domenica 6 dicembre 2015

Gli effetti del clima Dall'ulivo ai vigneti la nuova frontiera è sempre più a Nord


Sezione: AGROALIMENTARE
LA STAMPA
Dir. Resp.: Mario Calabresi Tiratura: 293.648 Diffusione: 227.929 Lettori: 1.383.000
Edizione del: 06/12/15 Estratto da pag.: 21 Foglio: 1/2
Gli effetti del clima Dall'ulivo ai vigneti la nuova frontiera è sempre più a Nord
MAURIZIO TROPEANO
Il summit mondiale degli agricoltori che si è svolto a Parigi in occasione del vertice Cop21 è servito per fare il punto degli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole perché per dirla con Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, «l'agricoltura è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli». Che cosa sta succedendo? L'ultima frontiera nord dell'olio d'oliva italiano è in provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo. Negli ultimi dieci anni la coltivazione dell'ulivo è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno. Anche in provincia di Alessandria si produce olio.
Sicilia, avocado e banane In Sicilia, invece, sono nate piantagioni di banane e coltivazioni di avocado. ma per effetto del surriscaldamento, almeno secondo quanto afferma la Coldiretti, sono a rischio le piante di cacao dell'Africa occidentale dove il clima sta diventando più secco. L'effetto serra taglia la resa delle colture di orzo e luppolo per la birra in Belgio e Repubblica Ceca ma anche i produttori di champagne francesi sono in allarme per l'aumento delle temperature di quasi 1,2 gradi negli ultimi 30 anni nella zona di coltivazione e l'anticipo della fioritura di due settimane tanto che autorevoli studiosi hanno ipotizzato lo spostamento fino in Inghilterra della zone di coltivazione più idonee. Se-ondo Rosanna Zari, vicepresidente degli Agronomi italiani, «ogni anno, infatti, l'agricoltura mondiale perde 10 milioni di ettari di terreno, a causa dell'erosione e dell'avanzata del deserto e del mare». E si modifica anche il lavoro dei pescatori: negli ultimi 10 anni in Canada la pesca di aragoste è praticamente raddoppiata mentre quest'estate il caldo eccessivo in Italia ha compromesso duramente la raccolta delle cozze «con danni milionari per il Made in Italy», secondo Impresa-pesca Coldiretti.
I prodotti tipici Il riscaldamento del pianeta ha effetti anche sui prodotti tipici perché provoca il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Secondo una analisi della Coldiretti negli ultimi trenta anni il vino italiano è aumentato di un grado ma si è verificato nel tempo un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che  1,2 gradi l'aumento della temperatura in 30 anni nelle zone dello champagne lo milioni di ettari di terreno persi ogni anno dalla agricoltura mondiale 2050 l'anno entro il quale bisognerà aumentare la produzione pere nutrire il pianeta  tendono ad espandersi versa l'alto con la presenza della VILs' a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle inVal d'Aosta.
La sfida produttiva Che fare allora? La sfida è legata alla necessità di aumentare la produzione entro il 2050 per nu I uh.c ll. pia neúi Secondo Moncalvo «può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali e con stili di vita più ili ill11[ all'ambiente a partire dalla ta-vola». Per Dino Scanavino, pre-sidente Cia, anche lui presente al vertice di Parigi, «l'Ue deve iniziare a ripensare al ruolo della Pac post 2020: la sfida maggiore sarà quella di arre-stare il continuo calo dei prezzi di mercato».

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