La Maestra Rosaria Gasparro |
Questo piccolo quanto puntuale Piano Salvaulivi è stato
elaborato dai bambini e dalle bambine della Terza C, della Scuola primaria di
San Michele Salentino (Brindisi), che hanno studiato da fonti piuttosto
affidabili di agricoltura contadina e rielaborato questo manuale insieme alla
maestra Rosaria Gasparro.
• Andare a trovare gli alberi e osservare come stanno
(rendersi conto del loro stato di salute).
• Tagliare i rami secchi.
• Fare potature leggere senza mutilare la chioma e nella
stagione adatta (primavera).
• Disinfettare le ferite con calce e rame.
• Tagliare i polloni che crescono alla base del tronco, che
sono rami sterili che tolgono il nutrimento all’albero (nel dialetto salentino
li chiamiamo li sobbacavadde).
• Togliere i succhioni che crescono sul tronco e sui rami.
Anche i succhioni sono germogli sterili che hanno origine da gemme rimaste
dormienti per un tempo indefinito.
• Imparare che l’erba non sporca i campi, ma li nutre.
• Non usare il diserbante che è tossico, avvelena il suolo,
quindi anche noi, e inquina la falda acquifera.
• Tagliare l’erba e trinciarla.
• Fare arature leggere per non rompere le radici
superficiali (i nostri nonni dicevano che fino a Pasqua non si camminava
nemmeno sotto gli alberi di ulivo). Quando si ara, il carbonio del suolo va
nell’atmosfera: la terra s’impoverisce di sostanza organica e l’aria si riempie
di emissioni di CO2 (l’anidride carbonica responsabile del riscaldamento
globale).
• Nutrire il terreno in modo naturale con il letame o con il
compost fatto in casa o certificato.
• Seminare il sovescio (favino, lupini, graminacee) per una
concimazione naturale.
• Non usare insetticidi ma rimedi naturali come la bottiglia
di plastica, forata su entrambi i lati, contenente una miscela di aceto e miele
o acqua e pesce, per combattere la mosca dell’olivo.
• Disinfettare con rame, calce, ferro e zolfo.
• Ricordare quello che dicevano gli antichi: «L’ulivo ha
bisogno di cinque cose: il largo, la pietra, il letame, l’accetta e il sole».
• Avere fiducia nella resistenza degli ulivi, che sono con
noi da millenni, e che avranno la forza per combattere questa nuova malattia.
• Sostenerli ora che hanno bisogno di aiuto, come facevano i
nonni con muretti di pietra quando stavano per cadere.
• Essere consapevoli che quello che facciamo alla terra,
all’erba, agli alberi, alle api. lo stiamo facendo a noi stessi.
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