Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
martedì 10 gennaio 2012
Formiche. I pomeriggi trascorsi a Pendinello nell’estate 1968
Formiche. I pomeriggi trascorsi a Pendinello nell’estate 1968
Ho già scritto delle stagioni estive della mia adolescenza trascorse nella Masseria Pendinello in agro di Nardò. In quei pomeriggi assolatissimi restavo per delle ore ad osservare i formicai e le formiche che in essi vivevano. Ero affascinato da questi insetti al punto che il tempo volava osservando i cumuli di paglia derivata dalla pulizia dei semi di graminacee spontanee che a centinaia di migliaia trasportavano senza sosta nel formicaio in file lunghissime in cui vedevo brulicare questi imenotteri scuri. Già! Le stesse formiche che i cultori di giardinaggio desiderano allontanare dai loro giardini.
Nelle mie ricerche di autori che trattano di temi collegati al Paesaggio rurale mi sono imbattuto in questo scritto sui mezzi per distruggere le formiche tratto da “I giardini” Giornale d’Orticoltura compilato da distinti botanici ed agronomi italiani volume II dell’anno 1855 che ho il piacere di proporvi. Ho poi inserito una breve nota sulle formiche. Buona lettura
Antonio Bruno
Mezzi per distruggere le formiche (formica Rubra) di Giuseppe Bauman
Il seguente metodo usato dal signor Baumann , e che togliamo dalla Belgique Horlicole, ci sembra razionale, e noi invitiamo gli orticoltori italiani a farne esperimento , pregandoli di volerci ragguagliare dell' esito , come pure di comunicarci quegli altri metodi che i medesimi trovarono efficaci a liberare i loro giardini dalle formiche.
La Redazione.
I nostri orticoltori, solleciti di porsi al livello dei progressi della pratica orticola , estendono sovra una maggior scala che non per lo innanzi le seminagioni degli ibridismi che vanno facendo su i Rododendri, le Azalee , i Gigli, e le Calceolarie, molti altri generi di piante, laonde in luogo di servirsi delle terrine, poste nelle serre , le fanno per la maggior parte nelle ajuole. È appunto in tali ajuole, state riparate dalla pioggia, e rese inaccessibili ai geli, che i laboriosi imenotteri si compiacciono di scavare i loro ricoveri invernali, ove, sotto la terra, tratta dalle loro tortuose gallerie, seppelliscono migliaja di pianticelle appena spuntate in embrione, e le soffocano privandole dei due elementi indispensabili al loro sviluppo, l'aria e la luce. Per ovviare ad un tale inconveniente, e prevenire delle perdite, talvolta irreparabili, 1' orticoltore cercò coi seguenti mezzi, i quali, come si vedrà, non vanno esenti da capitali difetti, di liberarsi dell'incomoda schiatta mirmica.
Il sublimato corrosivo , per esempio , misto al miele, che alcuni orticoltori preconizzano per la distruzione delle formiche, è un mezzo poco efficace agli occhi de' chimici, poiché essendo il miele composto per la maggior parte di zucchero d' uva, ha la stessa qualità del zucchero di canne , cioè di trasformare il deutocloruro di mercurio (sublimato corrosivo) in protocloruro dello stesso metallo (calomelano), che solo ha una virtù antelmintica (di uccidere i vermi intestinali), o lassativa, in luogo della proprietà corrosiva e tossica del sublimato. L'essenza di trementina, ed altre essenze, come la nafta, il succino elettro , ecc. , possono essere utilmente adoprati per scacciare le formiche dalle fessure degli alberi, o da qualunque altro luogo ove non si trovino piante; ma adoprando questo mezzo nelle terre seminate , si farebbe perire più presto ciò che si desidera di conservare, che non ciò che si vuol distruggere.
Uno fra i migliori mezzi per liberarsi all'istante di tutte le formiche, che possono avere invaso un'ajuola, è quello di porre una spinarella (Gasterosteus aculeatus, Linn.) sovra un formicajo ; appena questo pesce incomincia a decomporsi, la maggior parte di quegli ospiti incomodi e dannosi si allontanano. Si ottiene ancora il desideralo scopo prendendo dell' olio d' oliva qualunque altro olio grasso , in cui si faccia sciogliere del fosforo alla temperatura di 45 a 50 gradi di calore, rimestando per un quarto d' ora la mistura, per delimitarne la Soluzione. Si lascia freddare, e basta gettare alcune gocce di quest'olio fosforato nel formicajo per far partire totalmente tulle le formiche.
