L’olivicoltura della provincia di Lecce è di fronte alla
questione fondamentale: cosa fare e come fare per salvaguardare e valorizzare
il patrimonio ambientale e territoriale.
Per il contenimento del CoDiRo vi è la necessità di un
costante monitoraggio con l’ausilio di giovani esperti agricoltori e tecnici
che dovrebbero provvedere alla potatura di risanamento per contenere il CoDiRo
e il ripristino della fertilità microbiologica dei suoli oltre che per
riutilizzare in agricoltura le acque reflue salvaguardando il nostro mare. I
Consorzi di Bonifica già distribuiscono le acque reflue affinate per l’irrigazione
dei campi.
Vi è la necessità di irrobustire l’agroecosistema nella
consapevolezza che l’agricoltura sostenibile gioca un ruolo primario in tema di
paesaggio e ambiente.
Tutto ciò può essere ottenuto attraverso il Consorzio.
Si definisce il Consorzio come associazione tra
imprenditori, avente lo scopo di disciplinare attività comuni.
Basta l'atto della pubblica autorità per dare vita a un
consorzio obbligatorio.
Nella fattispecie l'autorità
governativa dispone con proprio provvedimento la costituzione di consorzio tra
imprese, qualora la costituzione stessa risponda alle esigenze
dell'organizzazione della produzione [v. c.c. 2616] o serva per la gestione
collettiva dei prodotti agricoli dei quali sia prescritto l'ammasso [v. c.c.
2617]. Il consorzio obbligatorio, a differenza di quello volontario, può
considerarsi un istituto di diritto pubblico.
Si tratterebbe di un consorzio interaziendale, finalizzato a
creare una collaborazione tra imprenditori per lo svolgimento delle fasi
dell'attività d'impresa agricola relative al contenimento del CoDiRo.
Ma anziché fare dei nuovi Consorzi obbligatori perché non
utilizzare quelli già esistenti? Mi riferisco ai Consorzi di Bonifica.
E’ una mia riflessione, anche se interessata, poiché come
noto svolgo il mio lavoro da più di 30 anni in queste strutture. Ma assicuro
che, se chiamati a questo compito, i Consorzi lo svolgerebbero con efficienza e
professionalità così come già accade per l’uso dei reflui in agricoltura.
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