“Xylella nel Salento da molto tempo prima dell’epidemia”: la
perizia della Procura mette in discussione le azioni Ue
Il lavoro chiesto agli esperti dagli inquirenti che indagano
sul fenomeno del disseccamento degli ulivi evidenzia seri dubbi circa i metodi
di contenimento della malattia ordinati da Bruxelles. Il documento consultato
in esclusiva da ilfattoquotidiano.it
di Laura Margottini | 25 gennaio 2016
La perizia richiesta dalla Procura di Lecce per fare luce
sulla presenza della Xylella in Salento potrebbe aprire scenari nuovi rispetto
alle possibili cause del Complesso di Disseccamento Rapido dell’Olivo (Codiro)
in Puglia. La ricerca effettuata da Giuseppe Surico, patologo vegetale, e
Francesco Ranaldi, biochimico, entrambi dell’Università di Firenze, conferma la
presenza di Xylella fastidiosa subspecie pauca, ceppo Codiro, identificata dai
ricercatori di Bari nel 2013. Allo stesso tempo, emerge che potrebbero esistere
anche altre popolazioni di Xylella in Salento. Questo implicherebbe che il
batterio è presente nell’area da “lunghissimo tempo”, si legge. Se il risultato
della perizia dovesse essere confermato da ulteriori analisi, potrebbe mettere
in discussione le misure di contenimento imposte dall’Europa.
Dai dati della perizia, ottenuta in esclusiva da
ilfattoquotidiano.it, emerge l’esistenza di popolazioni di Xylella
geneticamente diverse dal ceppo Codiro, l’unico individuato in Salento fino a
oggi dagli scienziati di Bari. Codiro ha la stessa “impronta genetica” di un
ceppo costaricano di Xylella che si suppone sia stato introdotto in Puglia di
recente, innescando, si pensa, la malattia negli olivi. La caratteristica
genetica principale del ceppo Codiro è la sequenza di sette geni tipica di
Xylella del Costarica e che, secondo gli scienziati di Bari, si ritrova
identica in tutti gli isolati di Xylella del Salento fin qui analizzati.
Surico e Ranaldi parlano invece anche di popolazioni di
Xylella salentina che presentano mutazioni all’interno della sequenza dei 7
geni, quella che dovrebbe costituire il ‘marchio di fabbrica’ del ceppo
costaricano e quindi anche di Codiro. In una pubblicazione dell’istituto di
ricerca Iam di Bari del 2014, si legge nella perizia, si trova traccia di altre
popolazioni di Xylella, ma poi, inspiegabilmente, le conclusioni dell’articolo
non tengono conto di tale variabilità, che non viene nemmeno commentata.
Inoltre, i periti si sono accorti che anche nelle sequenze genetiche ottenute
dai colleghi baresi si riscontravano alcune mutazioni nei sette geni. Mutazioni
che, a partire da maggio 2015, i periti hanno visto via via sparire da Genbank
— una delle banche dati internazionali dove i ricercatori di Bari hanno
depositato le sequenze geniche di Xylella che hanno fin qui ottenuto.
Pertanto, conclude la perizia, “è da verificare se in
Salento sono presenti popolazioni di Xylella diverse fra loro, come sembrano
indicare taluni dati raccolti dagli stessi ricercatori e mai da essi,
inspiegabilmente, adeguatamente commentati.” Se i riscontri di Surico e Ranaldi
dovessero essere confermati da ulteriori analisi, ciò indicherebbe che Xylella
è in Salento da “lunghissimo tempo,” così tanto “da aver avuto il tempo di
subire modificazioni genetiche”. I periti ipotizzano che si possa essere
ricombinata con ceppi introdotti successivamente in Puglia e da più parti del
mondo, non solo dal Costa Rica, dando forse origine ad una varietà virulenta
per l’olivo. “Oppure che Xylella sia endemica in Salento, che ci sia sempre
stata e che non sia la causa del disseccamento degli olivi,” commentano gli
attivisti salentini che si oppongono alle misure di contenimento imposte
dall’Europa. “Se così fosse, potrebbe decadere il concetto stesso di
quarantena, dal momento che non si tratterebbe più di un patogeno di recente
introduzione in Europa, ma che c’è da sempre e che non causa alcuna malattia“.
La perizia non dà conto di quale sia la causa del
disseccamento degli olivi. Ma mette a fuoco un punto chiave per l’intera
vicenda: la mancanza di chiarezza sui dati scientifici fin qui raccolti. E
vista la complessità del fenomeno, se non c’è assoluta chiarezza almeno sui
dati, diventa difficile capire cosa stia realmente succedendo e quale sia la
decisione più efficace da prendere per contenere il fenomeno. “La chiarezza è
mancata dall’inizio,” ha detto a ilfattoquotidiano.it un patologo vegetale che
vuole restare anonimo. “Il ceppo di Xylella individuato in Puglia, Codiro, è
stato chiamato con lo stesso nome della malattia degli olivi senza che sia
stato ancora dimostrato alcun nesso di causalità.”
A complicare le cose, c’è anche la confusione sui fatti
accertati dalla scienza e quelli da dimostrare che emerge da siti web
autorevoli. Il sito degli esperti mondiali di Xylella, gli entomologi Alexander
Purcell, Rodrigo Almeida e Rodrigo Krugner riporta che sebbene il legame
causa-effetto tra ceppo Codiro di Xylella e disseccamento degli olivi non sia
ancora stato dimostrato, “c’è un’ottima correlazione tra la malattia [nelle
piante di olivo in Salento] e la presenza del batterio“. Ci sarebbe cioè, se non
ancora la prova, un forte indizio che Xylella sia la causa del malattia. Ma
nella letteratura scientifica del gruppo di ricerca di Bari di questa
correlazione non c’è traccia, come confermato dallo stesso Purcell a
ilfattoquotidiano.it: “Non sono a conoscenza di nessun dato pubblicato in
merito a ciò” ha spegato. “Ne ho sentito parlare durante una conversazione con
Maria Saponari e Donato Boscia a Bari” (Maria Saponari e Donato Boscia,
virologi vegetali del Cnr di Bari, sono due degli scienziati che la procura di
Lecce ha messo sotto inchiesta nell’ambito delle indagini sul caso Xylella
della Puglia). Ma per come procede la scienza, non si può dire per il momento
che tale correlazione esiste. Per quello ci vuole una pubblicazione scientifica
che lo dimostri e che ancora non c’è. Come non si può escludere che sia Xylella
a causare il disseccamento negli olivi. Gli scienziati dovranno ora far luce su
tutti questi aspetti, oltre a verificare se le ipotesi di Surico e Ranaldi
sulla presenza di più popolazioni di Xylella in Puglia abbiano o meno un
riscontro nella realtà.
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