Io mi sono servito più volte, e sempre con esito felice, del seguente metodo, e del quale consiglio l'uso a tutti gli orticoltori, che hanno la mala sorte di avere delle ajuole infestate dalle formiche.
Faccio macerare una libbra di tabacco in foglia per ventiquattro ore nell’acqua piovana , faccio colare per un feltro la macerazione , avendo cura di ben comprimere le foglie ; verso nuovamente sul residuo dell' acqua piovana, e lo lascio macerare altre ventiquattro ore. Mischio poscia le due macerazioni, che lascio evaporare al fuoco sino che giungano alla consistenza dell' amido. Quando voglio distruggere un formicajo, io mischio due o tre gramme di questo estratto di nicotina con pari quantità di calce viva, e faccio cadere alle uscite delle gallerie un tale miscuglio, nel quale la calce ha la proprietà di eliminare dalla sua combinazione la nicotina, che uccide all’istante le formiche al loro passaggio. Questo metodo ha il vantaggio che 1' orticoltore non ha più a temere di veder fuggire le formiche , per cercare altrove un nuovo ricovero.
Ma che cosa sono le formiche?
Le formiche sono "imenotteri" (= ali membranose) come le api e le vespe e appartengono alla famiglia delle Formicidae.
La maggioranza delle formiche è attera, senza ali e i soli a possederle sono individui (maschi e regine) deputati alla riproduzione qualche volta, mancano anche in essi.
Il corpo di una formica è costituito da capo, torace e addome, questi ultimi due segmenti sono articolati per mezzo di un peduncolo addominale chiamato peziolo, questo può avere la forma di uno (come le specie Lasius e Camponotus) o due (come le Tetramorium e Crematogaster) piccoli nodini e a volte anche di scaglia, (se l'insetto da esaminare non ha il peziolo non è una formica).
Le antenne hanno una forma tipica a "gomito" (come una lettera L maiuscola).
Le formiche si difendono mordendo o pungendo, oppure irrorando acido formico, letale per molti piccoli insetti.
La capacità che hanno le formiche di collaborare tra di loro è straordinaria, per questo sono considerati insetti sociali.
In un formicaio i vari individui collaborano con mansioni specializzate che vanno dalla difesa del nido, alla raccolta di cibo da immagazzinare per lo sviluppo delle larve, ed è interessante constatare che quando ci sono nella colonia formiche di diverse dimensioni e caratteristiche le formiche si dividono i compiti secondo le loro particolarità.
Il ciclo vitale di una formica è costituito da quattro stadi: dall’uovo si sviluppa una larva che, attraverso una metamorfosi completa, si trasforma dapprima in pupa e poi in insetto adulto.
Le uova, piccole e bianche o giallastre, vengono deposte dalla regina in numero altissimo ( le colonie possono contenere anche milioni di formiche, tutte prodotte da una singola regina) e nell' arco di 2-6 settimane si sviluppano in larve, queste, dopo essersi nutrite per un periodo variabile da qualche settimana a diversi mesi, si trasformano in pupe.
Durante lo stadio di pupa, la formica rimane inattiva, non si nutre e subisce la profonda trasformazione in insetto adulto.
Le femmine non alate, chiamate operaie, sono generalmente sterili ed hanno il compito di curare e nutrire le forme giovanili, nonché la difesa della comunità.
Le formiche sono generalmente onnivore, e si cibano anche di afidi (o pidocchi delle piante), che però spesso non predano, ma preferiscono le loro deiezioni zuccherine, la cosiddetta melata.
Molto interessante notare che l'appartenenza di una casta (femmine, maschi, operaie) si determina dal cibo con cui le larve sono nutrite dalle formiche operaie.
Una dieta povera di proteine porterà allo sviluppo di un'operaia, una dieta ricca determinerà lo sviluppo di una regina.
La maggior parte delle formiche è di colore rosso-marrone fino al nero, ma ne esistono anche di gialle e verdi.
Diffusione cosmopolite, in tutti gli habitat.
Pubblicato da
Associazione dei Dottori in Agraria e Forestali della Provincia di Lecce (Adaf Lecce)
alle
07:26
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formiche,
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