martedì 17 gennaio 2012

Sergio Marini a Novoli: sembrava di essere a un concerto di Jovanotti

Sergio Marini a Novoli: sembrava di essere a un concerto di Jovanotti

Quest’anno alla focara di Novoli c’è stato Sergio Marini, il collega dottore agronomo che ricopre l’incarico di Presidente della Coltivatori Diretti Nazionale. Nella tenda che ha ospitato la conferenza c’erano assiepate 500 persone che non è assolutamente facile riunire alle 9 e 30 di mattina di un gelido martedì 17 gennaio. Devo dire che Coldiretti Lecce è riuscita in un impresa che riesce solo quando si organizza un concerto con un cantante di grido come Jovanotti! Il presidente Pantaleo Piccinno può andare fiero di questo risultato che, oltre che essere della sua coldiretti, è quello dell’intera agricoltura del Salento leccese. Sergio Marini ha richiamato intorno al tavolo dell’agricoltura 500 persone, ce l’ha fatta con quel suo accento umbro e facendo un discorso diretto e schietto di chi le cose te le dice chiare e in faccia.

Gli agricoltori vogliono pagare l’IMU

L’ha detto con chiarezza il Presidente Sergio Marini che le tasse sulla terra devono pagarle tutti, anche quelli che fanno solo il lavoro dell’ agricoltore. Perché oggi tutti devono contribuire a salvare il paese Italia e nessuno si può sottrarre. Marini chiede ai Sindaci di applicare aliquote più basse a quei proprietari che fanno solo gli agricoltori e nello stesso tempo afferma che chi invece la terra ce l’ha come secondo investimento deve essere trattato come quelli che hanno la seconda, terza e quarta casa.

Le risorse della PAC solo a chi fa l’agricoltore

Ha parlato della Politica Agricola Comune (Pac) e anche qui ha detto che siccome le risorse sono poche allora c’è bisogno di distribuirle solo a quelli che di lavoro fanno l’agricoltore, per garantire di continuare a produrre il cibo per gli italiani. Marini ha affermato che importiamo la metà del nostro fabbisogno in grano, carne e latte. Io aggiungo che importiamo il mais e la colza per alimentare i nostri bovini. Ma è giusto che le risorse della PAC vadano solo agli 11mila agricoltori del salento leccese.

Riconoscere i servizi ecosistemici erogati dagli altri 210mila proprietari del Paesaggio rurale del Salento leccese.

Più volte ho scritto che nel Salento leccese ci sono 210mila proprietari del Paesaggio rurale che non hanno una rappresentanza che tuteli i loro diritti. L’Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce ADAF Lecce, che ho l’onore di presiedere, si è fatta carico di queste persone e a voce alta chiede che finalmente siano riconosciuti i servizi ecosistemici che erogano all’intera collettività.

Cosa sono i servizi ecosistemici?

Servizi ecosistemici, dall'inglese "ecosystem services", sono, secondo la definizione data dal Millennium Ecosystem Assessment (MA, 2005), "i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano". Il Millenium Ecosystem Assessment descrive quattro categorie di servizi ecosistemici, a iniziare dai più importanti: si possono distinguere in quattro grandi categorie:

1. supporto alla vita (come ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e produzione primaria),

2. approvvigionamento (come la produzione di cibo, acqua potabile, materiali o combustibile),

3. regolazione (come regolazione del clima e delle maree, depurazione dell'acqua, impollinazione e controllo delle infestazioni),

4. valori culturali (fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi).

I 210mila proprietari di pezzetti di Paesaggio rurale del Salento leccese erogano tutte e 4 le categorie di servizi ecosistemici e in cambio non ricevono nemmeno un euro dalla collettività!

La crisi? Per l’agricoltura italiana è un buon augurio!

L’economia vera è l’agricoltura. C’è la crisi quando non ci sono i prodotti, invece adesso c’è la crisi perché non si vendono i prodotti. I prodotti ci sono, soprattutto quelli italiani di qualità. Si parla della crisi e il governo convoca le banche che fanno finanza ovvero chi la crisi l’ha creata e le industrie che sappiamo tutti se ne sono andate via, delocalizzate!

L’augurio di Marini

“ Potrebbe sembrare un augurio ma è una provocazione ci sarebbe da sperare che la crisi che ha investito l’Italia andasse avanti fino in fondo. Solo così diventerebbe chiara l’essenzialità del settore dell’agricoltura. Una vera risorsa che sopravvivrebbe a tutto perché necessaria”. I problemi nascono perché ancora non si è capito che bisogna puntare sulle potenzialità del prodotto italiano infatti secondo Marini “il futuro dell’Italia è fare l’Italia”.

Piccolo è la soluzione!

Marini smentisce che per essere sul mercato bisogna essere una grande impresa. Lui le grandi imprese le vede fuggire a gambe levate dall’Italia verso i paesi in cui produrre costa meno. Anche le grandi imprese agricole fuggono verso i paesi in cui produrre costa meno. Ecco allora che piccolo è bello, piccolo è la risposta dell’Italia alla crisi. Le piccole imprese agricole sono il futuro del nostro Paese.

I giovani? Non ci sono mai stati!

Marini dice di smetterla con il piagnisteo che in agricoltura non ci sono i giovani. Quando era giovane lui in Coldiretti c’erano i 60enni e stiamo parlando di 30 anni fa. Oggi quei sessantenni di allora, se sono ancora vivi, hanno 90 anni! Tutti sanno che in agricoltura nessuno abbandona l’attività e che comunque i giovani si avvicinano lo stesso se c’è un guadagno!

L’agricoltura e il cibo centrali per gli italiani

Gli italiani sono interessatissimi all’agricoltura e al cibo. Il Governo Monti e il Palmento devono comprendere la centralità di questo tema e le prospettive che offre al paese intero. Il patto dell’agricoltura con gli italiani è così forte da rappresentare la vera prospettiva di sviluppo per il nostro paese.

L’agricoltura del Salento leccese rilanciata da Sergio Marini

Dopo i discorsi bisogna che si passi alla pratica. Tutti siamo chiamati a dare seguito a questo bagno di folla che c’è stato a Novoli. Posso testimoniare dell’interesse che suscitano oggi i temi del cibo perché vengo spesso chiamato a parlare dei prodotti della nostra terra. Le persone hanno voglia di agricoltura, adesso c’è bisogno che l’agricoltura soddisfi la voglia delle persone!

di Antonio Bruno

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