, e parla al solo scopo di arieggiare la cavità orale. Assistere all'eradicazione di ulivi secolari non è sicuramente piacevole, come non è piacevole assistere alle sofferenze di un paziente sottoposto a cure dolorose, ma questo non significa che il patologo vegetale o il medico stiano sbagliando, né che siano "delinquenti".

Ed è proprio col termine "delinquenti" che Ferdinando li ha definiti, nel post che stiamo commentando. Ed è come delinquenti che l'opinione pubblica li sta trattando, senza neppure riconoscer loro il beneficio del dubbio ed il principio giuridico della presunzione d'innocenza, secondo il quale un imputato è considerato non colpevole finché non venga provato il contrario. Anzi, questi validissimi professionisti non sono neppure imputati, perché non c'è stato neanche un rinvio a giudizio, ma solo l'apertura di un'inchiesta. Da un uomo e da un grande scienziato della statura di Ferdinando non me lo sarei mai aspettato. Sono veramente molto amareggiato.
Stefano Puglisi Caro Ferdinando, leggo solo ora la tua risposta. Innanzitutto, non è vero che ci siano pochi lavori sulla Xylella: forse saranno ancora pochi quelli sulla presenza del patogeno in Italia, perché da noi è comparso da relativamente poco tempo, ma all'estero viene studiato da molti anni, e la letteratura scientifica su questo patogeno non è affatto scarsa, a quanto mi risulta; e, comunque, quand'anche lo fosse, sarebbe l'unica fonte disponibile di informazioni scientifiche su di esso. Non capisco, poi, su quali basi tu possa affermare che "chi è esperto di queste cose è totalmente ignorante di ecologia ed evoluzione"; questa è un'affermazione grave e totalmente gratuita: non credo che tu abbia letto tutti i lavori pubblicati da questi colleghi, né che tu sappia tutto sulla loro formazione; o forse sei convinto che l'ecologia e l'evoluzione non si studino nei corsi di laurea in scienze agrarie e scienze forestali? Ebbene, non solo si studiano (eccome!), ma molti ricercatori che lavorano in campo agrario sono laureati in scienze biologiche. Le informazioni riportate da Vittorio Ascalone, che NON è un esperto della materia, sono solo resoconti giornalistici, sui cui limiti dovresti esserti imbattuto spesso quando parlavano di materie delle quali sei esperto.

Certamente, gli scienziati possono sbagliare o essere condizionati. Ma il problema è che per questi colleghi baresi tu hai già stilato la sentenza. Tu hai già stabilito non solo che abbiano sbagliato, ma hai anche stabilito che l'abbiano fatto per dolo. Infatti, hai scritto: "Speriamo che si riesca ad arrivare in fondo e che chi ha partecipato a questa mostruosità riceva la punizione che merita. Condannato a vivere in un casolare in campagna, in corrispondenza di un oliveto. Ogni giorno sveglia alle cinque, e lavoro nei campi, a mano, per una decina di ore. Con diverse pause per riposare e mangiare. Poi a nanna. E avanti così finché non schiatti. (...) Alternativa: laminatoio a caldo, all'ILVA". Non mi sembra che tu stessi parlando di "situazioni generali". A me questi atteggiamenti fanno venire in mente i film western nei quali, non appena qualcuno veniva accusato di qualcosa, senza prove e senza processo, subito appendevano una corda ad un ramo per impiccarlo. In un Paese come questo, caro Ferdinando, devi solo sperare di non essere mai accusato di nulla, perché basta un'accusa per scatenare il linciaggio mediatico.

