E’ nozione comune che gli animali e l’uomo sono in grado di
difendersi dall’aggressione dei germi attraverso la risposta immunitaria
adattativa elaborata da cellule specializzate nel riconoscimento dei patogeni.
E’ forse meno noto che le piante possiedono un sistema immunitario capace di
reagire all’azione dei patogeni, senza tuttavia avere cellule mobili specializzate
quali macrofagi e linfociti. Ciascuna cellula vegetale attaccata è dunque
chiamata a far fronte alla potenziale infezione mediante una risposta
immunitaria innata, ossia geneticamente predeterminata attraverso la
coevoluzione con il patogeno.
Le piante hanno sviluppato due livelli di risposta:
• il primo riguarda il riconoscimento, da parte di specifici
recettori della membrana cellulare esterna, di molecole presenti in tutti i
microrganismi e che evolvono molto lentamente (i cosiddetti MAPM, pattern molecolari
associati ai patogeni). Si scatena così una prima risposta immunitaria generica;
• il secondo, localizzato all’interno della cellula, per
quei patogeni che hanno evoluto meccanismi in grado di superare la prima
barriera interferendo con la risposta immunitaria. In questo caso i patogeni
producono molecole intracellulari (definite effettori) che “confondono” la
risposta di contrasto della cellula. Le piante hanno a loro volta evoluto
meccanismi immunitari indotti dall’effettore (cosiddetti ETI) in grado di riconoscere
tali molecole annullandone gli effetti patogenici.
Una sfida continua tra pianta ospite e patogeno che ha
consentito alle piante di far co-evolvere sofisticati meccanismi di
riconoscimento e di contrasto molecolare tesi a ridurre i danni degli attacchi.
Tra i meccanismi della risposta immunitaria ETI, scoperti
grazie ai notevoli progressi ottenuti mediante il sequenziamento dei genomi,
quelli indotti da piccoli RNA rivestono particolare interesse applicativo.
I piccoli RNA interferenti (iRNA), hanno la capacità di
modulare l’’espressione dei geni della risposta della pianta ai patogeni e di
interferire con l’azione degli stessi patogeni.
Grazie alle proprietà di complementarietà degli acidi
nucleici, gli iRNA si legano in modo selettivo a determinate sequenze bersaglio
degli agenti infettivi, interferendo con alcune loro funzioni vitali.
L’uso di iRNA si è dimostrato particolarmente efficace in
laboratorio nella lotta alle virosi, batteriosi ed anche per il controllo di
alcuni insetti.
Gli iRNA hanno il notevole vantaggio di poter essere
sintetizzati e prodotti e di essere facilmente progettati contro sequenze di
geni importanti nell’azione degli agenti patogeni, grazie alle notevoli
conoscenze sui genomi. In altre parole, possono rappresentare una nuova classe
di molecole utili ad una difesa più razionale e meno impattante sull’ambiente, per
la loro elevata specificità per i patogeni.
Gli iRNA stanno avendo un certo sviluppo in campo medico per
il controllo delle malattie infettive, di malattie cronico-degenerative e dei
tumori.
Analogamente assisteremo a notevoli sviluppi nel settore
della difesa delle colture. Una nuova arma in grado di stimolare il sistema
immunitario delle piante, che potrà essere a disposizione dei tecnici anche per
il controllo di temibili patogeni da quarantena.
Francesco Cellini ALSIA Centro Ricerche Metapontum Agrobios –
Basilicata francesco.cellini@alsia.it, 348.0258274
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