lunedì 21 dicembre 2015

Il Piano Salvaulivi scritto dai bambini

La Maestra Rosaria Gasparro


Questo piccolo quanto puntuale Piano Salvaulivi è stato elaborato dai bambini e dalle bambine della Terza C, della Scuola primaria di San Michele Salentino (Brindisi), che hanno studiato da fonti piuttosto affidabili di agricoltura contadina e rielaborato questo manuale insieme alla maestra Rosaria Gasparro.

• Andare a trovare gli alberi e osservare come stanno (rendersi conto del loro stato di salute).

• Tagliare i rami secchi.

• Fare potature leggere senza mutilare la chioma e nella stagione adatta (primavera).

• Disinfettare le ferite con calce e rame.

• Tagliare i polloni che crescono alla base del tronco, che sono rami sterili che tolgono il nutrimento all’albero (nel dialetto salentino li chiamiamo li sobbacavadde).

• Togliere i succhioni che crescono sul tronco e sui rami. Anche i succhioni sono germogli sterili che hanno origine da gemme rimaste dormienti per un tempo indefinito.

• Imparare che l’erba non sporca i campi, ma li nutre.

• Non usare il diserbante che è tossico, avvelena il suolo, quindi anche noi, e inquina la falda acquifera.

• Tagliare l’erba e trinciarla.
• Fare arature leggere per non rompere le radici superficiali (i nostri nonni dicevano che fino a Pasqua non si camminava nemmeno sotto gli alberi di ulivo). Quando si ara, il carbonio del suolo va nell’atmosfera: la terra s’impoverisce di sostanza organica e l’aria si riempie di emissioni di CO2 (l’anidride carbonica responsabile del riscaldamento globale).

• Nutrire il terreno in modo naturale con il letame o con il compost fatto in casa o certificato.

• Seminare il sovescio (favino, lupini, graminacee) per una concimazione naturale.

• Non usare insetticidi ma rimedi naturali come la bottiglia di plastica, forata su entrambi i lati, contenente una miscela di aceto e miele o acqua e pesce, per combattere la mosca dell’olivo.

• Disinfettare con rame, calce, ferro e zolfo.

• Ricordare quello che dicevano gli antichi: «L’ulivo ha bisogno di cinque cose: il largo, la pietra, il letame, l’accetta e il sole».

• Avere fiducia nella resistenza degli ulivi, che sono con noi da millenni, e che avranno la forza per combattere questa nuova malattia.

• Sostenerli ora che hanno bisogno di aiuto, come facevano i nonni con muretti di pietra quando stavano per cadere.

• Essere consapevoli che quello che facciamo alla terra, all’erba, agli alberi, alle api. lo stiamo facendo a noi stessi.



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