CORSO DI AGRARIA, LA BATTAGLIA DEVE CONTINUARE!
Non l’ho voluto mai dire prima ma ero quasi certo che il
Curc (Comitato regionale universitario di coordinamento) avrebbe espresso
parere negativo sull’attivazione del corso in scienze agroalimentari deliberato
dall’università del Salento.
Come mai questa certezza? E’ presto detto: l’università del
Salento sta al potere universitario (forte) barese un po’ come l’Italia sta
alla Germania di Angela Merkel. Oppure ha ragione il prof. Ferdinando Boero che
su Quotidiano di ieri ha scritto che " non ci si presenta all'esame con
una scarsa preparazione"?
Dispiace, inoltre, che un’associazione di imprese agricole
del Salento, unitamente alla propria rappresentanza regionale, abbia offerto –
e continua ad offrire, oggettivamente - una sponda alla lobby universitaria
barese, incurante delle tantissime dichiarazioni favorevoli all'attivazione del
nuovo corso di laurea, che riempirono le pagine di Quotidiano per tantissimi
giorni. Si trattò, ancora una volta, di una nobile battaglia che trovò in
questo giornale un sostegno e una spinta talmente forti tali da portare il
consiglio regionale ad approvare, all’unanimità, un ordine del giorno a
sostegno dell’istituzione del medesimo corso di laurea, e s'impegnava la
regione a concorrere alle spese necessarie per la concretizzazione di
quell'obiettivo.
Quanto alla richiesta di abbandonare definitivamente il
corso in scienze agroalimentari avanzata, legittimamente, nei giorni scorsi dal
presidente di Laica, faccio solo notare che non sarebbe molto riguardoso nei
confronti dell'impegno e dello sforzo profusi da quei soggetti imprenditoriali,
professionali, sociali, culturali e del mondo della scuola che hanno ritenuto -
e ritengono ancora - che al territorio del Grande Salento quel corso di laurea
è più che mai necessario. Peraltro, la necessità di meglio precisare e
puntualizzare i suoi caratteri e suoi contenuti formativi in ragione delle
mutevoli esigenze rivenienti da un mercato sempre più complesso, non può
comportare, comunque, l'azzeramento di quanto è stato fatto, iniziando tutto
daccapo!
Concordo pienamente, quindi, con la posizione espressa dal
presidente dell’Ordine degli agronomi della provincia di Lecce, Rosario
Centonze, che invita le rappresentanze politiche, sociali e istituzionali del
territorio salentino a far sentire la propria voce e a non demordere
dall’impegno teso a conseguire quell’obiettivo, che sembrava essere stato
raggiunto. Così non fosse, il Salento, ancora una volta, soccomberebbe a quella
logica baricentrica che è divenuta ormai quasi insopportabile.
Spetta, quindi, all'assessore alla formazione Sebastiano Leo
e al presidente Michele Emiliano, essere conseguenti con le volontà espresse
nell'ordine del giorno su detto e ad operarsi per convincere il Curc a rivedere
la propria posizione, rammentandogli che la Puglia non finisce a Fasano, e che
gli abitanti del Grande Salento sono quasi la metà dei cittadini pugliesi!
Gigi Pedone, dell’Esecutivo della Claai Puglia.
(articolo apparso su Quotidiano di Lunedi 4 gennaio 2016)
Xylella, si riparte da zero. La Regione cerca lo staff
di Maria Claudia MINERVA
Per fronteggiare la Xylella fastidiosa bisognerà ripartire
da zero. Lo ha ribadito ieri in maniera inequivocabile il presidente della
Regione Puglia, Michele Emiliano: «Sulla xylella - ha detto infatti in una
dichiarazione all’AdnKronos - è andata a finire male nell’opera del governo e
della Protezione civile e quindi bisognerà ricominciare da capo».
Bisognerà ripartire, trovando il bandolo della matassa, per
due ordini di fattori: il primo è legato alle dimissioni, dopo l’inchiesta
giudiziaria che ha bloccato il piano di sradicamento degli ulivi, del
commissario delegato all’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, iscritto dai pm
salentini nel registro degli indagati insieme ad altre nove persone, tra cui
ricercatori e dirigenti regionali.
Il secondo, invece, sempre legato all’inchiesta, riguarda la
richiesta dei dirigenti regionali, tra cui anche i due indagati, che hanno scritto
all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leo di Gioia, per chiedere
di essere destinati ad altri incarichi che non riguardino la Xylella, per
evidenti ragioni di opportunità, motivo per cui oggi il governo regionale si
ritrova senza più un apparato dedicato, motivo per cui è costretto a
riorganizzarlo ripartendo, appunto, da zero. Che significa innanzitutto
costruire una struttura regionale, ovviamente con nuovi dirigenti, in grado di
fare fronte alle problematiche legate al batterio, esattamente com’era prima
che fosse dichiarato lo stato di emergenza e fosse nominato un commissario
straordinario.
Da quello che si sa da fonti regionali, il presidente
Emiliano, che gestisce personalmente la questione Xylella, starebbe già
lavorando con il suo staff per individuare le persone che potrebbero sostituire
i dirigenti che hanno chiesto di potersi occupare d’altro, e nei primissimi
giorni di questa settimana, già domani o al massimo il giorno dopo l’Epifania,
dovrebbe esserci un incontro per cominciare a dare forma alla struttura
regionale che si occuperà di mettere insieme gli interventi più idonei per
fronteggiare il batterio. Come capo del Dipartimento c’è già il direttore
Gianluca Nardone, subentrato all’ex direttore d’Area, Gabriele Papa Pagliardini,
che avrà la responsabilità di firmare gli atti, servono quindi dei dirigenti
capaci di prendere in mano la delicata situazione e ricominciare da capo,
considerato che non si potranno più abbattere gli ulivi (però si potrà
continuare con le buone pratiche agricole) per effetto del sequestro deciso
dalla Procura di Lecce, poi convalidato anche dal giudice per le indagini
preliminari.
Nei giorni scorsi, intanto, sia il Dipartimento della
Protezione Civile sia il ministero alle Politiche Agricole hanno chiesto al
governatore Emiliano di sapere come intende riorganizzare la gestione ordinaria
anti Xylella, tenuto conto che l’Unione Europea continua a sventolare la spada
di Damocle della procedura di infrazione, per ora solo minacciata tramite una
lettera di messa in mora, spedita il mese scorso, all’indomani della riunione
del Comitato fitosanitario permanente europeo.
L’Europa, infatti, dopo la seconda ispezione in Puglia degli
esperti inviati per constatare lo stato dell’arte, ha stabilito che l’Italia è
risultata essere inadempiente nell’esecuzione delle misure disposte per il
contrasto della Xylella e ha dato, quindi, subito avvio alla fase preliminare,
quella che viene definita di “precontenzioso” della procedura di infrazione.
Per il comitato fitosanitario permanente di dicembre, l’Italia non avrebbe
fatto quello che avrebbe dovuto tanto in materia di “monitoraggio” della
malattia e della sua diffusione quanto per le operazioni di eradicazione del
batterio. In poche parole, se l’iter di infrazione giungesse a conclusione
all’Italia verrebbe comminata non solo una maxi sanzione ma si dovrebbe anche
affrontare il rischio e le eventuali conseguenze della chiusura delle
frontiere. Così al danno si aggiungerebbe la beffa.
Lunedì 04 Gennaio 2016 alle 09:47 Ultimo aggiornamento:
09:47
Fonte: http://www.quotidianodipuglia.it/regione/xylella_regione_cerca_lo_staff/notizie/1766026.shtml
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