Infine, neanche "l'agronomo Luigi De Bellis", da te menzionato, si è mai occupato di patologia vegetale, a quanto risulta dal suo CV.
Ferdinando Boero la condanna ci deve essere se vien fuori che la mostruosità è stata perpetrata. Ci sta lavorando la Magistratura. Non emettiamo condanne e non emettiamo assoluzioni. Aspettiamo di vedere come andranno le cose. Conosco forestali con grandissima competenza ecologica (quelli che si occupano di riscaldamento globale, come Valentini de La Tuscia) e altri che non ne hanno moltissima. Come anche i biologi. Non ci sono corsi di ecologia o di biologia evoluzionistica neppure a biotecnologie, se è per questo. A resoconti giornalistici rispondi con resoconti giornalistici. La letteratura su Xylella è soprattutto sulla vite. Sugli olivi non c'è gran che. Ma non è il mio campo, e quindi, ripeto, sospendo il giudizio. Vediamo dove arriva la Magistratura che, forse, di giudizi qualcosina sa. Se Motta ha fatto questo passo, le evidenze devono essere sufficienti per iniziare un procedimento. Il che, se permetti, un pochino mi allarma. Ripararsi dietro La Scienza e attribuirsi il monopolio della conoscenza non è scientifico. La Scienza è fatta di dubbio e di verifiche. E qui le evidenze non paiono ancora solidissime, altrimenti la Procura non si sarebbe esposta in questo modo.
Stefano Puglisi A Scienze Forestali il corso di ecologia forestale c'è (ai miei tempi si poteva anche dare l'esame di ecologia presso Biologia, come complementare), e la materia viene trattata anche nell'ambito di altri corsi, e lo stesso accade a Scienze Agrarie. Non ci sono corsi di biologia evoluzionistica, ma anche in questo caso la materia viene trattata in altri corsi, e poi uno la può approfondire anche dopo la laurea, come ho fatto io che mi occupo di genetica delle popolazioni. Comunque, non puoi mettere in dubbio la professionalità dei ricercatori e tecnici indagati, perché non hai elementi per farlo. La letteratura sulla Xylella è soprattutto sulla vite perché in America ha colpito la vite; gli olivi in America non ci sono, e prima del Salento non si era ancora manifestata su questa specie. Ma la letteratura esistente ci fornisce comunque informazioni sulle modalità di trasmissione e diffusione del patogeno, anche se quello salentino è un ceppo diverso. Che la magistratura abbia aperto un'inchiesta, con tutto il polverone complottistico che è stato sollevato, era scontato, ma questo non è sufficiente ad "allarmarti", perché, come ho già detto, un'accusa può anche rivelarsi infondata, e le inchieste e i processi servono proprio per accertarlo. Ai tempi del caso Tortora, molti pensavano che qualcosa dovesse aver fatto per forza, altrimenti non sarebbe finito sotto processo, e poi, invece, si è scoperto che le dichiarazioni dell'unico pentito che lo accusava erano totalmente infondate. Bisogna andarci sempre molto cauti, soprattutto quando si tratta di vicende complesse.
Gianluca Forti A proposito di cautela, questi dati sui trattamenti agronomici esistono? Gent.mo Stefano li puoi condividere?

