domenica 29 gennaio 2012

La confusione e l’ignoranza avvolgono l’oro del Salento

La confusione e l’ignoranza avvolgono l’oro del Salento


E’ davvero singolare ciò che riferisce sull’olio d’oliva Alex Renton del giornale USA theguardian ovvero che le frodi su questo prezioso e sublime alimento c’erano già ai tempi dei Sumeri infatti secondo le tavolette cuneiformi ritrovate nel sito archeologico di Ebla quel popolo aveva una vera e propria “Arma fatta da gendarmi” incaricati dell’attività di investigazione e repressione delle frodi perpetuate sull’olio d’oliva.

E’ uscito da poco negli USA un libro di Tom Mueller dal titolo “Extra Virginity: The Sublime and Scandalous World of Olive Oil” ovvero Extra verginità il mondo sublime e scandaloso dell’olio d’oliva si può leggere la ragione che ho fatto stigmatizzato nel mio pezzo sul perché non c’è un mercato degli olii d’oliva di eccellenza http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2012/01/perche-nel-salento-leccese-non-ce-il.html . Infatti Mueller afferma che la chiave del successo dei truffatori dell’olio d’oliva è la confusione e l’ignoranza che avvolgono l’oro del Salento.

Una delle truffe degli ultimi anni

Il libro sta vendendo moltissime copie negli USA e Mueller afferma che c’è un mondo agricolo laborioso che è sopraffatto da un gruppo scivoloso (viscido) di uomini d’affari. Scrive Muller:

“Ricordate quando il 10 agosto 1991, una nave cisterna arrugginita chiamata Mazal II attraccò al porto industriale di Ordu, in Turchia e pompò 2.200 tonnellate di olio di nocciola nelle sue stive? La nave, iniziò poi un tortuoso viaggio attraverso il Mediterraneo e il mare del Nord. Il 21 settembre, quando la Mazal II raggiunse il porto di Barletta in Puglia, il carico era diventato olio di oliva greco in base ai documenti ufficiali. Superò la dogana, probabilmente con la connivenza di un funzionario, fu collocato su camion cisterna e consegnato alla raffineria di RIOLIO, un produttore italiano di olio di oliva con sede a Barletta. Là fu venduto – mescolato in alcuni casi in parte con vero olio di oliva – a clienti della RIOLIO.

Fra l’agosto e il novembre del 1991, la Mazal II e un’altra nave cisterna, la Katerina T., consegnarono a RIOLIO circa 10.000 tonnellate di olio di nocciola turco e olio di semi di girasole argentino, tutti dichiarati olio di oliva greco. Il proprietario di RIOLIO, Domenico Ribatti, si arricchì con il falso olio mettendo insieme solide società immobiliari, che includevano un ex grande magazzino in Bari. Corruppe due funzionati, uno con contanti, l’altro con cartoni di olio di oliva e fece diversi viaggi a Roma, dove alloggiò al Grand Hotel, incontrandosi con altri produttori di olio di oliva italiani e stranieri. In qualità di una delle più importanti aziende importatrici di olio di oliva, la società di Ribatti era socia di ASSITOL, la potente associazione nazionale degli industriali oleari e lo stesso Ribatti aveva parecchia influenza a Roma tanto da chiedere un favore – trattamento preferenziale per il nipote di un associato, che cercava di essere ammesso alla Scuola Ufficiali Militare – ad un funzionario di alto rango del Ministero delle Finanze, un pugliese come lui.”

Sempre Mueller riporta un suo colloquio con l’allora Ministro Paolo De Castro:

“Paolo De Castro quando era Ministro dell’Agricoltura, mi ha detto “Dobbiamo evitaredistorsioni, non porre limiti al commercio,” mi disse. “La cosa importante è che le persone non facciano i furbi e che questo olio tunisino non diventi olio extra vergine di oliva pugliese. Ora, questo è un bel problemino eh?” De Castro aggiunse che il suo decreto “Made in Italy” che obbligherebbe i distributori ad indicare in etichetta la provenienza del loro olio, impedirebbe loro d’ingannare il pubblico. “Lo si scrive e non esiste il problema,” disse.
Leonardo Marseglia respinse l’idea che una tale misura possa essere efficace. “L’olio non ha una carta d’identità, viaggia e basta,” disse. “Quando qualcuno ha due silos d’olio, uno italiano e l’altro estero, deve solo scambiarli: l’estero diventa italiano e l’italiano diventa estero.” Rilevando che l’olio etichettato “Made in Italy” è venduto a prezzi più alti degli altri oli, Marseglia disse che la legge di De Castro indurrebbe soltanto a maggiori frodi. “Quindi, cosa potrebbe accadere? Faranno altre truffe e sotto la copertura del ‘Made in Italy’ ci saranno oli esteri etichettati ‘Made in Italy’.

