AGRARIA: IL RETTORE ZARA DICE CHE BISOGNA ANDARE AVANTI!
(Ecco il testo della sua intervista rilasciata a La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi, mercoledì 6 gennaio 2015)
(Ecco il testo della sua intervista rilasciata a La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi, mercoledì 6 gennaio 2015)
Scienze agroalimentari, Scienze motorie e Farmacia. Il rettore Zara difende le sue proposte per migliorare l’offerta formativa dell’Università del Salento e rassicura tutti: “Andiamo avanti”. Si dice sorpreso della “bocciatura” da parte del Curc, il Comitato universitario regionale che riunisce gli atenei pugliesi, al quale però risponde per le rime, dati alla mano, in una lunga intervista alla Gazzetta. “La nostra Università – dice - ha diritto a rafforzare la propria offerta formativa nel pieno rispetto delle prerogative altrui, ma con dignità piena e pari a quella delle altre Università”. .
Rettore, il Curc ha di fatto respinto la sua proposta di attivare Scienze agroalimentari e Scienze motorie, perché corsi di laurea analoghi sono già presenti negli Atenei di Bari e Foggia, che di certo non vogliono perdere iscritti. Nemmeno il Salento, però, intende rinunciare a una tale opportunità, soprattutto per quanto riguarda il settore Agraria. Come intende rispondere e quali saranno le sue prossime mosse?
“Il Curc ha invitato la nostra Università a riconsiderare i corsi di studio di nuova istituzione nell’ambito delle scienze agroalimentari e delle scienze motorie, anche al fine di potenziare le sinergie con gli altri Atenei pugliesi. In linea di principio questo discorso è accettabile, perché bisogna sempre ragionare in un’ottica di sistema e mai spingere per i particolarismi locali. Dall’altro lato, però, dobbiamo considerare i numeri degli immatricolati pugliesi a questi corsi di studio (in particolare delle province di Lecce, Brindisi e Taranto) che si recano fuori regione e che quindi perdiamo comunque, indipendentemente dall’esistenza degli stessi corsi di studio a Bari e a Foggia. I dati ricavati dall’Osservatorio Studenti Didattica del Cineca (Consorzio interuniversitario per il calcolo automatico, ndr) indicano che circa il 70% degli immatricolati (ma anche degli iscritti) residenti in provincia di Lecce a un corso di studio in scienze agrarie va fuori regione, mentre nel caso degli immatricolati (e iscritti) residenti nelle province di Brindisi e Taranto siamo intorno al 40-45%. Sono dati che fanno riflettere perché siamo al di sopra della percentuale media di perdita di immatricolati (35%) registrata in Puglia. In valori assoluti, dalle tre province perdiamo ogni anno circa 100 nuovi immatricolati in scienze agrarie”.
Questo significa che i corsi già attivi a Bari e Foggia non “tirano”, o almeno non abbastanza. Allora è ragionevole pensare che temano la competizione? ?
“Non mi arrischierei in questo genere di considerazioni perché, come dicevo, è necessario lavorare in maniera sinergica e in un’ottica di sistema. I dati che più mi fanno preoccupare e che dovrebbero far preoccupare anche gli altri Rettori pugliesi sono quelli relativi a scienze motorie. In questo caso gli immatricolati (così come gli iscritti) residenti in provincia di Lecce che vanno fuori regione sono addirittura il 90%, con veri e propri esodi verso le Università di Chieti e Urbino e poi, a ruota, anche L’Aquila. Discorso analogo nel caso dei residenti nelle province di Brindisi e Taranto, dove l’esodo è intorno all’80%. Nel caso delle scienze motorie perdiamo ogni anno, dalle tre provincie, circa 200 immatricolati. A mio parere questi dati dovrebbero far preoccupare anche i responsabili delle politiche universitarie della Regione”.
Può rimarcare le differenze sostanziali tra i corsi che UniSalento intende attivare e quelli analoghi già presenti a Foggia e Bari?
“I corsi di studio che sono stati proposti appartengono alle cosiddette “classi di laurea” L-25 e L-22, che sono presenti anche negli altri Atenei pugliesi, quindi la nostra offerta formativa non si differenzierebbe in maniera sostanziale da quella già presente a Bari o a Foggia. Per quanto detto prima, non credo però che questo sia il vero problema, considerata l’entità dell’esodo. Ovviamente utilizzeremo l’invito che ci è stato rivolto, ossia riconsiderare l’offerta formativa presentata, per differenziare meglio i corsi di studio da attivare nella nostra Università”.
Secondo il parere del Curc mancherebbe anche il numero minimo di docenti per coprire in modo strutturato i vari settore disciplinari dei corsi che si vorrebbero attivare. È così?
