mercoledì 20 gennaio 2016

Primi cenni di AGRICOLTURA CONSERVATIVA

L’agricoltura convenzionale comporta nel tempo una degradazione della qualità del suolo principalmente derivante dalla perdita di sostanza organica del suolo. L’agricoltura che voglio io si propone come un nuovo modello di pratiche agronomiche, basato sulla minima lavorazione o sulla non lavorazione, capace di migliorare la fertilità e la qualità dei suoli agrari, in una logica di sviluppo sostenibile sia sotto il profilo ambientale che economico. Ci sono stati progetti che hanno monitorato gli effetti di queste pratiche sui principali parametri agronomici.
I dati raccolti mostrano un trend verso l’accumulo di sostanza organica nel suolo nei terreni significativo solo nel terzo anno. Le attività enzimatiche risultano i parametri migliori per rilevare le modifiche del sistema con valori più elevati nei campioni. Il carbonio organico e quello della biomassa microbica appaiono tra loro correlati e meno sensibili al cambiamento di gestione.
Il protrarsi dello studio nei prossimi anni potrà da un lato confermare le differenze trovate, dall'altro permetterà di formulare delle ipotesi riguardo ai meccanismi che regolano questa evoluzione.
AGRICOLTURA CONSERVATIVA
Sistema basato su tre pilastri (FAO 2012)
• Disturbo minimo del suolo
• Copertura del suolo con residui colturali
• Rotazioni colturali
Differenza principale con metodo convenzionale è la
MANCANZA del RIVOLTAMENTO DELLA FETTA
Negli ultimi decenni l’agricoltura è stata caratterizzata da: l’utilizzo sempre più intensivo del suolo, l’incremento dei costi di produzione, i margini sempre più ristretti di aumento della potenzialità produttiva delle colture, la semplificazione spinta dei sistemi colturali,
In questo contesto sono emersi alcuni aspetti critici delle lavorazioni:
• implicano consumi energetici rilevanti;
• promuovono un’accelerazione del processo di mineralizzazione della sostanza organica;
• aumentano il rischio di erosione del suolo;
• possono causare un peggioramento della struttura del suolo;
• aumentano la superficie del suolo esposta all’aria e quindi inducono maggiore evaporazione e perdite del contenuto idrico.
Agricoltura conservativa
Caratteristiche principali
·         alterazione minima del suolo cioè nessuna lavorazione che rivolti il terreno (tramite la semina su sodo o la lavorazione ridotta del terreno);
·         copertura permanente del suolo (colture di copertura e con residui vegetali della coltura precedente);

·         associazioni e rotazioni colturali diversificate, che favoriscono i microrganismi del suolo e contengono le erbe spontanee, i parassiti e le malattie delle piante.
Le lavorazioni riducono nel tempo il contenuto di SO del terreno attraverso:
·         la maggiore aerazione e maggior temperatura = maggior tasso di mineralizzazione;
·         la maggiore incidenza del ruscellamento quando le lavorazioni lasciano a lungo nudo il terreno: l’erosione che ne consegue asporta lo strato superficiale del terreno nel quale è maggiormente localizzata la sostanza organica.
La riduzione in SO si traduce in:
·         peggioramento della struttura (compattamento, formazione di crosta superficiale o crostone di lavorazione)
·         riduzione della capacità di ritenzione idrica
·         riduzione della capacità di scambio.

Il contenuto di sostanza organica passa dal 3,4 %, valore misurato nel terreno vergine, al 2,0% dopo 45 anni di coltivazione convenzionale di un sistema colturale frumento-maggese lavorato.

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