domenica 20 dicembre 2015

Xylella, l'ombra del complotto

Xylella, l'ombra del complotto con le multinazionali. I pm: "Il batterio importato durante un convegno"Xylella, l'ombra del complotto con le multinazionali. I pm: "Il batterio importato durante un convegno"
(ansa)
I magistrati leccesi sono convinti che, al contrario di quanto sostenuto da Università e Istituto agronomico del mediterraneo (Iam), il batterio sia stato importato dallo Iam nel corso dell'evento nel 2010
di GIULIANO FOSCHINI
20 dicembre 2015
Mettiamola così: se ha ragione la Procura di Lecce, si tratta del più grande complotto mai realizzato da attori istituzionali ai danni di un territorio e della loro principale ricchezza: la natura. Università, politica, centri di ricerca, multinazionali, tutti insieme per un piano diabolico e infame. Se invece i magistrati di Lecce stanno sbagliando, si tratta di un attacco violentissimo alla scienza. Per capire come stanno le cose sarà quindi necessario aspettare le prossime settimane, quando altre istituzioni, a partire dall'Unione europea passando dal governo italiano, dovranno evidentemente dire qualcosa. Prendere una posizione. Perché mai come in questo momento è opportuno sapere.

La prima domanda da farsi è: il batterio della xylella causa l'essiccamento degli ulivi? Su questo la comunità scientifica aveva pochi dubbi: sì. E invece la Procura, sulla base di altre perizie, nel decreto di sequestro spiega esattamente il contrario. "E' stata fornita una falsa rappresentazione della realtà con riguardo all'asserito, ma assolutamente incerto, ruolo specifico svolto dalla xylella fastidiosa nella sindrome del disseccamento degli alberi di ulivo - si legge negli atti - e con riguardo all'asserita, ma assolutamente incerta, presenza nel Salento di una popolazione omogenea del batterio e della sua recente introduzione dal Costa Rica. I magistrati sono convinti che, al contrario di quanto sostenuto da Università e Istituto agronomico del mediterraneo (Iam), il batterio sia stato importato dallo Iam nel corso di un famoso convegno del 2010. Che dai documenti che attestavano l'ingresso in Italia della xylella "emergessero gravi irregolarità". E che la documentazione originale non è mai stata ritrovata anche perché i ricercatori dello Iam avrebbero finto di cercarle nel corso della perquisizione.
Ma non basta: la Procura, senza per il momento fare contestazioni formali, nota due cose: la prima è che ci sono interessi nella diffusione del batterio. Chi, per esempio, ha puntato su nuovi tipo di coltivazioni dell'olivo come la Sinagri srl, spin off dell'Università di Bari, che lavora con Iam e Basile Caramia, gli enti incaricati dei controlli sulla xylella. E che ha tra i suoi 'amici' i professori Vito Savino, all'epoca preside della facoltà di Agraria; Angelo Godini, "fautore dell'eliminazione del deviato degli alberi di ulivo e in particolare di quelli monumentali ", e Giovanni Paolo Martelli, "lo stesso che poi suggerirà, in base a una mera "intuizione" di fine agosto 2013, di indagare la presenza della xylella quale causa dei fenomeni di disseccamento dell'ulivo".

"Savino, Godini e Martelli - scrive ancora la Procura - condividono peraltro un medesimo approccio culturale nell'Accademia dei Georgofili, di cui fa parte anche il professor Paolo De Castro, già ministro dell'Agricoltura e attualmente eurodeputato, che ha riferito in commissione proprio sulla questione xylella". Negli atti è poi raccontato uno strano episodio: nel 2010-2011 in Salento si tengono "campi sperimentali di nuovi prodotti contro la 'lebbra dell'olivo', epoca prima della quale - nota la Procura - non era esploso il fenomeno del disseccamento rapido". Per questo motivo li ministero autorizza l'uso di alcuni diserbanti particolari, per un periodo limitato di qualche mese, in zone specifiche del Salento.

La Forestale ha contattato alcuni dei proprietari dei terreni e altri testimoni: raccontavano di aver visto in quel periodo persone che "in abiti civili, con tute bianche modello 'usa e getta' in dotazione alla polizia scientifica, si aggiravano fra gli olivi con in mano dei barattoli di colore blu e bianco. Effettuavano anche alcune manovre, alla base degli alberi". Gli alberi avevano dei cartelli. Bene: durante il sopralluogo della polizia giudiziaria, si è notato che "la maggior parte degli alberi di olivo, sui quali erano stati appesi i cartelli, erano quasi completamente bruciati: alcuni mesi addietro si era sviluppato un incendio". Strano, perché aveva colpito alcuni alberi e alcuni no.

"Sembrerebbe che abbiano colpito - dice la procura soltanto quelli legati alla sperimentazioni della "Lebbra dell'olivo" ovvero la prove in campo del Roundpop Platinum della Monsanto. L'incendio dovrebbe essere dunque di natura dolosa con finalità di eliminare ogni possibile traccia di quanto fatto sugli alberi ". Che cos'è la Monsanto? E' un leader nella realizzazione dei pesticidi. Ed è la stessa ditta che finanza un convegno sulla xylella nel 2010, nel quale


 "presenta un progetto di nome Gipp per la buona pratica di diserbo nell'oliveto di Puglia". La pratica prevede una serie di interventi compreso l'uso di un diserbante totale che serve per mantenere "pulito da erbacce l'oliveto". Bene, si tratta proprio del Roundpop, lo stesso che avrebbe potuto bruciare quegli ulivi. E' la stessa società che nel 2007 ha acquisito la società "Allelyx - scrive la Procura - Parola specchio di xylella...".

Fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/12/20/news/xylella_procura-129867787/

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