“La verifica sui docenti di riferimento del corso di studio non spetta al Curc ma al Ministero e all’Anvur (l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, ndr), e le proposte da noi presentate avevano le risorse richieste dal DM 1059/2013. Tali risorse, soprattutto nel caso del corso di laurea in scienze agroalimentari, sarebbero in parte derivate da ricercatori del Cnr da anni attivi nel settore agro-alimentare e operanti in Istituti di ricerca presenti a Lecce. Di questo ne avevo parlato con il presidente del Cnr, il professor Luigi Nicolais, che aveva dato piena disponibilità”.
E' stata invece approvata l’istituzione del corso di laurea magistrale in Farmacia, che dovrebbe vedere la luce a Brindisi, in collaborazione con l’Università di Bari. Ma anche in questo caso la strada sembra in salita, perché mancano i fondi. Cosa intende fare e che tempi prevede?
“In questo caso abbiamo lavorato in piena sinergia con l’Università di Bari, presentando domanda di istituzione del nuovo corso di laurea magistrale in Farmacia. Il corso di laurea è ora all’esame del Ministero, del Cun e dell’Anvur, ma per passare alla fase di attivazione vera e propria è necessario che vengano garantiti fondi adeguati. L’amministrazione comunale di Brindisi si sta facendo parte attiva, assieme al nostro Ateneo e a quello di Bari, presso la Regione, per ottenere risorse adeguate. Se tali risorse non dovessero pervenire in tempo utile, ossia entro il 29 febbraio di quest’anno, il corso di studio non potrà partire”.
Il potenziamento dell’offerta formativa, con l’attivazione di questi tre nuovi corsi di laurea, è alla base della sua strategia per rilanciare l’Ateneo e frenare il calo di iscrizioni che potrebbe comportare tagli pesantissimi ai fondi ministeriali destinati a UniSalento. Ad oggi, com'è la situazione sul fronte delle immatricolazioni?
“La situazione attuale fa ben sperare. Gran parte delle immatricolazioni tardive si sono concluse entro il 31 dicembre ma i dati non sono ancora consolidati, per ovvie ragioni dovute alle festività di fine anno. I dati parziali fin quei registrati sono positivi, con un incremento delle immatricolazioni rispetto allo scorso anno di circa il 2% alle triennali e ai corsi di laurea magistrali a ciclo unico e di circa il 13% ai corsi di laurea magistrali. Complessivamente, quindi, il numero delle immatricolazioni ai nostri corsi di studio ha il segno positivo ed è particolarmente importante l’incremento delle immatricolazioni registrato ai corsi di laurea magistrale. Questo significa, di fatto, minori “perdite” verso altre Università. È il secondo anno consecutivo che l’Università del Salento presenta un segno positivo relativamente alle immatricolazioni”.
Il Salento ci crede ancora ed è pronto a una nuova mobilitazione per realizzare il “sogno” di Agraria, anche se la delusione è palpabile. In tutta sincerità, se l’aspettava una tale bocciatura?
“Sinceramente no ma, con sano ottimismo, ho invitato i colleghi interessati ai nuovi corsi di laurea in Scienze agroalimentari e Scienze motorie a riconsiderare l’offerta formativa cercando di migliorarla. Però, torno a ribadire, deve essere chiaro un concetto: la nostra Università, che deve leggersi come il “nostro Territorio�, ha diritto a rafforzare, riconsiderare, creare la propria offerta formativa nel pieno rispetto delle prerogative altrui ma con dignità piena e pari a quella delle altre Università”.
Xylella, Tar del Lazio ordina al ministero dell’Agricoltura esibizione di documenti su gestione dell’emergenza in Salento
gennaio 06, 2016 Prima Pagina admin
eradicazioni ulivi trepuzzi piano silletti bisLECCE – Il Tar
del Lazio ha accolto parzialmente il ricorso presentato da 19 aziende agricole
biologiche della provincia di Lecce, ordinando al ministero delle Politiche
agricole l’esibizione di alcuni documenti amministrativi relativi alla gestione
dell’emergenza xylella fastidiosa in Salento.
Il ricorso era stato presentato dagli avvocati Luigi
Paccione e Valentina Stamerra e lamentava l’illegittimità del silenzio-rigetto
del Dicastero in relazione all’istanza di accesso agli atti presentata dagli
imprenditori ricorrenti nell’aprile 2015.
