venerdì 27 gennaio 2012

Perché nel Salento leccese non c’è il mercato dell’olio d’oliva d’eccellenza?

Perché nel Salento leccese non c’è il mercato dell’olio d’oliva d’eccellenza?




Nel Salento leccese questo febbraio 2012 vede la solita scena. La raccolta delle olive è finita, alcuni dei 9milioni di alberi hanno il prodotto caduto e lasciato a terra perché il prezzo di 20 euro per le 100mila olive di 1 grammo è troppo poco! Già una oliva ogliarola leccese o cellina di Nardò pesa circa un grammo e per ottenere un quintale di olive, se ne devono raccogliere 100mila. Un quintale di olive 20 euro! Roba da matti! Ma è ancora più folle che una bottiglia di olio extra vergine di oliva venga venduta nella grande distribuzione organizzata a 2,50 Euro!



Perché le olive e l’olio del Salento leccese valgono così poco?

Per capirlo ho dovuto avere accesso alle informazioni di George Akerlof un premio Nobel dell’Economia del 2001. Chi mi ha messo in contatto con queste informazioni? E’ stato Lamberto Baccioni Presidente di Agrivision s.r.l. http://www.agrivision.it/ che lo scorso 25 Gennaio 2012 a VALENZANO (BARI) presso l’ISTITUTO AGRONOMICO MEDITERRANEO ha tenuto una relazione avente per tema “L’influenza della tecnologia sulla funzionalità sensoriale degli oli d’oliva d’eccellenza”.



Siamo gli Arabi dell’Europa

Pare che gli Arabi abbiano ormai messo in campo un sistema di compravendita blindato al punto che è impossibile dare una fregatura ad un Arabo. Si tratta di acquistare e vendere tutto al prezzo minimo, al prezzo più basso possibile. Capite? Tutti gli Arabi acquistano e vendono a prezzi bassissimi prodotti di pessima qualità ma nessuno di loro ha mai il dubbio di aver preso una fregatura. Quale fregatura? Quello di aver pagato un prezzo alto per un prodotto scadente! Volete sapere perché accade questo? L’ha scoperto George Akerlof e c’ha vinto un premio Nobel per l’Economia. Il motivo delle compravendite di beni scadenti a prezzi bassissimi sta nella “ASIMMETRIA INFORMATIVA”.


Che cos’è l’asimmetria informativa?

George Akerlof ha descritto un rapporto di Asimmetria informativa tra offerta e domanda che io adatterò all’olio d’oliva del Salento leccese. Nel Salento leccese ci sono venditori che offrono olio d’oliva di diversa qualità ovvero da quello scadente all’appena sufficiente oppure all’eccellente. Gli acquirenti di olio d’oliva non hanno informazioni sull’effettiva qualità dell’olio ovvero non sanno qual’è l’olio eccellente o quello sufficiente oppure quello scadente. E’ la nostra situazione vero? E’ quello che accade nel Salento leccese non trovi? E sapete bene quello che succede ogni anno: il mercato dell’olio scompare! Quindi nel Salento leccese siccome la qualità dell’olio d’oliva è un dato incerto ecco che non c’è più il mercato, ecco che le olive restano a terra! Tutto chiaro?

Hanno paura di prendere la fregatura!

Insomma siccome il venditore d’olio d’oliva non ha credibilità, che altro non è che la competenza moltiplicata per l’onestà, ecco che l’acquirente per non prendere la fregatura obbliga il venditore a scendere di prezzo. Capite? Non si fidano dei venditori di olio d’oliva! Invece siccome gli acquirenti della COOP sentono la pubblicità “La COOP sei tu!” ecco che si fidano e pagano l’olio d’oliva 3,50 Euro e quando lo usano sui cibi si convincono che l’olio d’oliva d’eccellenza è quello che vende la COOP. Quindi tu ed io che sappiamo come riconoscere l’olio d’oliva eccellente siamo consapevoli che quelli che usano quello che costa euro 3,50 non arriveranno mai ad acquistare l’olio d’oliva d’eccellenza con la conseguenza che per quest’ORO del Salento NON HA MERCATO!

Che cosa dobbiamo fare?

Abbiamo fatto il primo passo rispondendo alla domanda “Perché nel Salento leccese non esiste il mercato per l’olio d’oliva d’eccellenza?” . Capite bene che se questo mercato esistesse spingerebbe alla produzione e al reddito gli 85mila ettari della Foresta del Salento leccese composta da 9milioni di ulivi. Lo sanno tutti che se l’olio d’oliva si vendesse a un prezzo remunerativo questo immenso patrimonio del nostro territorio si trasformerebbe in ricchezza per tutti e 220mila i proprietari della foresta degli ulivi del Salento leccese. Ma questa è un’altra Storia e ve la racconterò nei miei prossimi scritti.

di Antonio Bruno

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