Dario Stefàno Assessore regionale alle risorse agroalimentari in difesa dell’olio d’oliva
Ho acquistato l’olio dalla cooperativa perché nel Salento ancora funzionano, nonostante le frodi in commercio che impunemente fanno arrivare sul mercato olio spacciato per italiano quando di italiano non ha nulla. Mi ha dato un ottimo olio d’oliva, ho acquistato le bottigliette da 250 ml e con mia figlia Sara abbiamo provveduto al travaso. Che bello vedere quest’oro del Salento leccese che passa dalla tanica di 5 litri nella bottiglietta quadrata verde scuro e poi premere per avvitare il tappo con il salvagocce.
Hanno venduto l’olio in Danimarca
Hanno venduto tanto olio in Danimarca quest’anno e hanno liquidato un buon prezzo ai soci, nonostante le frodi, nonostante questi speculatori che ci hanno rubato il futuro! Già il futuro che è nelle radici del passato che ci è stato rubato da un manipolo di sconosciuti che gestiscono società globali, che speculano sulle piante del nostro territorio. Chi sono questi furbetti del globale? Ma come non lo sapete? Sono i prestigiatori del finto olio di oliva targato made in Italy.
Che aspettano le Facoltà di Agraria di Puglia a dare gli strumenti alle forze dell’ordine?
Lunedì 9 gennaio alle ore 18.30 sono stato a Bari nella bella Villa Romanazzi Carducci mi hanno invitato all'evento "Elogio dell'olio e dell'ulivo" promosso dall’ associazione PugliaeuropaMed dell’Onorevole Enzo Lavarra con Unaprol, CNO e Fondazione Dino Leone.
Tutti interventi interessanti ma quello che mi ha colpito è venuto da un servitore dello Stato, da Giuseppe Vadalà che è Responsabile della Divisione di Sicurezza agroalimentare del Corpo forestale dello Stato. Che l’ha detto a chiare lettere “Oggi è possibile scoprire se un olio è genuino oppure se è stato ottenuto da olive di scarsa qualità o se è stato miscelato con oli deodorati.” Ma per la difesa della qualità c’è necessità di rendere oggettivi i panel test.
L'analisi organolettica (panel test) sull'olio d'oliva
L'analisi organolettica (panel test) sull'olio d'oliva ha un'importanza rilevante nel giudizio della qualità finale del prodotto per rilevare se un olio che ha qualità chimiche opportune per essere considerato extra-vergine le ha anche da un punto di vista organolettico,dato che un olio che non sia organoletticamente accettabile è declassato. Ma il cosiddetto "panel-test" cioè una prova (test) effettuata da una giuria (panel) di assaggiatori professionisti che, sulla base di una procedura standardizzata e codificata, emette un giudizio per attribuire all'olio da olive vergine una precisa categoria merceologica che, integrata dai valori di analisi e delle due prevalendo la più negativa, classificherà il prodotto non è oggettivo e un giudice si esprime se ci sono dei dati scientifici, quindi oggettivi. Possibile che le Università di Agraria di Foggia e di Bari che sono immerse non abbiano ancora escogitato un metodo scientifico oggettivo per il cosiddetto "panel-test" che possa essere una prova inequivocabile di una frode?
Giuseppe Vadalà ha parlato di quando hanno bussato alla Carapelli per un normale controllo
Ci ha raccontato di quando il Corpo forestale dello Stato di Roma ha individuato in diversi stabilimenti di imbottigliamento di olio localizzati a Firenze, Reggio Emilia, Genova e Pavia falsi documenti per regolarizzare una partita di 450 mila chilogrammi di olio extra-vergine di oliva per un valore di circa 4 milioni di euro.
Tutto è stato possibile perché l’Unione Europea ha stabilito un limite per la concentrazione degli alchil esteri stabilendo delle soglie massime, superate le quali un olio non può essere etichettato come extra-vergine.
Grazie all’introduzione di tali parametri chimici è stato possibile scoprire se quell’olio d’oliva era genuino oppure se è stato ottenuto da olive di scarsa qualità o se è stato miscelato con oli deodorati.
Allora saperi delle Università Italiane che avete le Facoltà di Agraria che aspettate a inventare altre metodiche in grado di scoprire altre truffe?
C’era l’Assessore Dario Stefano
L’Assessore Dario Stefano era in quella sede per celebrare il valore economico, ambientale, culturale e identitario dell'olio e dell'ulivo nella regione a maggiore vocazione produttiva italiana. I consumatori ed i mercati internazionali devono essere certi che i furbi sono stati e saranno sempre più perseguiti, mentre sempre più persone su nuovi mercati potranno godere del valore salutistico, organolettico e paesaggistico di una delle produzioni più autenticamente espressive della dieta e della cultura mediterranea.
La Regione Puglia in difesa dell’olio d’oliva
Nichi Vendola, presidente della Regione, e da Dario Stefàno, assessore regionale alle risorse agroalimentari hanno firmato una petizione popolare per impedire che Sugli scaffali dei supermercati si continuino a vedere bottiglie che si fregiano dell'etichetta olio d'oliva extravergine pur contenendo miscele fino al 60 per cento di oli lampanti o deodorati. La petizione è finalizzata a cambiare il regolamento 61/11 dell'Ue che consente che ciò accada impunemente. Per questo motivo si chiede all’Ue che il parametro che oggi con leggerezza è fissato in 75 milligrammi di alchil esteri per chilogrammo sia più che dimezzato portandolo a 30 milligrammi per chilogrammo di olio extravergine d’oliva. Sia Nichi Venola, presidente della Regione che da Dario Stefàno, assessore regionale alle risorse agroalimentari hanno sottolineato che l’abbassamento della soglia degli alchil esteri ci metterebbe al riparo dalla concorrenza sleale che stiamo subendo.
Un consiglio per riconoscere l’olio d’oliva taroccato
Volete essere anche voi collaboratori del Corpo forestale dello Stato? Potete farlo! Vi basta mettere un po' d'olio sul palmo della mano, strofinare forte tanto da scaldare la parte, annusare e fidarvi del vostro naso. Se l'olio odora di urina o di grasso vegetale come la margarina, detto in parole povere, è “truccato”. Se mantiene l'aroma delle olive, si può dire che è un buon olio. Praticamente sfregando le mani si riesce ad annullare l'effetto del deodorante, ovvero quel processo chimico attraverso il quale si riesce a "nascondere" la "puzza" di un olio cattivo o conservato male. L'olio d'oliva infatti, essendo un grasso, assorbe con facilità tutti gli odori con cui viene a contatto. Motivo per cui la conservazione dell'olio assume un aspetto basilare per la qualità del prodotto finale.
Capito? Se dopo esservi sfregati le mani l’olio d’oliva che avete acquistato puzza avvisate subito il Corpo forestale dello Stato, telefonando al numero 1515.
di Antonio Bruno
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