martedì 29 dicembre 2015

Xylella: uno studio dell’università di Foggia


Il team di esperti è composto da ricercatori e agronomi baresi, foggiani e salentini.

«Non siamo in grado di dire se la presenza del batterio nei tessuti degli ulivi sia regredita oppure no però, possiamo dire che la sperimentazione che portiamo avanti dalla scorsa primavera ci conferma che anche gli ulivi infettati dalla xylella hanno ripreso a rivegetare». E questo cosa significa? «Vuol dire che la xylella c’è, provoca danni ma le piante riescono comunque a fiorire e portare avanti il loro ciclo produttivo». Le parole di Antonia Carlucci, ricercatrice del dipartimento di Scienze agrarie dell’Università degli studi di Foggia, sono caute. Perché la sperimentazione che sta conducendo - assieme al collega Francesco Lops e un team composto da esperti agronomi e produttori olivicoli baresi e salentini -  e volta a cercare una possibile soluzione in grado di fronteggiare il batterio patogeno che ha contaminato gli  ulivi, non può ancora definirsi cura o terapia.

«Abbiamo effettuato la sperimentazione nell’area più infetta ovvero nel gallipolino per capire se era meglio eradicare gli arbusti contaminati dal batterio oppure no – spiega la professoressa – Abbiamo lavorato su un centinaio di ulivi alcuni molto antichi e finora hanno risposto bene alle fasi sperimentali». «Il prossimo anno faremo altri cicli sperimentali per approfondire quanto già sappiamo oggi», annuncia Carlucci e specifica: «Abbiamo svolto un’attività agronomica ordinaria procedendo a una buona potatura e aratura a cui è seguita l’estirpazione delle erbacce che ospitano insetti vettori di batteri».

«Gli ulivi sono piante secolari e i monitoraggi hanno bisogno di tempo e verifiche che sono necessarie. Stiamo raccogliendo delle indicazioni utili dai rimedi scientifici che stiamo utilizzando, dopo aver messo in rassegna diverse ipotesi che dobbiamo tradurre in valori concreti per capire a che punto siamo. Il 2016 sarà di certo un buon anno per continuare gli studi e arrivare a risultati concreti», conclude.

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