Alberto Gennari Una cosa continuo a non capire...E la dissi, anche all'ineffabile direttore del Di.S.Te.B.A., durante un incontro pubblico a Vernole, tra i cittadini e le autorità: dov'è stata l'università del Salento, in questo problema? Scoppia un'emergenza fitosanitaria in Salento. Logica avrebbe voluto che la ricerca di una risposta fosse affidata in primo luogo all'ente scientifico territoriale di riferimento: l'università del Salento, che mi risulta avere anche un orto botanico, una serie di ricercatori appassionati e valenti in campo botanico, che conosco e di cui ho grande stima...Perchè sono stati tutti estromessi dalla scena? Quali personaggi si sono mossi dietro le quinte, sia in campo politico, economico, scientifico, in tutto questo affare? Con la complicità dei media, non dimentichiamolo: tanto Rai3 Regione quanto il Quotidiano di Lecce hanno fatto cassa di risonanza di una sola campana (quella governativa). Ho personalmente seguito il problema per diverso tempo, ed ho visto l'opacità con cui venivano riportati i fatti dalla stampa e dalla televisione. Quanto alla presunta efficacia delle eradicazioni, nemmeno quelle sono state efficaci, altrimenti il patogeno sarebbe stato sconfitto. E a dire che non siano efficaci non sono io, ma persone che la Xylella l'hanno studiata, come il Prof. Xiloyannis. Non sono un esperto, ma visto che, per stessa ammissione degli scienziati del team che ha studiato la Xylella, siamo in presenza di un patogeno di ceppo nuovo, anche i sedicenti "esperti" dovrebbero avere un minimo di coerenza e di umiltà. Giusto dire "attendo di leggere la sentenza", inaccettabile l'atteggiamento di certi "scienziati" che, senza fornire dati pubblici inattaccabili, senza attendere i tempi delle analisi, parlarono fin da subito di "Xylella", di "abbattimenti", di irrorazioni con insetticidi su larga scala, salvo poi cambiare strategia, dimostrando di avere le idee confuse come il più umile dei contadini. Molto più "scientifico" fu parlare di Co.Di.R.O. (Complesso del Disseccamento Rapido dell'Olivo) come fu definito all'inizio, visto che nella patologia degli ulivi c'entra una serie di elementi e ancora nessuna certezza è stata raggiunta. E, non dimentichiamolo, ci sono FORTI interessi ad espiantare ulivi e a sostituirli con altre varietà più redditizie e con cemento. Questo è un fattore importante, che ha un peso nella vicenda...
Stefano Puglisi Alberto Gennari, non credo ci siano complotti dietro il fatto che ad occuparsi della Xylella siano stati l'Università di Bari ed il CNR di Bari. Semplicemente, presso l'Università di Bari esiste una scuola di patologia vegetale molto prestigiosa ed affermata; non so se ci sia anche a Lecce, ma di sicuro non basta essere "ricercatori in campo botanico" per occuparsi di patologia: come in tutte le branche della scienza, occorre essere specializzati. Per quanto riguarda il CNR, a Bari esiste una Unità Organizzativa di Supporto (UOS), cioè una sezione, dell'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP), mentre a Lecce l'unico istituto afferente al Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del CNR non si occupa di patologia vegetale.

Infine, debbo chiedere anche a lei: su quali basi lei ritiene "inaccettabili" le misure adottate? Dove ha letto che abbiano agito "senza attendere i tempi delle analisi"? Da cosa evince che abbiano "le idee confuse", o che abbiano "cambiato strategia"?
Stefano Puglisi Visto che tutti gli intervenuti si esprimono sulla base di resoconti giornalistici che si ispirano al più infimo complottismo, vi propongo uno dei pochi articoli lucidi e ben documentati che siano stati scritti sul caso Xylella:

http://www.ilfoglio.it/.../storia-della-xylella-infame...
Edizione online del Foglio quotidiano - Direttore Claudio Cerasa
ILFOGLIO.IT
Alberto Gennari Caro Stefano Puglisi, la documentazione su cui baso le mie critiche è ampia, e spazia dai documenti ufficiali in rete diffusi dagli organi d controllo europei, dai comunicati diffusi dall'equipe di studiosi baresi (spesso in contraddizione), ai pareri di agronomi e docenti universitari (tra cui anche quelli del CNR di Bari, non faccio campanilismo nè complottismo); infine parlo di quello che ho visto e sentito personalmente sul campo, parlando con gli esperti e guardando le piante.
Antonio Bruno
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Mariateresa Gabriele Vedo che tutti questi professori si guardani bene dal citare pesticidi e Monsanto, anche se sanno benissimo che alla sradicazione dell 'albero segue la disinfestazione...
Enzo del Vecchio io mi limito ad esprimere un augurio: la complessita' della materia, al centro delle indagini del dr. Motta e della dr.ssa Mignone, impone (mi chiedo se sia possibile ma me lo auguro) tempi di accertamento veloci. Si faccia qualunque sforzo per arrivare il prima possibile ad un concetto di "giustizia-verita' ". La piu' grande sciagura sarebbe quella di incanalare tutta questa storia su tempi biblici fermo restando che questa vicenda assomiglia (a mio parere) a quella che la piccola e combattiva procura di Trani ha ingaggiato con Standard and Poor e con le multinazionali della certificazione finanziaria degli Stati.
Ferdinando Boero guarda, caro Stefano Puglisi, accolgo volentieri tutte le campane. Ma il Foglio ha espresso opinioni fortemente negazioniste sul riscaldamento globale e su molte altre questioni ambientali. Parlando sempre di complottismo. Non lo reputo una fonte attendibile. Anche la P2 era complottismo. O la strategia della tensione, o la trattativa stato-mafia. Voglio sentire tutte le campane, e sospendo il mio giudizio fino al raggiungimento di conclusioni un pochino più solide.
Ferdinando Boero caro Stefano Puglisi nel post precedente a questo che stiamo commentando, ho scritto: Spero tanto che il castello messo su dalla Magistratura sia fasullo, e che non sia vero che una così grande rete di personaggi si sia prestata a questi giochi. Mi guardo indietro e vedo una serie di "affari" ben più gravi di questo, dalle stragi di stato, al sistema svelato da Mani Pulite, allo scandalo dei petroli, alla P2. Potrebbe essere vero, anche se appare così inverosimile. Vorrei tanto non crederci. Se fosse vero, ancora una volta la scienza si piega al denaro e alla convenienza politica. Per favore, non confondete i ricercatori con la ricerca. Non confondete la Chiesa con il cardinale Bertone. E un grazie, ancora una volta, alla Magistratura." E' meglio guardare le cose nel loro complesso... e non mi piace che ci si difenda dietro la scienza, per giustificare qualunque cosa.
Stefano Puglisi Mi dispiace molto dirlo, ma ancora una volta mi deludi,Ferdinando. La qualità di un articolo giornalistico non si giudica dalla testata che l'ha pubblicato; è un espediente abusato sui social network, ma inefficace. A me Il Foglio non piace, ma vi ho letto, oltre a questo, altri ottimi articoli. Per valutarlo bisogna entrare nel merito delle questioni trattate, come si fa con gli articoli scientifici: non è detto che un articolo pubblicato da una rivista scientifica mediocre sia necessariamente un articolo mediocre, anche perché troppo spesso le migliori riviste, inspiegabilmente, rifiutano ottimi lavori. Troppo comodo dire che "non è attendibile" solo perché l'ha pubblicato quel giornale. E, invece, è l'unico, fra quelli che ho letto finora, che tratti l'argomento in modo serio, completo, ben documentato e obiettivo. E l'accostamento fra la vicenda attuale e quella della Colonna Infame ricostruita dal Manzoni, con i processi e le condanne agli "untori" ingiustamente accusati di diffondere la peste, è azzeccatissimo.

Il fatto che tu rievochi i grandi scandali del passato, per concludere che quello attuale "potrebbe essere vero", e il tuo invito a "non confondere i ricercatori con la ricerca", continua a tradire la tua inclinazione complottistica e la tua propensione a giudicare già colpevoli i colleghi sotto inchiesta sulla sola base di un sospetto avanzato da agricoltori, ambientalisti e mediocri giornalisti, che compensano la scarsa professionalità con il sensazionalismo. Ma al tuo posto mi schiererei dalla parte dei colleghi, almeno fino alla conclusione dell'inchiesta, perché anche tu potresti rimanere vittima di analoghe accuse complottistiche: ad esempio, potrebbero accusarti di sostenere la tesi del riscaldamento globale, sulla quale non c'è ancora unanimità tra i climatologi, perché pagato dalle lobby del nucleare che spingono per la messa al bando immediata dei combustibili fossili. Non c'è niente di più facile della formulazione di false accuse, ma il difficile è dimostrarle, soprattutto quando la professionalità dei personaggi coinvolti è indiscutibile.
Roberto Ingrosso Non c'e' ancora unanimita tra i climatologi sul riscaldamento globale? Non diciamo stupidaggini. Forse e' meglio rimanere nell'ambito dei propri campi e di quelli affini, altrimenti il proprio ragionamento perde di valore.