Leonardo Colavita è ugualmente scettico: “ Io dico che un criminale dovrebbe fare la legge, perché il criminale sa come aggirarla.”


La truffa dell’olio è una storia deprimente

E 'una storia deprimente, senza alcun rimedio ovvio, ma è solo la metà di questo libro molto divertente di Mueller, un americano che ha messo su casa in Liguria e che racconta una storia avvincente della nascita di olio d'oliva al punto in cui esso simboleggia la civiltà sia nella mente di un legionario romano negli avamposti tedeschi dell'Impero, o su un tavolo da pranzo della classe media del Nord Europa o dell'America di oggi.

Attraverso i secoli, l'olio fresco verde d’oliva è passato indenne attrabersando imbroglioni e fanatici. I Romani, dice Mueller, dalla cima di Monte Testaccio, una collina dalla Tevere fatta di anfore olearie scartate, sorvegliavano l’olio d'oliva meglio di quanto facciamo noi.

E Mueller conclude che la maggior parte dell’olio d’oliva che mangiamo oggi e che acquistiamo a buon mercato in realtà è olio lampante un olio che i romani ritenevano idoneo solo per l'illuminazione delle loro case.


Infine riporto questo scambio epistolare tra Gino Celletti e Tom Mueller

Una cara amica, Silvia Lazzari che lavora nell’olio, in Grecia, mi chiede via Facebook http://www.facebook.com/gino.celletti1/posts/143362359111279 cose penso delle recenti vicende apparse su

- La Repubblica http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/12/22/news/agromafia_la_truffa_dell_olio-27042671/

- Teatro Naturale http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/12489-allarme-italia-si-vuole-affossare-il-comparto-olio-di-oliva.htm



Ecco cosa penso e per rispondere prenderò a modello “IF” di Kipling.



Caro Produttore di Olio Italiano di Qualità.

Se continui a dare la colpa agli altri perchè fanno e tu no.

Se continui a fare come hai sempre fatto per paura ci cambiare o peggio di lavorare.

Se continui a pensare che tu sei il più bravo e gli altri fanno solo robaccia.

Se continui a pensare che il tuo olio è italiano e quindi si vende da solo.

Se continui a pensare che è non sei tu a dover investire per te stesso ma altri per tuo conto (associazioni, consorzi ecc.).

Se continui a pensare che debbano essere gli altri a suonare la tua tromba e non tu stesso.

Se continui a pensare che il mondo deve venire da te e non tu da lui …

Allora clicca questi links sotto e allora forse capirai che ti devi dare una mossa e che il marketing è prezioso e ci devi spendere qualche euro fino a che te ne restano da spendere.

QUi

http://www.ciaprochef.com/oliveoil/sponsors..html

in California, la Spagna sponsorizza un Corso per insegnare ai Buyer della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)

- cosa sia l’olio delle olive.

- come si sceglie.

- come si scoprono i difetti.

- come si compra.

- come si vende.

- come si abbina magari ?

Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano hai mai chiesto ad un ESPERTO di spiegare per te tutto questo?

Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano lo sai che grandi aziende italiane di Olio “da paesi comunitari e non comunitari” fanno regolarmente queste attività sui BUYER della GDO Italiana e estera ?

Non lo sapevi ? Se sei piccolo e da solo non ce la fai, accordati con i tuoi omologhi, smetti di guardarli in cagnesco e sposa il detto “l’unione fa la forza”.



Guarda questi link

Qui

http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/home/home.asp

il sito di OliveoilfromSpain cioè il sito che dice al mondo cosa che olio può avere dalla Spagna. Lascio a te ogni commento se avrai la pazienza di visitartelo tutto.

