“Vivaismo, E' ORMAI CRISI NERA. Fermo un milione
di piante per un valore complessivo di 50 MILIONI di euro”
di piante per un valore complessivo di 50 MILIONI di euro”
L'Ordine degli Agronomi di Lecce scrive al ministro Martina:
“Si intervenga subito o il comparto scomparirà”
Cinquanta milioni di
euro di materiale vegetale bloccato da oltre un anno nei vivai del Salento, che
rischiano ormai di chiudere. A lanciare l'allarme è l'Ordine di dottori
agronomi e dei dottori forestali della provincia di Lecce. Un problema così
grave che ha spinto il presidente dell'ordine professionale, Rosario
Centonze, a scrivere una lettera al ministro delle Politiche agricole Maurizio
Martina. Missiva in cui, in modo
puntuale e articolato, viene quantificato il gravissimo danno subito dai
vivaisti e le assurde imposizioni a cui sono sottoposti, come ad esempio dover
spendere 25 euro di analisi molecolari per piante del valore di 5 euro.
“La situazione del
comparto vivaistico salentino diventa sempre più grave – osserva il presidente
degli agronomi - Accanto ai vivaisti viticoli, l’intero comparto vivaistico
specializzato nella produzione e commercializzazione di specie ornamentali e
frutticole, vive un vero e proprio dramma. Si tratta di un comparto che
sviluppa un volume di affari di oltre 100 milioni di euro per anno con un
impiego di circa 2 milioni di giornate lavorative”.
I provvedimenti di blocco della movimentazione, incalza
Centonze, “ormai investono oltre 1 milione di piante per un
controvalore pari a circa 50 milioni di euro. Sono numeri che forse l’opinione
pubblica ignora perché, sinora, coperti dal dignitoso silenzio di questa
categoria”.
“I vivaisti di questo settore sono stati i primi a subire le
conseguenze di questa emergenza ma, comprendendone la portata – prosegue il
presidente Centonze nella missiva - hanno sempre collaborato con le
istituzioni. Un settore che paga l’inefficienza di un sistema di controlli
all’ingresso dei territori europei. Perché l’emergenza Xylella fastidiosa non è
la prima e, in assenza di controlli ferrei, non sarà neanche l’ultima”.
Un intero settore è dunque sotto scacco e non può neanche
programmare il proprio futuro. “Le attuali norme – si legge nella lettera -
prescrivono una serie di condizioni tali da rendere impossibile l’attività
vivaistica nelle aree delimitate del Salento. A mero titolo d’esempio, tra le
varie imposizioni, anche l’obbligo delle analisi posto a carico del vivaista
incide sul costo di produzione in misura anche del 500%; basti pensare che il
costo medio di un’analisi molecolare è pari a circa 25 euro e, per esempio, una
pianta di noce (pianta specificata di cui all’allegato I del DM 19 giugno 2015)
ha un costo di circa 5 euro”.
“A tutto ciò – aggiunge Centonze - si aggiunge la chiara
strumentalizzazione dell’emergenza operata dai Paesi nostri competitor sul
panorama europeo e mondiale del vivaismo. Le aziende vivaistiche devono
combattere giornalmente con l’ostruzionismo di questi Paesi per provare a
mantenere in piedi le proprie attività. Azioni deleterie che hanno effetto
anche al di fuori dell’area salentina impattando sull’intero settore vivaistico
italiano che sviluppa un fatturato annuale di oltre 1,7 miliardi di euro”.
Gli operatori vivaistici attendono dunque risposte chiare.
“Il comparto vivaistico salentino, pugliese, italiano è un patrimonio che
dev’essere salvaguardato. E’ in gioco un intero indotto – conclude Centonze -
di cui io rappresento una parte. Sono numerosi gli agronomi che offrono la loro
professionalità perché il comparto vivaistico possa mantenere gli elevati
standard ormai noti e invidiati da tutto il mondo. Sono gli stessi che, in questa grave
situazione, non riescono più a vedere un futuro sereno. L'Ordine degli agronomi
chiede dunque a Martina una svolta importante: “I vivaisti sono pronti a
valutare ogni possibile soluzione. Noi agronomi siamo al loro fianco per
offrire le nostre competenze e la nostra professionalità al fine di
salvaguardare questo patrimonio”.
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