Cmq davanti a quello che sta succedendo sul caso Xylella e' giusto porsi degli interrogativi. Perche il risultato e' quello di dar valore alle voci antiscientifiche che altro non aspettano che fare di tutta l'erba un fascio (e in questo concordo su una parte del tuo ragionamento). Vedi post deliranti come questo:

"NOTATE BENE: Non è un caso che i centri di ricerca agronomica coinvolti nella "Maxi Frode Xylella" siano strettamente legati a quelli sul "Clima Change" e "Global warming" alla base della speculazione della Green economy industriale in Puglia ... come a quelli che offrono servizi di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) alle mega infrastrutture devastanti, come quelle dei mega-gasdotti e tante altre industrie dall' insostenibile impatto territoriale per le quali vengono prodotte queste VIA che in realtà sono "Svalutazioni di impatto ambientale" dove la realtà viene mistificata a fini strumentali pro progetti finanzianti!"
Stefano Puglisi Lo ribadisco, e non ho detto alcuna stupidaggine: ci sono diversi climatologi che non concordano sulle cause del riscaldamento globale, il che è del tutto naturale, quando si trattano questioni nelle quali le variabili in gioco sono numerose. In questi casi, è sempre arduo stabilire in modo univoco ed incontestabile le relazioni di causa/effetto.
Roberto Ingrosso Ok parli di cause. Quantomeno non parliamo del riscaldamento in se, cosa ampiamente riconosciuta.
Sulle cause le evidenze sono ormai incontestabili. Lo dice un'intera comunita scientifica, CNR compreso.Il fatto che vi sia un 2% di climatologi che non condivide tali evidenze e' fisiologico. Il fatto che essi abbiano indicato cause ognuna diversa dall'altra, che sono state rigettate, in un modo o nell'altro, credo sia la dimostrazione della debolezza di queste ipotesi.
Ripeto, eviterei di citare dei campi su cui non si hanno competenze, altrimenti si commette lo stesso errore di cui si accusa la controparte. Errore su cui concordo, tra l'altro.
Stefano Puglisi No, ti sbagli. Io ho solo menzionato un fatto che tu hai confermato, e cioè che non c'è unanimità, giacché si può parlare di unanimità solo quando TUTTI sono d'accordo. E questo è un fatto di dominio pubblico, reperibile anche su riviste serie come LeScienze, che chiunque può capire. Avrei commesso lo stesso errore di cui accuso la controparte solo se mi fossi schierato, no? Inoltre, anch'io, come genetista di popolazioni, debbo tenermi informato sui cambiamenti climatici, per gli effetti che hanno sulle popolazioni di specie forestali, sulla loro struttura genetica, sui loro movimenti migratori, ecc.
Roberto Ingrosso Secondo te esiste un ramo scientifico dove vi e' unanimita totale? Ma di cosa stai parlando? Le Scienze avrebbe mostrato cosa?
Tu da genetista ne capisci di cambiamenti climatici come io, che mi occupo di oceanografia e climatologia, ne capisco di genetica. Il tuo tenerti informato non implica la conoscenza della materia...come vedi stai assumendo lo stesso identico comportamento di chi critichi
Stefano Puglisi Roberto Ingrosso, cosa non ti è chiaro del discorso "Io ho solo menzionato un fatto che tu hai confermato, e cioè che non c'è unanimità, giacché si può parlare di unanimità solo quando TUTTI sono d'accordo. E questo è un fatto di dominio pubblico, reperibile anche su riviste serie come Le Scienze, che chiunque può arrivare a capire"? Debbo farti un disegnino?
Roberto Ingrosso Il fatto che strumentalizzi una cosa sostanzialmente non vera, che su riviste serie come Le Scienze non mi sembra che emerga, anzi. vedi ultimo post sulla presa di posizione ai limiti del ridicolo della SIF. Io disegnini non posso fartene, non sono bravo. Comunque possiamo chiudere qui, in assenza di altri elementi a supporto.
Stefano Puglisi "Non vera"? Ma se l'hai ammesso anche tu che non c'è unanimità? Allora tu affermi cose non vere?
Antonio Bruno
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