Come in un «giallo», tante domande ma poche risposte e la
politica si defila
di TONIO TONDO
Fa impressione leggere le 58 pagine del provvedimento della
procura di Lecce sulla questione Xylella fastidiosa. Se abbiamo capito bene, un
gruppo di dieci persone, con ruoli diversi, avrebbe agito per far passare la
linea, unica e predeterminata, delle eradicazioni degli ulivi come strategia
per contenere la diffusione del batterio.
In particolare, una compagnia di ricercatori e scienziati
baresi (Martelli - non indagato ., Savino, Nigro, Saponari, Boscia, Valentini),
in rete tra di loro, avrebbe costituito un «monopolio» per dettare
l’impostazione anche agli organi istituzionali e politici; e portare così fuori
strada gli stessi servizi dell’Unione europea che stanno martellando il nostro
governo centrale e la Regione per accelerare l’attuazione delle misure previste
dai piani del commissario Silletti. Questo presunto monopolio scientifico,
costituitosi stando alle ipotesi più di 10 anni fa con il progetto di ricerca
«Olviva», avrebbe impedito altri apporti culturali preziosi, anche se di segno
scientifico diverso, cioè contrari alle eradicazioni. Vedremo come si
svilupperà questo filone dell’inchiesta. È stato, invece, sorprendente, il
primo e rapido commento del presidente della Regione Emiliano: «La notizia del
provvedimento di sequestro è stata una liberazione».
Alcune di queste pagine dei pm di Lecce sono interessanti.
Per esempio, sono senz’altro stimolanti e da approfondire le questioni legate
alle conseguenze dell’uso indiscriminato dei diserbanti, alla loro influenza
nefasta sulla salute dei terreni e agli stessi rapporti tra i «disseccanti»
totali, la distruzione dei microorganismi, la fertilità del suolo e la salute
stessa degli ulivi. In Brasile ci sono ricerche avanzate su questo argomento e
sulle difese immunitarie delle piante. Franco Nigro, uno dei ricercatori
indagati, considerato tra gli studiosi più accreditati della «Lebbra
dell’olivo», è anche lui impegnato su questo fronte. Il Salento è purtroppo
grande consumatore di glifosato, un erbicida al centro di violenti polemiche
per la sua tossicità.
Ma, proseguendo di rigo in rigo, un sentimento di
disorientamento sempre più forte pervade l’animo del lettore. Che sia stato
formulato, in attesa di tasselli più precisi, un quadro, tenebroso e anche
affascinante. Un quadro al centro del quale ci sarebbe una vittima e attorno i
suoi nemici con il loro lavoro demoniaco. Che contro l’identità culturale del
Salento, il suo straordinario paesaggio che tutti amiamo, i suoi ulivi
monumentali, le sue distese verdi, contro tutto questo patrimonio inestimabile,
si siano mossi, almeno da cinque-sei anni e forse più, personaggi fortissimi e
misteriosi. Tra i quali non potevano mancare le multinazionali della chimica,
due in questa vicenda, la Monsanto e la Basf, con i loro campi sperimentali e i
nuovi prodotti per seccare le erbe infestanti che avvelenano la campagna.
Perché prendersela solo con xylella, quando, invece, molti fattori influiscono
sul disseccamento rapido dell’olivo (Codiro)? Perché non allargare le analisi
scientifiche e le valutazioni preventive su ogni azione che riguarda un
territorio prezioso come quello salentino? L’inchiesta si allarga e sembra
assumere i contorni di un giallo che cattura la mente.
Sono pagine nelle quali c’è anche molto materiale per la
letteratura e le storie sui misteri della manipolazione biologica, con
personaggi in tuta bianca (lo affermano due testimoni) che negli anni scorsi si
muovevano nella campagna gallipolina per trattare gli alberi con questi
prodotti, alberi poi messi a fuoco, in modo doloso, per far scomparire tracce
importanti.
Ma è un quadro che via via più complesso solleva però molti
interrogativi. Questi uomini, adesso indagati, si sono mossi in modo
indipendente e autopropulsivo oppure all’interno di un sistema legale? Gli
scienziati hanno rispettato le procedure ormai sempre più condivise e
codificate del loro campo di ricerca? Ci sono stati colleghi che usando le
stesse procedure hanno contestato il loro lavoro? Perché chi rappresenta le
istituzioni politiche che hanno deciso le misure di emergenza sono fuori
dall’inchiesta? Insomma, difficile accettare l’idea di un comando in mano agli
scienziati.
I magistrati riportano notizie, riprese da internet, su un
convegno del 2009 del Cra di Caserta sulla costa amalfitana, nel quale convegno
un ricercatore olandese già parlò dell’attacco di xylella agli ulivi. E
riprendono anche un seminario dell’Istituto agronomico del Mediterraneo di
Valenzano nel corso del quale furono maneggiati materiali di patogeni da
quarantena portati in Puglia in modo «anomalo». Insomma, di xylella nel mondo
scientifico si parlava già da anni. Perché l’ipotesi è maturata solo nel 2013?
Di domande ce ne sono tante. Di risposte, purtroppo, sempre di meno. E intanto
xylella procede indisturbata nel suo lavoro di distruzione. La magistratura di
Lecce accelera per la sua strada. La politica si defila sempre più e abdica
alle sue funzioni.
Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/le-analisi/come-in-un-giallo-tante-domande-ma-poche-risposte-e-la-politica-no874675
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