Qui

http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/calendar.asp

il calendario delle attività promozionali che la Spagna fa in America. Da paura, tanti sono gli appuntamenti e la saturazione dei luoghi ! Niente è lasciato al caso e soprattutto niente è lasciato agli altri.

Qui

http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/PastPromotions.asp

il coinvolgimento dei ristoranti e degli chef spagnoli nel preparare piatti per gli Americani. Da noi se un ristoratore chiede 6 bottiglie per una cena si va nel panico, quel ristoratore è un approfittatore. E se dovesse chiedere parcella e spese viaggio per fare una cena in Texas? Che proporresti? la forca?

e qui la mazzata finale

http://www.oliveoiltimes.com/olive-oil-business/europe/made-in-italy-olive-oil-investigations/23505?utm_source=Olive+Oil+Times&utm_campaign=4fa8d09ccf-OOR_212_16_2010&utm_medium=email

oltre ai dubbi che ora anche la della Cina ha su i nostri oli, dubbi ovviamente alimentati ad arte, c’è il sig. Rafael Civantos della COAG dell’Unione degli Agricoltori di Spagna che dice “l’Italia spaccia olio di oliva spagnolo come proprio, perché "le sue cifre sulla produzione di olio d'oliva, sui consumi e sulle importazioni non tornano". Chi ha coraggio di replicare ?

Ecco cosa penso ed ecco sotto la mia soluzione.

Devi cominciare ad investire sulla CULTURA perché non hai scampo se investi solo su:

- prezzi

- nuovi mercati.

Qualcuno farà i prezzi più bassi dei tuoi o ti raggiungerà nel nuovo mercato, se non c’è già arrivato prima di te. Investi sulle figure che fanno CULTURA ITALIANA DELL’OLIO ma che siano AUTOREVOLI e soprattutto INDIPENDENTI,

COPIA la Spagna, che usa i suoi Assaggiatori, i suoi Chef ed i suoi Ristoratori per promuovere il suo olio

La guerra si vince a tavola, non al supermercato.

Gino Celletti



Ciao Gino,

Ben detto! Il rosario dell’olio vero, e di come smettere di perdere occasioni.

Non vedo l'ora di rivederti, e di parlare di…olio, naturalmente.

Sarò negli Stati Uniti dal 10.01 al 05.02, tra l’altro per parlare alla conferenza in California per i buyer che segnali qui sopra. C’e’ qualcosa di grosso che si muove nel mondo dell’olio. Speriamo di fare in tempo a celebrare/proteggere/preservare il buon olio da quello finto, che rischia di annegare tutto.

Poi di nuovo nello stivale, e conto di rivederti presto per parlare di nuovo di...olio, e’ ovvio. Non finisco mai di imparare, specie da gente con le idee chiare come te. Gente con le idee chiare e’ rara assai in qualsiasi campo, sopratutto nel mondo luminoso dell’olio extravergine!

Un caro saluto,

Tom Mueller


Il corso dell'ADAF Lecce
Nel Salento leccese l’ADAF Lecce ovvero l’Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e forestali ha in programma un corso di questo tipo tenuto dal noto oleologo Carmelo Buttazzo il dottore agronomo che ha sbancato facendo razzia di premi. Tutte le aziende seguite dal collega Buttazzo sono state premiate! Noi lo facciamo perché c’è bisogno che la cultura dell’olio si diffonda. Che aspetti a venire anche tu? i posti disponibili sono quasi esauriti!


di Antonio Bruno

1 commento:

  1. ciao, sono un perito agrario e per 10 anni sono stata fidanzata con un frantoiano e ho cercato nei miei 10 anni di fidanzamento a fargli capire proprio che solo noi possiamo cambiare il modo di pensare, attualmente studio scienze ambientali e guarda caso mi trovo in erasmus nel punto di maggior produzione di olio d'oliva e cercavo appunto un articolo che riguardasse le miscele tra olio salentino e olio spagnolo, perche' ricordo che un professore alle scuole ce ne parlò ma non sto trovando nulla... comunque bellissimo articolo.. e sicuramente un punto di forza come tanti altri che abbiamo in salento, ma che la gente e' proprio cieca e non vuole vedere!

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