La stessa doglianza era stata rivolta rispetto al diniego
della Regione Puglia e dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano. In
relazione alla prima, i giudici hanno dichiarato “la cessazione della materia
del contendere”, mentre per il secondo il ricorso è stato dichiarato
“improcedibile per carenza di interesse”, essendo stati chiesti documenti
simili a quelli che potrebbe fornire il ministero e attualmente protetti da
un’immunità giurisdizionale accordata all’Istituto, che renderebbe necessario
sollevare prima una questione di legittimità costituzionale.
Per quanto riguarda il ministero, invece, era stato chiesto
di poter accedere all’autorizzazione fornita all’Istituto agronomico
mediterraneo per l’introduzione del batterio xylella nell’ambito di un workshop
scientifico del 2010, a tutti gli atti del Comitato tecnico scientifico
costituito nel settembre 2014 sulla xylella e del parere del Comitato
fitosanitario nazionale. Tale documentazione è stata acquisita in originale
della Procura di Lecce, nell’ambito del procedimento a carico di dieci indagati
(tra i quali il commissario straordinario dimissionario, Giuseppe Silletti) che
poche settimane fa ha portato al sequestro di tutti gli ulivi infetti per i
quali era stata disposta l’eradicazione.
Il Tar ha rilevato che “nonostante l’amministrazione non sia
in possesso della documentazione richiesta, può estrarne copia dietro
autorizzazione dell’autorità giudiziaria” e solo il diniego di quest’ultima può
impedirne il rilascio. Di conseguenza, è stato intimato al ministero di
inoltrare esplicita richiesta alla Procura di Lecce entro trenta giorni, al
fine di fornire copia degli atti richiesti ai ricorrenti. Per l’avvocato Luigi Paccione e l’avvocata
Valentina Stamerra “si tratta di un importante successo delle aziende nella
incessante battaglia legale che stanno portando avanti a tutela dei lori
diritti”
Intanto si attende ancora la pronuncia definitiva del Tar
Lazio sui ricorsi presentati da numerosi proprietari di uliveti del nord
Salento (Torchiarolo, Cellino, Trepuzzi, Squinzano, San Pietro Vernotico), ai
quali in autunno erano state notificate ordinanze di eradicazione di alberi
infetti e delle piante sane nel raggio di 100 metri. I giudici hanno già
accolto la richiesta di decreti cautelari e poi di sospensiva, bloccando di
fatto i tagli.
A imporre un ulteriore stop, anche per i proprietari che non
avevano presentato ricorso, è arrivato poi il decreto di sequestro d’urgenza di
tutti gli alberi infetti per i quali era stata disposta l’eradicazione, firmato
dai sostituti procuratori di Lecce Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci. Il
sequestro il 28 dicembre è stato convalidato dal gip Alcide Maritati, che lo ha
trasformato in sequestro preventivo, contro il quale potrà essere proposto
ricorso al Tribunale del Riesame entro l’8 gennaio. Al momento nessuno dei
dieci indagati (oltre a Silletti, i ricercatori che negli anni si sono occupati
del caso xylella) ha presentato istanza al Riesame.
Xylella. aziende bio vincono di nuovo al TAR
Un’altra vittoria per le aziende bio del Comitato SOS
Salento, le prime ad opporsi in giudizio contro le misure per l’emergenza
xylella e ad ottenere il blocco del Piano Silletti uno e due.
Ora un altro importante pronunciamento arriva dal Tar del
Lazio che ha riconosciuto il diritto per 19 Aziende Biologiche del Salento
(sentenza n. 7 del 4 gennaio 2016 il Tar Lazio ) di acquisire tutta la
documentazione amministrativa sul caso Xylella prodotta dal Ministero delle
Politiche Agricole e attualmente sottoposta a sequestro probatorio dal Gip del
Tribunale di Lecce nel procedimento penale pendente per i reati di diffusione
di malattia delle piante, inquinamento ambientale e delitti colposi contro
l'ambiente.
Il Tar Lazio ha ordinato al Ministero di richiedere entro
trenta giorni da oggi l’autorizzazione all’Autorità giudiziaria salentina per
la consegna alle Aziende biologiche ricorrenti di copia degli atti sequestrati.
Per l’avvocato Luigi Paccione e l’avvocata Valentina
Stamerra si tratta di un importante successo delle aziende nella incessante
battaglia legale che stanno portando avanti a tutela dei lori diritti.
Con la stessa sentenza il Tar Lazio ha ritenuto di soprassedere
per il momento sulla richiesta delle stesse Aziende biologiche di rinviare alla
Corte Costituzionale la delicata questione della illegittimità della legge
statale che garantisce immunità giurisdizionale all’Istituto Agronomico
Mediterraneo di Bari che in passato ha importato in Italia, per motivi di
studio, il batterio Xylella.
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